L’ASSESSORE DELLA REGIONE SPINGE SUI GRANDI INVESTIMENTI COME RICETTA PER USCIRE DALLA CRISI

“Conservare significa declino”

LA STAMPA
[FIRMA]ERMANNO BRANCA
SAVONA
«Conservazione fa rima con declino». Con questo slogan l’assessore regionale alla Pianificazione territoriale Carlo Ruggeri difende alcune importanti operazioni che nei prossimi anni interesseranno la provincia di Savona. Dalla Maersk alla Piaggio, dai cantieri di Pietra alla copertura dei parchi carbone in Valbormida. Secondo Ruggeri con 2 mila savonesi in cassa integrazione e altri 2 mila in mobilità, è arrivato il momento delle scelte.
I numeri della crisi sono noti ma i rimedi per uscirne?
«Al di là della contingenza, servono atti di programmazione e i progetti che possono fare la differenza sono noti a tutti».
La Regione crede nell’operazione Piaggio ma i numeri sono convincenti?
«Il nuovo stabilimento di Villanova consentirà di confermare i 1400 occupati e creare altri 300 posti di lavoro. L’azienda prevede investimenti per 150 milioni e parte delle risorse deriverà dalla riqualificazione urbanistica delle aree Piaggio. Anche qui si passerà da 350 mila metri cubi di ingombro a 210 mila, con aggiunta di nuove spiagge, un tratto di passeggiata, viabilità e parcheggi».
Anche la Maersk è un’operazione che fa discutere. Come valuta il rapporto costi-benefici fra occupati e impatto ambientale?
«La piattaforma rappresenta uno salto di qualità per tutti i porti liguri. Ai 450 milioni di investimento occorre aggiungere: 70 milioni di riqualificazione del fronte mare, 35 di casello autostradale, 16 milioni di sovrappasso, 4 per il trasferimento della case Gheia. I posti di lavoro fra diretto e indotto saranno mille. Fra l’altro quest’operazione consente il trasferimento degli sbarchi di carbone da Vado a Savona. Non dimentichiamo inoltre l’avvio della copertura dei parchi carbone di San Giuseppe che da sola vale 35 milioni».
Il progetto dei cantieri di Pietra Ligure risponde alla stessa logica?
«Il futuro dei 40 lavoratori dai cantieri passa necessariamente dal progetto di recupero del fronte mare con un piano produttivo legato al porticciolo turistico. E infatti all’attività produttiva è destinata la maggior parte dello specchio acqueo con aumento dei volumi per le attività cantieristiche. Rispetto al passato non si tratta più di fare la differenza fra posti di lavoro e impatto ambientale perchè spesso questi progetti rappresentano anche opere di riqualificazione».
Secondo lei allora questi progetti presentano solo vantaggi senza nessuna controindicazione?
«Diciamo che è il momento di scegliere perchè la conservazione, di qualsiasi colore si dichiari, oggi significa conservare il degrado, il declino economico e anche quello ambientale. Inoltre la questo atteggiamento nasce spesso da una conoscenza non approfondita dei problemi o, peggio ancora, dall’egoismo di chi sta bene così e non si preoccupa del futuro».
Spesso però questi progetti comportano modifiche permanenti dell’ambiente e nuova cementificazione in un territorio già compromesso negli Anni ‘60. Non crede che la misura sia colma?
« Non solo è demagogico ma è contrario alla realtà far credere che il non fare sia l’atteggiamento più rispettoso dell’ambiente, perché oggi è necessario un nuovo sviluppo per garantire risanamento e riqualificazione del territorio. Gli interventi di trasformazione del territorio e di nuovo sviluppo vedono la Regione protagonista. Con Accordi di programma: per Maersk; per Piaggio; per i Cantieri di Pietra Ligure così come per Ferrania e vedono un elemento qualificante: l’intesa fra pubblica amministrazione, sindacati e imprenditoria. La Regione accompagna inoltre lo sviluppo con fondi pubblici per Aurelia Bis finanziata da Ana con 250 milioni, i progetti Por di Savona e Vado oltre 20 milioni. Inoltre la Regione dal 2005 al 2008 ha impegnato per il territorio savonese contributi per 71 milioni di euro».