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Sei milioni e mezzo di acconti a fine 2006, stando ad una lista “timbrata”

Tutti i nomi (67) dell’operazione box

Alassio, investire conviene

Ma quei tre metri dal rio hanno provocato un’inchiesta, interrogatori, e…

 

Foto
Box in Piazza Partigiani

Alassio – Il 25 aprile scorso Il Secolo XIX che ha seguito, negli ultimi anni, con scrupolo e pervicacia le sorti del “Grand Hotel”, ha pubblicato la notizia di due interrogatori di testi: il segretario del Comune di Alassio, Teodoro Passini e un rappresentante della Soprintendenza di Genova, ente che aveva seguito con alterne vicende e prese di posizione l’evolversi della costruzione, del progetto.

E che, come aveva spiegato in una pubblica assemblea, Alberto Beniscelli (Italia Nostra), si sarebbe trovata al centro di forti pressioni e di contrasti interni al vertice, proprio sui “capitoli Alassio”.

Non solo il Grand Hotel. Fatto riportato minuziosamente anche da Trucioli Savonesi e mai smentito.

Ed ecco cosa ha scritto Il Secolo XIX, a proposito dell’interrogatorio  in Procura, dei due testi dipendenti pubblici: <…Dalle indiscrezioni trapelate da ambienti…i due sarebbero stati fatti oggetti di pressioni per la sistemazione e l’agevolazione della pratica dei box interrati…dopo la vicenda del sequestro del cantiere…successivamente revocato….>.

Il 28 aprile 2009, sempre Il Secolo XIX, ha titolato: <Alassio, la Provincia attacca: park inagibili>. Nell’articolo dell’informatissimo Luca Rebagliati si parla dell’ipotesi di revoca dell’agibilità per i parcheggi pubblici ed i box privati di Piazza Partigiani. Decisione che spetterebbe al sindaco Melgrati, a seguito di una precisa lettera inviata dalla Provincia.

<L’ennesimo intoppo – è scritto – nella vicenda di Piazza Partigiani e del Grand Hotel arriva dal rispetto delle distanze di sicurezza dal rio Cardellino, uno dei tanti che solcano il territorio alassino e che scorre a brevissima distanza dall’autorimessa interrata….Le norme di bacino prescrivono tre metri….da qui l’invito della Provincia, in tre righe, a chiudere l’autorimessa…prendendo provvedimenti sulla base dell’articolo 54 del Testo Unico sugli enti locali>.

Chi segue tematiche e problematiche analoghe sa benissimo che la stessa Provincia di Savona ha già autorizzato con i piani di bacino numerose “deroghe”, in varie località costiere, circa la distanza dei tre metri, per chi aveva presentato progetti e realizzato box ed autorimesse interrate. Ad Alassio è possibile, esistono le condizioni tecniche-fluviali (pericoli?) per acconsentire alla, chiamiamola impropriamente, deroga?

Un no categorico, quali conseguenze avrebbe? Può essere varata una sanatoria al mancato rispetto? Ha scritto Il Secolo XIX: <….Da un giorno all’altro diventerebbero inutilizzabili i 108 parcheggi pubblici sotto la piazza…>.

Il 20 febbraio 2008, ancora Il Secolo XIX, sparava a tutta pagina il titolo “L’assessore Salvo prenota tre garage sotto il Grand Hotel. Insorge l’opposizione: le delibere vanno annullate. La difesa: non ha partecipato ad alcuna votazione>.

Nel corso dell’articolo si ricordava che l’assessore all’Ambiente, Marco Salvo (già An) avrebbe votato alcune delibere, tra cui proprio le varianti…pur avendo <acquisito, o meglio versato acconti per oltre 200 mila euro per alcuni box>.

Lo stesso Salvo ricordò che <secondo il direttore generale del Comune (Passini ndr) il fatto di avere solo versato acconti, ma non effettuato ancora il rogito notarile non farebbe scattare l’incompatibilità, comunque per evitare ogni problema ho evitato di partecipare a qualsiasi votazione da quando ho pagato quegli acconti….>

Ma quanti sono gli acquirenti e cosa rappresentano nell’ambito di una vicenda che da anni tiene banco con cronache e polemiche, sia sul fronte politico che giudiziario? A tutti coloro che hanno versato acconti per l’acquisto era stato consegnato una “lista” che porta la data del 9 ottobre 2006.

Lista che parecchi mesi fa è circolata, a quanto pare, anche negli ambienti pubblici alassini e che confermava quanto dichiarato dall’assessore Salvo circa gli acconti pagati. Da essa risulta che Salvo aveva versato 236.364 euro.

Sarebbe nata una successiva indagine per appurare le modalità di pagamento, il rispetto delle norme fiscali, l’origine della somma, ma nulla è più venuto a galla.

Tra i nomi degli acquirenti (nulla di scandaloso, semmai denota l’interesse, il successo dell’iniziativa imprenditoriale) figurano persone assai conosciute non solo ad Alassio.

L’importo maggiore, dalla lista, risulta versato da Ferrecchi Maurizio, imprenditore valbormidese,  con 313 mila euro, personaggio popolare  tra i campioni italiani di rally. Frequentatore non da oggi degli ambienti Vip e di palazzo civico. Stessa cosa per altri personaggi della finanza (Azzoaglio), delle professioni e di attività commerciali o alberghiere. 

Complessivamente i box, prenotati con acconto, risulterebbero 67, per un importo versato (nel 2006) di 6 milioni 551 mila euro (12 miliardi delle vecchie lire), pari ad una media presunta di 96 mila euro ad acquirente, sempre parlando di acconti.

A meno che, lo scriviamo pronti a prendere atto qualsiasi altra versione dei fatti, chi ha diffuso il foglietto che sotto riproduciamo, non abbia falsificato il tutto. A che fine e con quale risultato? A quel punto sarebbe utile perseguire i responsabili.

d.c.