TRUCIOLI SAVONESI spazio di riflessione per Savona e dintorni
Negli
ultimi tempi i mezzi di comunicazione (ossia di disinformazione
e persuasione) di massa stanno diffondendo diverse menzogne,
mezze o false verità ufficiali, notizie distorte e manipolate
come, ad esempio, l’idea che la fase più critica sia sul punto
di esaurire i suoi effetti più pesanti e drammatici per lasciare
lo spazio ad una nuova ripresa dell’economia mondiale.
Parimenti, circolano racconti e versioni discordanti, leggende
metropolitane sia sull’effettiva durata e portata della crisi,
sia sulle sue cause reali. All’inizio sembrava che qualcuno
avesse l’interesse a seminare il panico generale, perché da una
situazione di sgomento e turbamento sociale avrebbe potuto
ricavare occasioni propizie per realizzare nuove speculazioni
finanziarie, approfittare della psicosi collettiva per siglare
facilmente affari d’oro e trarre opportunità di lucro
individuale. Oggi sembra che si giochi nella direzione opposta,
provando a ingenerare l’idea che la bufera sia cessata per
sedare gli animi e intorpidire le menti delle persone, quasi a
voler prendere tempo per adottare nuove decisioni per
l’avvenire.
Ogni giorno si passa con estrema facilità dall’ottimismo più
roseo al pessimismo più cupo e viceversa, a seconda dell’esito
del vaticinio quotidiano, per cui gli “esperti” oscillano da
pre-visioni fauste e positive ad annunci “profetici” meno lieti
e più allarmistici. Il G20 ha trasmesso la convinzione puramente
illusoria di una capacità di regolamentazione e moralizzazione
dei mercati finanziari con l’intento palese di infondere fiducia
e ottimismo, suscitando nuove speranze e aspettative verso un
risanamento della situazione. In tal modo le Borse cominciano a
risalire, il presidente Obama alimenta le speranze annunciando
“segnali di ripresa”, ma il giorno dopo si smentisce o,
comunque, non si sbilancia più di tanto.
Qualcun altro sostiene, in buona o mala fede, che l’attuale
crisi potrebbe far regredire l’umanità fino alla “età della
pietra”. Ma alla cosiddetta "età della pietra" (senza offesa per
le comunità umane esistenti in epoca preistorica quando, per
ragioni di sopravvivenza, si impose per millenni una sorta di
"comunismo necessario", definito "primitivo" dagli studiosi di
etnologia e antropologia culturale) già ci siamo, in virtù di un
sistema di vita che è a tutti gli effetti "tribale", ossia
violento e conflittuale, crudele e disumano. Viviamo già in un
sistema sociale ad elevato tasso di criminalità, alienazione e
violenza, efferatezza e disumanizzazione, una società
brutale e spietata, isterica e nevrotica, in quanto
segnata da sentimenti sempre più diffusi e
laceranti di odio, egoismo e divisione, da lotte feroci e
furibonde, rozze rivalità e discordie tra gli esseri umani,
invidie e gelosie che degradano e abbrutiscono le persone
costringendole al di sotto del livello minimo della meschinità e
della pusillanimità, risentimenti e rancori volgari
e grossolani, contraddizioni drammatiche e ingiustizie
dolorose, discriminazioni e disuguaglianze materiali sempre
crescenti, dissidi e controversie di ogni genere e sorta,
catastrofi e guerre sempre più terribili e sanguinose. Dunque,
peggio di così...
Comunque sia, malgrado la disinformazione di massa in corso, è
ormai evidente a tutti, anche ai più incauti e incalliti
ottimisti, che siamo di fronte ad una crisi non congiunturale ma
strutturale, una crisi epocale e totale che investe l'intero
apparato produttivo internazionale, una crisi di sistema che sta
mettendo in discussione il paradigma stesso dello sviluppo
economico e dell'accumulazione espansiva del capitale, e sta
sfatando un falso mito imposto in Europa e nel mondo intero
negli ultimi decenni. Un mito che è riconducibile a un
modello di vita, quello edonistico e consumistico, che
ora cade fragorosamente in frantumi.
Di certo il consumismo non è stato generato dai comunisti, anzi.
La sobrietà e l'austerità del comunismo potrebbero insegnarci a
vivere meglio, aiutandoci a recuperare un rapporto più
equilibrato, più sano ed autentico con le persone e con le cose.
E’ indubitabile che il modello economico-consumistico è figlio
di un’economia industrializzata retta sul mercato capitalistico.
Un sistema che ormai rischia il collasso e la bancarotta
(fraudolenta) mondiale, nella misura in cui la domanda sta
precipitando in modo vertiginoso causando il panico generale,
mentre l’offerta produttiva è aumentata in maniera
sproporzionata. Si conferma
esattamente la tesi secondo cui saremmo caduti in piena crisi da
sovrapproduzione e sottoconsumo: finora si è prodotto in eccesso
sfruttando troppo i lavoratori, che si sono progressivamente
impoveriti, per cui i consumi sono calati vertiginosamente,
nonostante la gente si sia indebitata fino al collo; ora i
magazzini sono strapieni di merci invendute e gli operai sono
gli unici a pagare la crisi con i licenziamenti e la
disoccupazione di massa. Di conseguenza i consumi continuano a
precipitare, cosicché la crisi rischia di aggravarsi
ulteriormente e si autoalimenta in modo crescente e
irreparabile.
Dunque, sorge spontanea la domanda: non è da criminali
irresponsabili esortare i cittadini ad essere "ottimisti", a
continuare a "consumare", ossia indebitarsi, come se nulla
fosse, come ha fatto qualcuno di nostra conoscenza? Indovinate a
chi mi riferisco: ma al bandito, piduista e populista, isterico
e oscurantista, di Arcore, ovviamente! Nel contempo sorgono
altre domande: si poteva proporre una maggiore sobrietà in tempi
di consumismo sfrenato pompato dalle reti televisive Mediaset?
Si poteva raccomandare l'austerità ai cittadini italiani
ai tempi della filosofia iper-consumista dei "tre
telefonini a persona", delle "tre o quattro automobili in media
a famiglia" e via discorrendo? Nel recente passato, chi avesse
osato mettere in discussione il “dogma consumista” avrebbe
quantomeno corso il rischio di essere scambiato per un idiota.
Lucio Garofalo |