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FINALE. Non poteva che iniziare peggio, la nuova stagione
turistica per Finale. A poco meno di due settimane dalla
Pasqua, la frana non fa che demoralizzare le associazioni di
categoria che, per ora, si limitano a tenere incrociate le
dita, sperando che questa volta il problema si risolva più
rapidamente dello scorso anno. Ma dal primo sopralluogo,
effettuato ieri mattina dai tecnici della Provincia, è
emerso che i tempi per la messa in sicurezza del costone
saranno più lunghi del previsto.
«La nuova frana di Capo Noli non è altro che una "tragedia"
annunciata e per fortuna, ancora una volta, non ci è
scappato il morto. Ma non è più possibile permettere che il
futuro economico del Savonese sia condizionato da un'unica
via di collegamento tra ponente e levante, senza alcuna
alternativa». Fabrizio Fornasiero, presidente
dell'associazione Varigotti insieme che raccoglie la
maggioranza delle attività commerciali, ricettive e delle
associazioni di volontariato del rione, si dice amareggiato
e soprattutto deluso dell'atteggiamento dei politici che,
ancora una volta, vengono tirati per i capelli ad affrontare
un problema così grave, già destinato a ripresentarsi.
Erano stati gli stessi tecnici della Provincia,nella
riunione di un anno fa a Varigotti, a sottolineare che tutto
il costone di Capo Noli era soggetto a movimenti e pertanto
l'intervento di messa in sicurezza non avrebbe risolto il
problema in maniera radicale. Forse nessuno avrebbe pensato
che una nuova frana sarebbe tornata all'onore della cronaca
con così tanta rapidità. Si era infatti parlato di un
possibile nuovo dissesto nel giro di una decina d'anni.
Anche se in effetti, la frana è a 500 metri da quella
precedente.
«La strada è una fonte di vita per le attività commerciali,
ricettive e turistiche di Varigotti - ha detto Fornasiero -
e durante i sei mesi di chiusura, lo scorso anno, avevamo
tutti sottolineato la necessità di creare una strada
alternativa. Poi più nulla è stato fatto e così, sperando
che questa volta non ci facciamo attendere altri sei mesi
per la riapertura, la Liguria è di nuovo divisa a metà».
Paolo Tedeschi, presidente dell'Associazione alberghi e
turismo, sollecita le istituzioni a puntare a una soluzione
definitiva. «Bisogna accelerare l'iter per creare una
viabilità alternativa all'Aurelia - ha detto - Regione e
Provincia affrontino seriamente un problema che mette in
ginocchio tutto il territorio oltre ad essere un rischio
costante per chi transita».
Sono 200 mila i passaggi al mese attraverso l'Aurelia,
perduti lo scorso anno per la chiusura della litoranea. «Il
danno subito soprattutto da Varigotti e Finalpia lo scorso
anno è stato enorme - ha detto Fabrizio Fasciolo, presidente
dell'Ascom - Speriamo che l'Aurelia possa riaprire al più
presto ma sicuramente dall'agenzia delle Entrate ci saremmo
aspettati maggiore considerazione. E visto che il danno
l'abbiamo già avuto e in maniera consistente, ci attendiamo
questa volta un trattamento diverso».
Silvia Andreetto
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