Grande
Fratello o di Porta a Porta (anche se
qualche aiutino lo hanno confezionato); no, la
responsabilità del crollo dei consensi per la Sinistra ricade per intero
sulle spalle della Sinistra stessa; così
disunita, frammentata, contraddittoria,
litigiosa, autoreferenziale, incapace di
comunicare con semplicità e chiarezza i propri
programmi e le strategie adeguate per
fronteggiare i gravi problemi economici e
sociali che affliggono strati sempre più vasti
di lavoratori e lavoratrici , e che ha preteso
essere, contemporaneamente,
di lotta e di governo non riuscendo a
essere né l’una né l’altra cosa. Eppure pareva
avere tutte le carte in regola alla vigilia
della penultima scadenza elettorale! Sì, pareva,
appunto, ma la coalizione di centrosinistra che
aveva vinto per un soffio non ha retto alla
prova del governo, o meglio, alla prova di
mantenersi compatta e coesa almeno per la durata
dell’intera legislatura. Colpa del Centro? Della
Sinistra? Di Mastella? Di Veltroni? Di un
Bertinotti dimidiato tra istituzione e piazza?
Sia come sia la coalizione si è sfasciata dopo
nemmeno due anni, aprendo la strada, anzi
un’autostrada, al
ritorno trionfale del Cavaliere e, come se non
bastasse, con l’appello veltroniano al voto
utile,
estromettendo addirittura dal Parlamento
i partiti alla sinistra del PD coalizzatisi
all’ultimo momento nell’ Arcobaleno.
Pensate
che la Sinistra abbia almeno
fatto tesoro della dura lezione? Neanche per
sogno. Prova ne sia che si presenta più
frantumata e litigiosa che mai alle prossime
amministrative e alle europee (nelle quali
incontrerà non poche difficoltà per superare lo
sbarramento del quattro per cento). Fin qui ho
parlato della Sinistra come se ce ne fosse una
sola; è invece evidente che bisognerebbe
parlarne al plurale; la divisione, infatti, non
corre solo tra sinistra riformista o moderata e
sinistra estrema o radicale, ma anche
all’interno dei due campi ci sono differenze;
basti pensare ai contrasti tra dalemiani e
veltroniani da una parte, e vendoliani e
ferreriani dall’altra, per non parlare delle
formazioni ancor più radicali come il Partito
Comunista dei Lavoratori - che, in provincia di
Savona, è stato escluso dalla competizione per
irregolarità nella raccolta della firme, al pari
della lista del berlusconiano Popolo della
Libertà - . Come si vede, la confusione è alta
sotto il cielo, e non c’è da stupirsi se
aumenterà il partito degli astensionisti,
ovviamente di Sinistra. Ma astenersi a chi
giova? Personalmente
non ho dubbi: giova alla Destra. D’altra parte,
chi è causa del suo mal…
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