TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
L’opinione/ Il rischio della soglia di sopravvivenza e il ruolo di “regioni rosse”
Il Partito Democratico
seduto su una polveriera
La disaffezione dell’elettorato rischia di
provocare una forte astensione al voto
Sta per avviarsi la macchina della campagna elettorale per le elezioni
europee ed è bene che si affini l'analisi politica, per cercare di capire al
meglio che cosa c'è in gioco, al di là della ovvia rozzezza degli slogan e
della vacuità dei programmi, tanto più in una situazione dove la “tensione
europea” è molto labile e si tende, più o meno da tutte le parti, a
considerare, almeno per quel che riguarda il nostro paese, questo
appuntamento come un grande “test” sullo stato di salute delle forze
politiche nostrane, a due anni di distanza dall'esito delle elezioni
politiche.
Delimitato così il campo dell'analisi va detto subito che uno degli
spunti più interessanti che ci sarà fornito dall'esito del voto sarà quello
della situazione del PD: in questo senso è proprio il caso di dire che il
PD, in questo momento, è seduto di una polveriera.
Gli elementi che aiutano a comporre questa immagine
sono almeno tre:
1)
Dai dati che circolano al riguardo
dell'orientamento di partenza degli elettori non pare esserci questione
circa la maggioranza relativa, che dovrebbe essere confermata appannaggio
del PDL.
Magari, il punto di maggior interesse, sotto questo aspetto appare quello
dello stabilirsi di determinati rapporti di forza tra PDL e Lega Nord, nel
Lombardo – Veneto (ma anche in Piemonte ed in Emilia). Al PD, sotto questo
aspetto, verrà a mancare la spinta verso il cosiddetto “voto utile” che pure
qualcosa aveva contato nel 2008, mentre crescerà la tensione verso il
“dialogo” sulle riforme costituzionali, oggi riportato in campo con grande
evidenza, pur nel momento segnato drammaticamente dal terremoto d'Abruzzo,
da un editoriale del Corriere della Sera, firmato da
Sergio Romano.
2)
Nell'eventualità (che i sondaggi indicano
chiaramente, pur divergendo nell'indicazione delle dimensioni) di un
arretramento del
PD sarà importante verificarne la realtà geografica. Se,
infatti, questa eventualità di arretramento colpisse zone del Paese dove il
PD è già ridotto a dimensioni marginali, allora si tratterebbe di un
arretramento ai limiti della soglia stessa di sopravvivenza del partito (per
essere chiaro, se ci saranno zone importanti del Paese dove il PD si
attesterà più o meno attorno al 10%, allora la rimonta davvero si renderà,
nel tempo quanto mai problematica).Il rischio è davvero quello di un
ulteriore rinserramento all'interno del fortilizio delle cosiddette “regioni
rosse”. Un risultato che potrebbe anche fornire complessivamente un esito
non del tutto negativo, ma fortemente deleterio sul piano della prospettiva
politica;
3)
Il PD si trova, inoltre, in questo momento in
difficoltà almeno su altri tre versanti. Quello della partecipazione al
voto, le cui prospettive appaiono molto negative in tutta Europa almeno
stando ad una analisi fornita da
Liberation
proprio in questi giorni (soltanto il 24% degli europei avrebbe già
deciso di recarsi alle urne. In Italia siamo al 30%, una quota comunque
molto bassa). Lo stesso PD inoltre soffre di un ampio strato di disaffezione
tra l'elettorato che aveva scelto il partito nel 2008. Il dato di fedeltà al
PD infatti oscilla attorno al 50%. Quanti di questi elettori potranno essere
recuperati da qui al 7 Giugno? La risposta è difficile, tanto più che i
Democrats si trovano stretti tra due fuochi ed hanno commesso un gravissimo
errore: da un lato la rottura con l'alleanza con
Di Pietro che si muove a “tutto
campo” per coprire il vuoto di opposizione( forse questo attivismo non
renderà moltissimo sul piano più strettamente elettorale, ma comunque
inciderà sul dato del PD); dall'altro il rapporto con le due liste di
sinistra, verso le quali l'aver portato avanti la linea dello sbarramento al
4% costringendole ad accorpamenti e a una vera e propria lotta per la
sopravvivenza, amplierà senz'altro il dato ottenuto dall'Arcobaleno (anche
se potrebbe trattarsi di una crescita insufficiente per l'approdo al
Parlamento Europeo) attirando alcuni dei pentiti del “voto utile”, la
maggior parte dei quali comunque veleggia verso l'astensione.
Questo quadro si inserisce, infine, nel dato dell'incertezza
nell'appartenenza europea (un nodo sicuramente non sciolto, anche se nella
stessa situazione si trova, paradossalmente, “Sinistra e Libertà”) e nella
prospettiva di un congresso lacerante. E' proprio il caso di ribadirlo: il PD è seduto su di una polveriera.
Savona, 14
Aprile 2009
Franco
Astengo
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