QUEI MODELLI CHE NON
VOGLIAMO
La recente
riammissione della lista del PDL alla
consultazione elettorale per le Provinciali a
Savona ci fa riflettere, non tanto perché questa
incrementi una sfida già alterata di fatto, ma
per il risvolto prevedibile o addirittura
inevitabile che la vicenda ha assunto, in un
Paese che di “normale” non sembra avere proprio
più nulla.
Non rispettare le
norme, anche nelle procedure elettorali, diventa
l’ennesimo insegnamento per il popolo di questo
Paese, un’istigazione al “chi se ne frega della
Legge, tanto si trova sempre il modo di farsi le
proprie ragioni “.
E’ comprensibile in
un paese, dove c’è chi non ha più bisogno che
qualcuno gli corrompa i giudici,( come fu al
tempo di Mills), perché si è confezionata la sua
personale impunità.
Stiamo, però,
parlando di un Presidente del Consiglio che,
come alta carica dello Stato, dovrebbe dare
l’esempio, essere un “modello”, mentre i valori
che sta imponendo con forza, sono tutt’altro che
quelli dell’esempio.
Noi, cittadini che
quei valori non condividiamo, che abbiamo
educato i nostri figli al rispetto delle regole,
alla legalità, all’onestà, ai doveri e diritti
costituzionali, non possiamo e non dobbiamo
più rimanere indifferenti.
Non possiamo
rimanere indifferenti ,
verso chi confonde il suo elettorato, soffocato
da una crisi economica che imperverserà, in
Italia, per altri due anni,recitando la parte
della vittima, bersaglio dell’ennesimo
complotto. Lo stesso complotto che, guarda caso,
i giudici avrebbero ordito, a Savona, contro la
sua lista, in un delirio di persecuzione,
diventato ormai ritornello giornaliero.
Dobbiamo
dichiarare la nostra intolleranza
contro chi non nasconde la sua intolleranza al
fisco, definendolo soffocante e penalizzante,
giustificando, così, l’uso d’indirizzi
off-shore, luoghi esotici dove le tasse non
esistono, noi che le tasse le paghiamo e che
siamo obbligati, mensilmente, a farlo, riuscendo
a mantenere le nostre famiglie con risorse ben
diverse.
Non dobbiamo
permettere che diventino “modelli”:
stelline, veline, attricette e ragazze immagine
dai manager di discutibile moralità, che
partecipano a capodanni e feste di potenti,
deliziandoli con l’assenso delle loro
altrettanto discutibili famiglie, i cui valori
sono ormai diventati: la mercificazione del
corpo in cambio di interessi,affari o facili
carriere.
Modelli, in
Italia, sembrano ormai gli affari sporchi
e gli interessi personali nell’accaparrarsi TV e
giornali, in una forma latente di dittatura,
dove ogni giorno si assiste ad attacchi continui
e sistematici ad alcune Istituzioni.
Siamo anestetizzati,
se non colpevoli di connivenza e talvolta di
compiacimento davanti a chi si comporta da
“furbo” e da prepotente. Chi si permette di fare
una politica, a dir poco, spregiudicata, tenendo
l’informazione e i giornali soggiogati e
assuefatti agli attacchi del suo potere.
Giornali, la maggioranza dei quali,
convenientemente in silenzio, se non complici
con l’impunità di chi lo detiene, perché
dipendenti completamente dai suoi finanziamenti.
Non dobbiamo
permettere che diventi “ modello”
chi attacca la Magistratura, definendola
”eversiva” e con l’arroganza del potere e dei
suoi privilegi, offende l’autorevolezza di un
Organismo Istituzionale fondamentale per la
nostra democrazia.
Sarà perché la
democrazia è un nostro valore fondamentale cui
non siamo proprio disposti a rinunciare.
Il passo è breve,
chiedere un minor numero di Parlamentari con
giustificazioni populiste e più poteri al
Premier ci può far tornare tranquillamente a una
situazione di cui ci liberammo, faticosamente
decenni fa, con la Resistenza.
La storia si ripete,
nella quasi completa indifferenza o nella
rassegnazione di gran parte della gente.
Noi che, invece,
rifiutiamo questi “modelli”, vogliamo essere
liberi di dichiararlo a gran voce.
Noi, che non
tolleriamo questa
involuzione democratica, che non vogliamo che i
nostri figli assistano al ribaltamento dei
valori , da parte del potente di turno, cui li
abbiamo educati, non vogliamo che venga meno,
anche solo un briciolo di libertà, per cui tutta
la vita abbiamo lottato e creduto e per cui
hanno lottato i nostri padri.
Siamo consapevoli che
dobbiamo conquistarcela ogni giorno e oggi
dobbiamo essere disposti a farlo.
Questo fenomeno,
strisciante ormai da anni, ha però molti
responsabili, tra cui tutti coloro che hanno
permesso che, ad esempio in TV, ci propinassero
come modelli: squallidi personaggi chiusi tra
quattro muri ripresi nelle loro volgarità 24 ore
al giorno, seminude veline dal calendario
facile, talk show con aggressivi
contendenti che discutono del nulla. Una
regressione culturale che potrà far comodo a chi
ne è già il modello.
Non possiamo
permetterci di essere indifferenti,
omertosi o complici di questo sistema o modello
di sviluppo, i cui valori restano: il denaro,
l’interesse personale, l’impunità nei confronti
della legge, la mancanza di cultura e di
rispetto per l’ambiente, la volgarità delle
idee.
Non per bigottismo,
ma per quei valori in cui abbiamo sempre
creduto, dobbiamo riaccendere la brace di un
nuovo Illuminismo; dobbiamo lavorare per
combattere quel modello di sviluppo che porta al
consumo dei beni che un territorio offre, solo
per arricchire chi cerca, in quello sviluppo,
l’utile personale.
Il rischio che stiamo
correndo è troppo grande e il primo passo, per
agire, a breve termine, è il voto.
Tentata, io per
prima, all’astensionismo, non certo per
qualunquismo, ma per mancate condivisioni con le
scelte che una politica di sinistra, ormai
deludente e priva di proposte non è riuscita a
dare, sono oggi qui a sostenere la
partecipazione al voto.
Ritengo
autolesionista, in questo preciso momento,
l’astensione al voto soprattutto della sinistra,
che porterebbe i partiti del PDL e della Lega a
essere ulteriormente premiati e garantiti per
consolidare il loro regime.
Io non me la sento di
doverne rispondere in futuro.
Ci sono molte liste e
molti candidati, scegliamo chi riteniamo
risponda ai nostri modelli e possa difendere i
nostri valori.
Cominciamo subito a
dare un primo segnale.
ANTONIA
BRIUGLIA
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