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 L’annuncio di Bertolotto, prima che esplodesse l’inchiesta su Barbero

Corri corri, Vaccarezza

C’è un “golpe della magistratura”

Il sindaco: <Boffa?Meglio se perde, sarebbe vittima di “porcherie”. Noi non abbiamo padrini, né interessi occulti. I rossi hanno in testa solo le poltrone>

 di Luciano Corrado


Per l'album ("Non si dimenticano") chi avrà "pagato" La Stampa del 1 marzo 2009 per questa ingegnosa cernita di immagini? Sei bello, dunque esisti (e vinci)! Franco Orsi, futuro sindaco di Albisola Superiore e Angelo Vaccarezza, futuro presidente della Provincia di Savona.

Savona –Per Angelo Vaccarezza, diploma di perito commerciale, dal 1986 al 1990 iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti (mezzobusto in Teletrill di papà Nicola), dal 1995 iscritto all’albo dei promotori finanziari, dal 1988 consigliere, assessore, vice sindaco, sindaco di Loano,  già consigliere provinciale  dal 1990 al 1997, doveva essere un “ingresso trionfale” a Palazzo Nervi. Il 6 e 7 giugno.

Da piccolo, docile, brillante, imperatore berlusconiano. Votato ed applaudito da una maggioranza schiacciante: soprattutto ex democristiani, qualche ex teardiano, da ex seguaci di Almirante, con il sostegno degli uomini di Umberto Bossi che, ai tempi di “mani pulite”  di Di Pietro, esibivano in piazza le foto dei “ladroni d’Italia” e manichini col “cappio al collo”.


I due candidati alla Presidenza della Provincia Vaccarezza e Boffa

Vaccarezza doveva essere (e nonostante tutto sarà) il successore, come si è definito lui stesso, di quei tre presidenti democristiani che non hanno saputo governare la Provincia di Savona, anzi l’hanno sempre consegnata ai comunisti, alla loro arroganza, al loro settarismo. Hanno lasciato irrisolti problemi drammatici (discariche ed inceneritori, raccolta differenziata, degrado ambientale ed urbanistico, tasse provinciali in vetta alla classifica nazionale, rete stradale).

Vaccarezza aveva aggiunto (fonte Il Secolo XIX del 3 maggio, pagina 21, a firma di Dario Freccero), che queste elezioni rappresentano “la grande campagna di liberazione, il vero 25 aprile”.  Non solo, aveva ricordato che Marco Bertolotto, ultimo presidente dimissionario, aveva lasciato non facendo che ripetere di essere stufo delle “porcherie” (sic!) della sinistra. Dunque, centro sinistra bocciato anche sul piano etico e morale della cosa pubblica. 


Savona, una delle rare immagini del giudice Giovanni Zerilli (a sn. con la barba) negli anni '70, a Savona
Adesso sappiamo che proprio Bertolotto (inquisito per una piccola vicenda di aree artigianali a Toirano dove era sindaco) si è fatto un’idea precisa della bocciatura della lista Pdl da parte della Commissione elettorale provinciale, composta da cinque giudici e da un cancelliere. L’ha resa nota (onore al coraggio!) con Ivg.it, il giornale-amico on line che non gli ha mai lesinato spazio e dove campeggiava per mesi la “promozione” (a pagamento?) dell’Amministrazione provinciale durante il regno di Bertolotto & C.
Nel titolo viene persino evocato un termine che difficilmente può passare sotto le sembianze di “diritto di cronaca e di critica”. I giudici di n>Savona che per due volte si sono pronunciati sull’irregolarità formale e sostanziale della presentazione della lista del Pdl, si sono macchiati di “Golpe della magistratura”. Non si è usato neppure la prudenza del verbo condizionale.

Magistratura savonese colpevole di “golpe”, ad iniziare dal presidente della sezione del Tribunale, Giovanni Zerilli, una vita negli uffici giudiziari di Savona, dapprima come pretore del Lavoro, sempre apprezzato per il suo equilibrio, lo scrupolo, la preparazione. Non risulta sia diventato proprietario di ville, attici o superattici. Né sia uso frequentare i “salotti buoni” e “generosi” dell’imprenditoria-padrona. Né consorterie elitarie. Un rigoroso e preparato servitore dello Stato, prima di tutto.

Il nuovo presidente dell'Unione Province Liguri Marco Bertolotto
Marco Bertolotto

Ebbene per il primario ospedaliero Marco Bertolotto che, stando al suo predecessore avvocato Alessandro Garassini, è l’unico dirigente della “terapia del dolore” d’Italia, designato quando era presidente della Provincia: <Ancora una volta la magistratura entra negli spazi della politica. Questo è uno dei mali di questa ammalata Nazione. Da anni il centro sinistra, incapace di una proposta politica, ha chiesto soccorso alla magistratura per sconfiggere Berlusconi, col risultato di ritrovarci senza alternativa di governo e con una magistratura che quando meno te lo aspetti entra a gamba tesa nelle regole della democrazia>.

Si apprende inoltre che <parla in termini molto duri e forse inconsueti per la sua persona e per la sua formazione politica (aveva esordito come consigliere del Pci, a Ceriale ndr), Bertolotto ha scelto ancora una volta le pagine di Ivg.it per commentare le notizie inerenti il verdetto elettorale…ed ha aggiunto “Ora assistiamo a questa distorsione della democrazia, per cui un magistrato decide per chi i cittadini possono votare. Se questo non è un golpe cosa è? Mi auguro che il Tar ripristini le condizioni di confronto democratico…>

E’ lo stesso Bertolotto che il 15 novembre 2008, sempre a Ivg.it, annunciava che dopo l’uscita dal Pd <erano quasi pronti nome e manifesto della lista civica “post-partisan” per l’imminente campagna elettorale>. Bertolotto che dopo diversi incontri con “re Scajola” in quel di Imperia, forma un gruppo di sostenitori poi dissoltosi come neve al sole, ma non gli impedisce di telefonare per chiedere sostegno a Vaccarezza. Del resto, non è difficile scoprire che sarà lui, comunque vada a finire, il futuro presidente della Provincia. E salire sul carro del vincitore è un vecchio mestiere. Ieri tutti alla corte dei “tavianei”, in pellegrinaggio a Bardineto; oggi berlusconiani, in pellegrinaggio a Imperia.

Bertolotto che si spinge a denigrare la magistratura (il vero cancro dell’Italia? non la corruzione diffusa, l’evasione fiscale elevata a sistema premiante, la disgregazione etica, le spaventose disuguaglianze sociali, l’assenza di meritocrazia, l’avanzare dei “professionisti della politica” e dei mediocri falliti nel “privato”, il nepotismo senza remore); Bertolotto, dicevamo, che finisce per scivolare su una “polpetta”.


Angelo Barbero

Avrebbe dovuto sapere, secondo primissime indiscrezioni degli ambienti massonici vicino al Pdl, che stava per scoppiare la mina vagante vera delle firme, autenticate da Angelo Barbero (massone in sonno?) ufficialmente raccolte tutte ad Albenga, mentre più sostenitori del Pdl avevano firmato i moduli anche ad Andora, Ceriale, Cisano sul Neva.

Ed ora c’è un’ipotesi di falso in atto pubblico a carico di Barbero, ma sarebbe troppo semplice, puerile, farlo diventare il “capro espiatorio” del primo colossale flop della storia elettorale savonese. Mai accaduto prima d’ora.

Ci hanno “regalato” anche questo i post democristiani “pentiti”, i post missini, gli antimassoni ed anticlericali bossiani. Chi ha seguito negli anni il leader Bossi nei suoi comizi savonesi (Alassio, Albenga, Pietra, Savona) ricorderà i suoi strali ricorrenti contro il “regime massonico” che “governava con l’appoggio del Vaticano”.

Torniamo al pasticcio firme Pdl: non ha senso parlare di “malafede” o “trappole”, insinuare lo zampino delle due anime massoniche di Albenga, già in guerra fratricida ai tempi del sindaco Mauro Zunino, un galantuomo. Semmai è un problema, non secondario, di impreparazione, superficialità, faciloneria, della dirigenza regionale e provinciale del neonato Pdl, la disorganizzazione-sistema. Conseguenze dirette dello strapotere scajolano che dispone ed impone?


Mauro Zunino

Oppure, come ha scritto Ermanno Branca su La Stampa: <Vaccarezza è garanzia di fedeltà assoluta dei savonesi (agli imperiesi ndr) e soprattutto l’unico in grado di affrontare le ingenti spese di una campagna elettorale stile americano>. Si parla di mezzo miliardo delle vecchie lire, o forse il doppio. Nonostante il cittadino Vaccarezza non spicchi tra i contribuenti loanesi. Avrà tanti benefattori, ovviamente disinteressati. C’è chi non arriva a fine mese, accumula debiti e ritardi nei pagamenti e chi abbonda in pranzi e cene conviviali-elettorali. Che c’è di scandaloso?

Un Vaccarezza presidente che si presenta a Millesimo tessendo le lodi del suo rivale Boffa (che ha scelto come slogan “Io, tu, noi, tuttisempre con le imprese per dare risposte rapide e chiare. Siamo con voi, vince la provincia”) ricordando: <Gli voglio troppo bene per augurargli di vincere, sarebbe per 5 anni ostaggio della segreteria dei Ds e dei loro interessi…>.

Ma di quali interessi si tratta? Vaccarezza, sempre dall’articolo de Il Secolo XIX : <Boffa avrebbe subito le porcherie denunciate da Bertolotto e non glielo auguro. Infatti la differenza tra noi e loro è che noi governeremo la Provincia di Savona senza padrini , né partiti che dettano legge, mentre loro no, per loro a decidere è sempre e solo il congresso Pd, ed il congresso e la segreteria hanno in testa solo poltrone da riempire e posti da assegnare, non certo gli interessi della gente…Noi siamo il partito del sorriso…loro non ridono mai…>.

Un Vaccarezza ottimista e positivo che per una volta in pieno contrasto con il neo alleato Bertolotto, dichiara il 9 maggio: <Abbiamo chiesto l’istanza del riesame, siamo certi che la documentazione sia in ordine, tutto si sia svolto alla luce del sole. Abbiamo pieno rispetto nel lavoro dei giudici…La giurisprudenza ci da piena ragione, è un inciampo non voluto, in un paio di giorni tutto si risolverà al meglio, ne sono certo e potremo continuare nella nostra corsa al cambiamento della provincia>.

Le cose non sono andate cosi. Il ricorso al Tar ha già dato un primo responso.Non favorevole al PDL (...vedi), la tegola e le nubi dell’inchiesta penale. Lo smarrimento e la delusione di una parte degli ex di Forza Italia. Gli ex di Alleanza nazionale fanno i cagnolini da compagnia? Di tutto e di più. <Sono dalla mia parte – ha ricordato orgoglioso il sindaco di Loano – ex colleghi di rango e valorosi, come l’ex sindaco di Ceriale, Piero Revetria, o quello di Finale Ligure, Piero Cassullo, oppure Paolo Torrengo di Cisano….>. Oltre all’ex assessore ingauno, Gianfranco Sasso. Il migliore!

Già, ma se Vaccarezza aveva più di una ragione per chiedere un “voto utile”, non dispersivo dei cosiddetti “partiti cespuglio” (con la sinistra sempre più suicida), anche per risparmiare 800 mila euro del ballottaggio, con il ricorso al Tar e tra le conseguenze del guaio firme si rischia addirittura di ricorrere ad una tornata elettorale, ex novo. Creare incertezza ed instabilità, quanto di peggio possa accadere.

Queste le parole, quasi boomerang, del candidato vincente al Secolo XIX: <Faccio un appello, il turno di ballottaggio costa 800 mila euro che la provincia ha già stanziato. Soldi completamente inutili, gettati al vento.  Chi non vuole votare i comunisti eviti di aspettare il secondo turno per appoggiarmi, ne guadagneremmo tutti>.

Le truppe, i fans, le squadre “pro Vaccarezza” non si preoccupino. I savonesi finiranno per premiarli. Sono ormai imbattibili. Insuperabili. Hanno unito ricchi e poveri, i “signori del cemento” e delle “seconde case”, con i diseredati di un entroterra in abbandono ed in crisi da anni, chi parla di rilancio dell’agricoltura e chi specula sulle aree agricole edificabili, chi paga le tasse fino all’ultimo centesimo e chi per il fisco guadagna meno di migliaia di dipendenti, pensionati. I “poveri ufficiali”, con meno di 14 mila euro lorde all’anno, sono il 78 per cento dei residenti. Per chi votano?

E soprattutto, questa campagna elettorale sta regalando ai savonesi, ai suoi media distratti, l’assenza assoluta di tematiche che investono i cittadini nella loro vita quotidiana. Il futuro (posti di lavoro non precari) dei giovani. Una provincia che si è gonfiata con 200 mila seconde case, lasciando quasi invariata la rete stradale (si pensi soltanto allo stato anteguerra della Albenga-Pieve di Teco, alla vecchia Aurelia), che ha due sole discariche e gestite da privati, ha una raccolta differenziata da terzo mondo, ha affidato gran parte delle risorse idriche ai privati, si sono moltiplicati gli enti e le poltrone di sottogoverno, sono raddoppiate in dieci anni le prebende per sindaci, assessori; si è depredato, rapinato il turismo alberghiero, facendo ora pagare al pubblico, attraverso contributi ed erogazioni regionali, la dissennata incentivazione a trasformare gli immobili. Monolocali e bilocali. Mansarde. I piani regolatori sono diventati una burla, grazie a centinaia di varianti “ad personam”, ad impresa. Chi non è proprietario di casa si “svena” per pagare gli affitti.

Si sono piegate come fuscelli le associazioni di categoria, con rare eccezioni, fanno i giullari e urlano soltanto se sono toccate nel portafogli.

Si è creato un contesto socio-politico tristissimo, vede dieci presidenti candidati al governo della Provincia, con 23 liste, con una cianfrusaglia di nomi, molti senza arte, né parte, direbbe Berlusconi.  Da truppe cammellate.

Si è creato un humus dove si corre per la candidatura a sindaco, ad assessore, a consigliere perché si è capito che la “greppia paga” sempre. Non importa se un intero paese di poche centinaia di abitanti veda tutti contro tutti (Toirano, Castelvecchio di Rocca Barbena...e non solo). Altro che bipolarismo all’americana! Di male in peggio? Purché ottimisti, propositivi, fiduciosi, costruttivi, sereni, pacati, moderati.

Luciano Corrado