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 IL 187 DI NOVARA CHIUDE

 Katia Labardi rappresentante sindacale CGIL e lavoratrice di Novara

 Entro fine anno 2009 i dirigenti romani chiuderanno la sede di Novara per trasferirci  tutti (80 persone ) a Milano. Noi abbiamo turni che partono dalle 6,50 del mattino fino alle 21,00 di sera , quando andremo a Milano l’orario sarà esteso alle 22,00 perche’ e’ una area metropolitana.

Il problema e’ che sull’ufficio di Novara convogliano la chiusura di 12 anni fa della Telecom di Biella e circa 8 anni fa di quella di Vercelli. Io sono una di quelle che arrivano da Biella, abito a Biella e viaggio tutti i gironi in treno …60 minuti  di andata ed altrettanti di ritorno… ed ora per andare a Milano il viaggio sara’ di piu’ di due ore in andata e due di ritorno, puntualita’ dei treni permettendo, sono part time al 75% quindi viaggero’ 4 ore per lavorarne 5,30...e’ come se mi avessero dato il libretto in mano..

Come il mio ci sono altri casi sia colleghe di Vercelli che di Biella. 

Mi permetto di inviarle una lettera che noi colleghe abbiamo scritto per raccontare la nostra storia e le nostre problematiche di lavoratrici, madri, moglie.. 

Grazie ancora per il suo interessamento.

 Katia Labardi Telecom italia spa Rappresentante cigl novara  

 

E’ bello rivedere  le vecchie fotografie ancora in bianco e nero delle prime telefoniste stipel.

Portavano lunghi grembiuli neri e colletti bianchi (tipo scolarette ), l’azienda forniva loro anche un paio di scarpe comode tipo pantofole.

In testa avevano una gigantesca cuffia bianca, scomoda, pesante e sedevano davanti a grossi tavoli con numerosi spinotti. 

Era un mondo femminile dove i turni notturni erano fatti da qualche uomo .

Molto e’ cambiato. Sono sparite le divise, la cuffia e’ leggerissima, gli spinotti si sono trasformati in computer  a schermo piatto ma…il mondo femminile e’ rimasto.

Le telefoniste si sono trasformate  in operatrici del call center commerciale e gli uomini sono sempre un numero ridotto.

Molte volte pero’ ci si sente solo dei numeri  e non delle donne, l’azienda decide di chiudere un palazzo ( per risparmiare sui costi di gestione ) e trasferire il personale in un’altra citta’, in un’altra regione  senza pensare che dentro a quel palazzo fatto di mattoni nel centro della citta’ di novara lavorano 80 donne con una grande professionalita’ e con una media di anzianita’ lavorativa intorno ai venti  / venticinque anni .

Questo sta capitando alle donne del 187 di via Matteotti a Novara dove nel corso degli ultimi dieci anni   sono gia’ convogliate le lavoratrici delle chiusure degli uffici di biella e vercelli.

Per loro le giornate lavorative  non sono  di 7,38 ore poiche’ si deve aggiungere il tempo per arrivare sul posto di lavoro con treni e mezzi pubblici quasi sempre in ritardo, le corse sotto la pioggia e neve per prendere le coincidenze. E’ difficile poi pensare che tutto questo viaggiare e’ fatto di mattina presto con levatacce mattutine per arrivare in orario al primo turno che inizia alle 6,50 o per tornare a casa dopo le  22.00 cioe’ alla fine del turno serale.

Si corre , si lavora, ci si ammala fisicamente e lo stress aumenta  e nelle poche ore  che si rimane a casa  si deve curare i genitori anziani, badare ai figli che crescono e noi ,il piu’ delle volte, non li vediamo alzarsi al mattino o non arriviamo in tempo per il bacio della buonanotte.

E la casa, chi la gestisce? Chi la tiene in ordine ? Gli stipendi non sono cosi’ alti  per potersi permettere una colf, una badante ,una babysitter cosi ci si appoggia alla vicina che per farci un favore porta i nostri figli a scuola e noi dedichiamo le nostre giornate di riposo a riassettare la casa .

Quando lavoriamo , con  orari che cambiano tutti i giorni, non  esistono ore fisse per pranzo e cena, si mangia quando  si puo’ velocemente un panino o il pranzo riscaldato che ci portiamo da casa e la digestione e’ un optional.

Quando noi saremo trasferite a Milano e il turno finisce   avremo voglia di tornare velocemente a casa e soprattutto arrivare sane e salve poiche’ si dovra’ transitare nelle stazioni di grandi citta’in ore buie    quasi quasi il rischio diventa la nostra professione  .

Viene da sorridere   che l ‘azienda Telecom  italia spa ha creato nel dicembre del 2008  una sua fondazione che ha lo scopo di concentrare e rafforzare l’impegno del  gruppo nei confronti  della comunita’ con il principale obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone.

Questo stride di grosso poiche’ la stessa azienda non si preoccupa neppure delle condizioni di vita delle sue lavoratrici.

Le donne del 187  di Novara si sentono prese in giro, non riescono piu’ ad avere una vita sociale, sono costrette al lavoro fuori casa..lontano da casa ed al lavoro domestico. Non esistono orari e una vita in famiglia si rischia di perdere di vista chi ha bisogno di noi come i figli…viene cosi proprio da pensare che non si lavora piu’ per vivere ma si vive per lavorare.