Tagli alla scuola:
esistere, desistere o resistere?
Non fateci morire senza
che la gente sappia
Grazie a Tremonti domani
sparisce anche l’educazione alla Legalità e dai
licei ...
di Massimo Macciò*
“Razionalizzare”
è un verbo magico e molto popolare tra chi oggi
governa. Secondo il vocabolario
Sabatini-Coletti andrebbe usato in due
accezioni: “Rendere qualcosa conforme a
criteri di razionalità e di funzionalità” e
“Giustificare o spiegare razionalmente
comportamenti, sentimenti ecc.” ma il suo
significato è ormai molto elastico e nella
scuola italiana vira decisamente nel senso di “rendere
snello, smilzo, più economico, meno costoso”
e via dimagrendo.
I modi che
il governo trova per razionalizzare la
pubblica istruzione sono molteplici: dal taglio
dei fondi per la gestione corrente degli
istituti (con annessa carta igienica che gli
studenti si devono portare da casa) alla
soppressione dei plessi scolastici nei Comuni
sotto una certa soglia di popolazione; dalla
reintroduzione del maestro unico nelle scuole
elementari al sostanziale blocco delle
assunzioni nell'università. Insomma: ce n'è per
tutti.
Nell'ansia
di razionalizzare, peraltro, il ministro
si è lasciato prendere la mano e ha deciso che
si poteva fare a meno di quella
particolare categoria di docenti che da un lato
insegna a prendere razionalmente le decisioni e
dall'altro educa a non far contrastare la
razionalità con la legalità.
Così, con
i regolamenti esecutivi della Legge
169/2008 l'insegnamento del diritto e
dell'economia sparisce totalmente dai licei
italiani e viene ridotto ai minimi termini negli
istituti tecnici e professionali.
Che ne
direste di un ragioniere che non sa nulla di
diritto commerciale o della crisi economica o di
un geometra che non sospetta l'esistenza del
diritto fondiario-immobiliare? Eppure è così,
con tanti saluti a quei criteri di logica e di
funzionalità cui la parola razionalizzare
dovrebbe fare riferimento.
La volontà
di razionalizzare del ministro della
pubblica istruzione Giulio Tremonti
(perché è lui che decide il futuro della scuola
italiana) arriva a eccessi francamente
paradossali: da un lato, infatti,
l'articolo 1 della legge 169 – la cosiddetta
“Legge Gelmini” – introduce in tutti gli
istituti una nuova materia chiamata
“Cittadinanza e Costituzione”,
dall'altro ne affida l'insegnamento nella scuola
secondaria ai docenti di materie umanistiche (Lettere
e Storia), ossia a professori che – per
titoli di studio e spesso per loro stessa
ammissione – non sanno e non sono tenuti a
sapere niente né della cittadinanza, né della
Costituzione. Per di più il risparmio per lo
Stato è zero o quasi zero, visto che queste ore,
comunque, a qualcuno bisognerà pur pagarle. La
conseguenza sarà solo quella di levare spazio ai
professori di diritto: forse, qui, il lemma
razionalizzare vira verso il secondo dei
significati del vocabolario...
Fuor di metafora:
il governo ha deciso tagliare almeno otto
miliardi di Euro dalla scuola pubblica italiana,
cioè dal luogo dove mandiamo i nostri figli per
almeno sei ore ogni giorno. Tra i molti tagli
possibili, ha deciso di colpire innanzitutto gli
insegnanti, cioè la categoria di persone cui la
legge affida l'istruzione, l'educazione e la
stessa vigilanza sui nostri figli. Tra gli
insegnanti delle scuole secondarie superiori, la
categoria da colpire con più forza è quella
degli insegnanti di diritto ed economia, due
materie che spariscono come insegnamento
obbligatorio dai licei e che vengono ridotte al
lumicino negli altri istituti.
Per di
più, svanisce dalla scuola italiana l'educazione
alla legalità, evapora lo studio della
Costituzione e della cittadinanza (che è
concetto giuridico prima che storico-sociale),
sparisce l'educazione all'Europa... Ma alla fine
della fiera il governo con i tagli dei docenti
di queste discipline “razionalizza”, cioè
risparmia poco o niente.
Spiegare
le ragioni di questo giro vizioso è
incomprensibile o assai facile a seconda dei
punti di vista. Ma non vale sostenere (come
qualcuno vorrebbe far passare nella pubblica
opinione) che oggi i professori sono fannulloni
e ignoranti – la professoressa di italiano che
non conosce la differenza tra la lettera c
e la q e che fa errori di ortografia da
matita rossa - e che, quindi, la loro
decimazione non è poi un gran male.
Come in
tutti i mestieri, è innegabile che qualche
raro caso di malaistruzione come quello citato
esista (anche a Savona), ma le eccezioni
non fanno la regola e non possono servire per
giustificare i tagli ai tagliatori: la regola è
quella di un corpo docente che non confonde le
consonanti ed è preparato e indipendente:
tanto preparato e tanto indipendente – nel caso
dei professori di discipline giuridiche ed
economiche - da suscitare qualche paura in chi
ha interesse che il cittadino rimanga suddito.
I docenti di materie
giuridiche ed economiche ritengono che la
conoscenza critica del diritto e dell'economia
sia, oggi più che mai, un valore e che, come
tale, debba continuare a essere insegnata
nelle scuole italiane, a partire da tutte le
secondarie superiori, come materia obbligatoria
ed affidata a docenti a ciò preposti.
Alcuni insegnanti hanno
quindi organizzato un Coordinamento
Nazionale dei Docenti di Diritto e di Economia
(coordnazdocdir@libero.it)
e stanno svolgendo numerose iniziative per
sensibilizzare l'opinione pubblica sullo stato
dell'educazione alla legalità in
Italia.
All'appello che il Coordinamento ha promosso nel
mese di aprile (e che, per inciso, si può
continuare a sottoscrivere all'indirizzo e-mail
che abbiamo indicato) hanno aderito molti
docenti universitari (tra i quali, non a caso,
lo stesso rettore della Facoltà di
Giurisprudenza di Genova Paolo Comanducci)
e diversi esponenti della cultura italiana. La
battaglia continua, e c'è bisogno dell'appoggio
consapevole di tutti. Vi daremo conto delle
novità.
*Massimo
Macciò
(Insegnante di Diritto a
Savona)
Al
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Ministro
dell’Istruzione avv. Mariastella Gelmini
Ai Presidenti delle Commissioni Istruzione di
Camera e Senato
Ai capigruppo parlamentari di Camera e Senato
Appello
contro l’eliminazione del Diritto e
dell’Economia dai nuovi Licei.
Lo schema di Regolamento
relativo agli ordinamenti di tutti i futuri
Licei, compresi quelli che hanno già oggi nel
piano di studi questa disciplina, ha
evidenziato l’intenzione di eliminare, fra le
materie obbligatorie oggetto di studio, il
Diritto e l’Economia.
Questa scelta,
già ipotizzata durante il Ministero Moratti e
confermata dall’attuale Ministro Gelmini,
è incomprensibile,
contraddittoria e non europea.
E’ incomprensibile
alla luce delle scelte fatte negli ultimi
anni, quando sia le sperimentazioni frutto del
lavoro della Commissione Brocca che quelle
avviate in numerosi Licei Classici e Scientifici
tradizionali avevano portato all’introduzione
del Diritto e dell’Economia sulla scorta
di analisi e considerazioni che non hanno perso
validità e significato ma, semmai, oggi si sono
rinvigorite.
E’ contraddittoria
alla luce della intenzione, preannunciata la
scorsa estate dallo stesso Ministro
Gelmini, di introdurre, in via
sperimentale già da quest’anno scolastico,
in tutti gli ordini di scuola e quindi anche
nelle scuole superiori, un nuovo insegnamento
disciplinare di “Cittadinanza e Costituzione”.
Non si
può non rimarcare che, se da un lato si
individua lo studio di “Cittadinanza e
Costituzione” come disciplina autonoma affidata,
nelle scuole superiori, a docenti di ben
quattro classi di concorso diverse , poi si
ipotizza una scelta che appare
contraddittoria ai Docenti di Discipline
giuridiche ed economiche che sono i soli ad
avere una specifica ed adeguata formazione
universitaria .
Non si elimina , però,
solo il Diritto ma si elimina, nell’era della
globalizzazione, lo studio di una disciplina
come l’Economia.
E’ una scelta non europea
se si considera che lo studio di Discipline
giuridiche ed
economiche è una
costante, in varie forme di educazione o di
disciplina, nei piani di studio delle
scuole superiori degli altri Paesi dell’Unione.
Non si comprendono,
perciò, quali possano essere i motivi ispiratori
della proposta.
Eliminare queste
discipline significa non considerarne
l’importanza ai fini della crescita culturale
dell’allievo ma, soprattutto, condizionare
negativamente o addirittura vanificare il
processo di formazione della sua coscienza
civica, tanto più necessaria in un momento così
delicato della vita del nostro Paese come quello
attuale.
Firmiamo questo appello
con la consapevolezza che se i cambiamenti nella
Scuola Secondaria Superiore sono una necessità,
essi non possono essere adottati facendo tabula
rasa di ogni ipotesi di cambiamento precedente
come le sperimentazioni Brocca, senza ascoltare
le voci degli operatori e di chi fruisce del
servizio scolastico ed introducendo estese
ed improduttive discontinuità.
Continuare su questa
strada sarebbe un segnale assai
preoccupante per il futuro di tutta la scuola
italiana.
Comunicato
stampa del Coordinamento nazionale dei docenti
di Diritto ed Economia:
Le scelte incomprensibili
del Ministro Gelmini
Il Ministro
Gelmini si candida all'Oscar delle scelte
incomprensibili in tema di politica scolastica
Nella
conferenza di presentazione di Cittadinanza e
Costituzione, la nuova disciplina introdotta
sperimentalmente dal prossimo anno, il Ministro
ha annunciato che l'insegnamento sarà impartito
dai docenti di materie umanistiche, in
particolare docenti di storia e geografia.
Il Ministro
che pure, secondo il comunicato dell'Agenzia
Asca, ha dichiarato che "''Non sara' la vecchia
ora di Educazione civica ...... ma un'ora di
educazione alla cittadinanza, per insegnare ai
ragazzi i valori e i principi contenuti nella
nostra Costituzione''
ha
deciso di ignorare l'esistenza dei docenti di
Discipline giuridiche ed economiche
Con ciò
il Ministro ha disatteso perfino quanto
elaborato dal Dipartimento per l’Istruzione,
Direzione Generale per gli Ordinamenti del
Sistema Nazionale di Istruzione e per
l’Autonomia Scolastica e non ha tenuto in alcun
conto il parere espresso, sull’insegnamento di
“Cittadinanza e Costituzione”, dal CNPI il 17
novembre 2008
Il Coordinamento
nazionale dei docenti di Diritto ed Economia nel
rinnovare l'invito a sottoscrivere l'Appello
contro la eliminazione del Diritto e
dell'Economia dai nuovi Licei :
http://www.docenti.org/News/file/appello.htm
denuncia con
forza il tentativo, ormai evidente, di
marginalizzare l'insegnamento delle Discipline
giuridiche ed economiche e rivolge un invito
alla società civile, alle forze politiche e
sindacali disponibili a manifestare, insieme con
i docenti, il più netto dissenso contro una
scelta incomprensibile ed immotivata.
5 marzo 2009
Coordinamento nazionale dei Docenti di Diritto
ed Economia