TRUCIOLI SAVONESI spazio di riflessione per Savona e dintorni Napoleone alle grandi manovre e il
programma, questo sconosciuto Finora abbiamo parlato di ragioni di voto e non voto, e della situazione da un punto di vista diverso, da una angolazione volutamente poco evidenziata dai media. Abbiamo visto che, una volta constatato tutto questo, avremo forse le idee più chiare, ma questo non ci porta molto oltre. Proviamo allora a riesaminare questo magma da un punto di vista positivo. Spesso siamo noi per primi a provare una immotivata soggezione per il politichetto di turno. Sbarazziamoci di tutta questa zavorra borbonico-clientelare. Le democrazie avanzate sono altra cosa. Tanto per cominciare, abbiamo già un ottimo punto di partenza. E cioè, un abbondante e variegato campione negativo di comportamenti e vecchi vizi. I nostri politici, ancorati a una visione miope e passata, antica e stantia del voto, e anche un pochino offensiva, diciamolo, verso noi elettori, hanno i loro criteri. A meno di partiti fortemente caratterizzati su certe tematiche, tipo l'ecologia, (ammesso che le rispettino), che senso ha scegliere per ideologia quando poi sappiamo che cemento, speculazioni selvagge, industrie ed energie arretrate e mortifere, inceneritori e discariche piacciono un po' a tutti? Infatti non è un caso che puntino l'accento sulla conflittualità politica, sul tifo da stadio. Per far dimenticare quanto siano uguali in realtà, nei fatti che contano. Non ci caschiamo sempre, non cominciamo a battibeccare sul nulla. Riflettiamo, invece. Slogan e faccioni. Il potere della pubblicità è qualcosa che, da refrattaria, non capirò mai. Anche qui, riflettiamo. Se c'è qualcosa di buono, di concreto, dietro, non c'è bisogno della pubblicità, o meglio, di quella pubblicità vuota, che tende a colpire ed enfatizzare. Un manifesto con il candidato che ci ricorda con una frase significativa cosa ha fatto o cosa vuole fare, ha ancora senso. Ma slogan e sorrisetto, no. Ricordiamoci cosa è la pubblicità in sé: persuasione occulta. Creare un bisogno, spesso inesistente, e spingerci a soddisfarlo facendo leva sui lati più oscuri del nostro ego. Venderci ciò che non siamo intenzionati a comprare. Poi, tra l'altro, per certe facce non bisogna neppure scomodare l'alta sociologia di marketing, basterebbe il Lombroso, a dissuaderci da dar loro fiducia. E' la strategia dell'azione eclatante, dell'annuncio, della decisione improvvisa, dell'ammiccamento a un quartiere, a una frazione, magari contornata da presenza e assemblea con gli elettori in cui si va a riscuotere il consenso seminato, ricordandosi improvvisamente di loro con grandi ossequi, dopo averli bellamente ignorati. Ritorna all'improvviso sorridente dopo un po', senza neppure scusarsi, vi pittura un paio di pareti alla perfezione, con stucchi e decori, e chiede un congruo anticipo. Poi, sparisce di nuovo. Si ripresenta qualche mese dopo, sempre senza scusarsi, ma annunciandovi che adesso tutto procederà veloce, ha assunto a sue spese un decoratore professionale che vi affrescherà il soffitto del salotto. Abbozzano due figure, un festone, chiedono altri soldi e se ne vanno. Ma si va ben oltre, è tutto un fervore, è tutto un ricordarsi improvviso di questioni critiche e annose e mostrare di poterle risolvere con facilità. Che viene da chiedere: e allora perché ci avete messo tanto? Pensateci un po': quante energie, tempo e soldi si sprecano in tutta questa girandola di manovre e azioni, di pubblicità, di bagarre, di polveroni. Tra l'altro, per inciso, di chi pensate siano quei soldi? Di noi cittadini, ovvio. Da candidato a una carica locale, mostriamoci contrari. (O favorevoli, dipende). Fingendo di ignorare che la posizione del nostro partito è opposta. Alla prossima vorrei dimostrare cosa intendo io per positivo e propositivo. Ah, ricordo che tempo fa, riguardo alle provinciali di Savona, dicevo sconfortata che questo centro sinistra si era dimostrato veramente disastroso, nell'ultima giunta, ma che ero preoccupata da ciò che avrebbe potuto combinare un centro destra locale persino peggiore, catastrofico, di una pochezza unica, all’apparenza assolutamente carente e inadeguato. Mi pare che qualche piccolo, ma proprio piccolo segnale che non avevo torto sia già emerso. Milena Debenedetti
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