Elezioni in Liguria, quella pedalata del tandem Burlando-Scajola dovrebbe far tremare Biasotti
IL SECOLOXIX
Pierfranco Pellizzetti
Ci sono due letture del ricorrente precetto secondo cui la Sinistra non dovrebbe esaurire la propria ragione d'essere nel riferimento monomaniacale a Silvio Berlusconi. La prima, ad alto tasso di mistificazione, denuncia ipotetiche "demonizzazioni" che non ci sono mai state (se non si prendono sul serio casuali intemperanze verbali, a fronte di permanenti pratiche collusive; dalle spartizioni in Rai alla Bicamerale, alla gestione subalterna del rapporto con il Cavaliere nel periodo veltroniano). La seconda, seria ma alquanto impegnativa, invita a dotarsi di una politica propria, partendo dalla rinuncia a inseguire inutilmente il consenso dei ceti ormai saldati nel blocco sociale altrui (cioè berlusconiano: dal lavoro indipendente alla micro impresa, alla rendita).
D'altro canto, mentre i propugnatori del disarmo unilaterale continuano a gironzolare facendo danni, risultano ad oggi non pervenuti i profili degli impegnati a costruire controffensive strategiche degne di tale nome. Semmai, nella latitanza di un confronto serio e nell'impalpabilità dei partiti in campo (Popolo della libertà e dintorni ridotti a stuoino del leader, il Partito democratico affetto dall'anoressia elaborativa di cui si diceva, i vari cespugli ossessionati dalla sindrome del naufrago), si acuiscono le derive furbesche e opportunistiche. Derive che in periferia "sgranano" ulteriormente il gioco politico determinando la proliferazione di figure tra il cacicco e il boiardo, intente solo al mantenimento delle proprie sfere d'influenza.
Qualcosa del genere potrebbe riscontrarsi proprio in terra di Liguria, visto che segnali di tal senso sono percepibili nel lavorio per le elezioni regionali dell'anno prossimo (le imminenti Europee confermano la persistente sottovalutazione dell'appuntamento, troppo spesso ridotto a opportunità per collocare a riposo notabili ingombranti).
Stando agli annunci, il 2010 vedrà in campo gli stessi attori della volta precedente: Claudio Burlando e Sandro Biasotti. Da qui la considerazione obbligata che in questo lasso di tempo il gioco politico locale non ha selezionato personale alternativo. Tanto nei format propri del berlusconismo (le personalità autoreferenziali) che in quelli più tradizionali di un centrosinistra come erede dei vecchi partiti (i dirigenti).
Infatti, l'unica personalità emersa a destra - Enrico Musso - si è rivelata più permalosa che determinata per ambire al ruolo di leader territoriale, i trentenni del Pd sembrano più propensi a ripetere la lezioncina che non a dirigere.
Sarà questa - dunque - la tenzone? Ma quanto ripercorrerà l'andamento del passato? Ce lo si chiede perché allora si svolsero due campagne elettorali parallele: una - ufficiale - per la conquista della Regione tra l'uscente Biasotti e l'aspirante Burlando; ma ce ne fu anche un'altra - sottotraccia - per la leadership ligure tra il Biasotti e l'uomo forte del Popolo della libertà nel Ponente ligure, il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola.
Dovendo battersi su due fronti, il candidato della Destra ne uscì stritolato; anche per l'inspiegabile (?) raddoppio del non-voto a destra nell'Imperiese. Infatti, se si fanno un po' di conti, salta subito agli occhi che buona parte del successo di Burlando dipese proprio da quel repentino smottamento di consensi nel fronte avverso.Un vantaggio caduto dal cielo? Indurrebbe a pensare il contrario il brusio dei propagandisti della "teoria dei due Claudio" (Scajola e Burlando in partnership) come assetto ottimale per il governo della Liguria. E l'evidente sintonia tra i due personaggi, se non altro in quanto parlano la stessa lingua e pensano allo stesso modo, riguardo alle tecnologie del potere. Lo sapremo tra un anno.
Va detto che chi scrive se ne infischia delle vicende personali, ma ha molto a cuore la qualità del discorso pubblico; che ne uscirebbe devastato dall'eterno prevalere del consociativismo. Intanto, nei panni di Sandro Biasotti, alla notizia dell'attuale governatore e del ministro segnalati a pedalare in sincrono sulla nuova pista ciclabile di Imperia, sentirebbe subito un brivido freddo corrergli lungo la schiena.
Pierfranco Pellizzetti (pellizzetti@ fastwebnet.it) è opinionista di Micromega.