28 Maggio 2009

LAIGUEGLIA NEL MIRINO UNA PRATICA DI CONDONO NEL CENTRO STORICO

Abuso d’ufficio, geometri indagati
LAIGUEGLIA LA STAMPA
Due geometri di Alassio, Vincenzo Santoriello e Claudio Negroni, sono indagati per abuso d’ufficio in relazione a una pratica di condono edilizio svolta presso il Comune di Laigueglia. Secondo l’accusa i due professionisti, a cui il Comune aveva affidato in «appalto» l’istruzione di alcune pratiche di condono per alleggerire il lavoro degli uffici, si sarebbero trovati ad occuparsi di una pratica che in precedenza avevano seguito (e presentato in Comune) come progettisti privati. Avendo omesso di astenersi dall’esaminare la «loro» pratica una volta che si erano trovati dall’altra parte della barricata, questa l’accusa sostenuta nell’inchiesta curata dal sostituto procuratore Danilo Ceccarelli, avrebbero di fatto procurato un «ingiusto vantaggio» ai loro clienti. Ieri l’udienza preliminare prevista davanti al giudice Barbara Romano è saltata per impedimento del magistrato e rinviata al 16 dicembre prossimo.
La vicenda, che potrebbe non essere un caso isolato (sono molti i progettisti che, in Riviera, affiancano all’attività professionale «privata» consulenze per questo o quel Comune i cui uffici non riescono a far fronte alla mole di lavoro) si riferisce a un intervento edilizio di trasformazione e suddivisione in due appartamenti di un locale sottotetto nel centro storico di Laigueglia. Spiega l’avvocato Paolo Foti, che con l’amministrativista Luigi Piscitelli difende Santoriello (Negroni è difeso dall’avvocato Emanuele Ottonello di Alassio): «Ritengo che i nostri clienti siano estranei all’accusa, non avendo adottato aldcuna malizia nella gestione dell’istruttoria, né alterato i dati trasmessi al responsabile tcnico del Comune. In ogni caso, non si trattava nè di pubblici ufficiali nè di incaricati di pubblico servizio: i due professionisti non avevano quindi il ruolo richiesto dalla legge per ritenerli punibili di abuso d’ufficio». «A nostro avviso - conclude Foti - non sarebbe stato infine possibile perseguire un ingiusto vantaggio, perché in ogni caso dopo l’istruttoria della pratica, altri - il responsabile del procedimento e gli amministratori comunali - avevano il potere di decidere su quell’istanza di condono». \