Navi da seimila contenitori sulla banchina di Porto Vado
due metri di profondità in più nei fondali
Si tratta di un intervento concordato tra l'Authority e il Gf Group di Orsero con l'operatore marittimo Hamburg Sud
IL SECOLOXIX

20/04/2009
LA BANCHINA principale di Porto Vado sarà in grado, nei prossimi anni, di accogliere navi da seimila contenitori. L'Autorità Portuale di Savona sta studiando "accorgimenti tecnici" che consentano di approfondire di circa due metri i fondali lungo i 465 metri del fronte di accosto, rendendolo capace di accogliere navi portacontenitori sino a 14 metri di pescaggio. Attualmente la soglia limite di operativitàè fissata a 12,5 metri. Si tratta di un intervento concordato tra l'Authoritry, il Gf Group (Orsero) che gestisce il terminal contenitori e l'operatore marittimo Hamburg Sud che dopo aver acquisito dal gruppo Orsero i servizi di Costa Container Lines e Gilnavi ha attestato i propri scali sui moli di Porto Vado.
"L'iniziativa è in linea con i programmi di espansione di Gf Group e delle sue società operative, dal Vio a Reefer Terminal - spiega il presidente dell'Authority Rino Canavese -. Si tratta di sviluppi interessanti che hanno consentito di fronteggiare al meglio l'impatto della crisi sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista del lavoro e dell'occupazione".
L'acquisizione dei traffici di Carmel Agrexco e il riposizionamento delle linee di Hamburg Sud con lo spostamento di una settima nave sulle banchine del porto di Vado ha consentito di limitare i danni, alimentando la speranza che già a partire dalla seconda metà del 2009 possano manifestarsi i primi segnali di ripresa. Il sia pur temporaneo "dirottamento" su Reefer Terminal dei traffici di frutta israeliana destinato al mercato francese e l'iniziativa di Hamburg hanno consentito di mantenere l'attività ad un livello soddisfacente, con positivi riflessi per quanto riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali all'interno del gruppo Orsero e per la Compagnia Portuale. Dal 2011 la frutta di Agrexco tornerà in Francia - non più a Marsiglia ma nel porto di Sète, in Linguadoca, dove Gf Group sta costruendo un nuovo terminal, che andrà ad aggiungersi a quelli di Tarragona e Vigo già operativi in Spagna. La migliorata operatività delle strutture portuali di Porto Vado e la ripresa dell'economia mondiale dovrebbero tuttavia consentire allo scalo savonese di mettere a segno nuovi interessanti sviluppi.
Alle spalle della banchina principale è disponibile un piazzale di stoccaggio in grado di ospitare 10 mila contenitori, per una potenzialità annua di circa 400 mila teus. Lo scorso anno il terminal ha movimentato 251 mila containers con "rese" assolutamente competitive rispetto ad altri terminal mediterranei. La possibilità di accogliere navi di grande portata aumenterà quindi la capacità attrattiva del terminal contenitori di Vado, il cui limite, a quel punto, sarebbe rappresentato unicamente dalla limitata disponibilità di spazi di manovra e stoccaggio. Già lo scorso anno è stato necessario chiedere "ospitalità" alle Calate Nord.
L'iniziativa per l'approfondimento dei fondali a Porto Vado potrebbe, in effetti, essere vista nel quadro di una più complessiva strategia di potenziamento della "funzione contenitori". Nel senso che i due terminalisti - APM e Orsero - potrebbero avviare sinergie operative allo scopo di ottimizzare le rispettive strutture portuali e le aree retroportuali: Gf Group è azionista di controllo del Vio, la società? partecipata anche da Autofiori e Authority - che gestisce l'interporto e le aree alle spalle del futuro terminal APM. A quel punto, attraverso un coordinamento unico di tutte le attività di attraversamento del "gate" portuale, Vado potrebbe realmente aspirare a quel ruolo forte che sembra oggi essergli precluso dalla mancanza di spazi fisici.
Sergio Del Santo