01 Aprile 2009

Venerdì il responso tecnico ma le previsioni sono pessimistiche
Nessuno lo dice ancora ma è molto probabile che ci vorranno alcuni mesi per poter riaprire, in sicurezza, la via Aurelia a capo Noli. Dopo 48 ore di lavoro sulla parete rocciosa dalla quale sabato notte si sono staccasti alcuni massi è emersa una quantità enorme di pietre a rischio caduta. Il materiale definito pericoloso da far cadere sulla strada sarebbe già cento volte superiore a quello finito sull’asfalto sabato notte. Questa grande quantità di massi in movimento, unita a tante fessure, reti metalliche rotte (hanno circa 25 anni di vita), spaccature riscontrate sulla roccia, fanno temere il peggio. Per mettere in sicurezza la strada non basteranno poche settimane. Solo venerdì mattina, alle 11,30 in prefettura, ci sarà una prima riunione per fare il punto della situazione. E’ in quella sede che si tornerà a parlare di autostrada gratis per tutti coloro che utilizzano il tratto dell’A10 fra Spotorno e Finale. Lo scorso anno, dopo la frana di gennaio a levante della galleria di capo Noli (quella di sabato notte sì è manifestata a circa cento metri a ponente della stessa), ci vollero settimane per concedere lo sgravio del passaggio soprattutto a chi è quasi obbligato ad utilizzare l’autostrada. Un costo che si fa pesante per chi percorre il tratto quasi tutti i giorni.
Da lunedì mattina lavorano sulla parete franata geologi e rocciatori. Spiega Renato Falco, dell’ufficio viabilità della Provincia: «Stiamo togliendo molto materiale che è in bilico ed a rischio caduta. La gravità della situazione è confermata. Stiamo facendo l’impossibile per accelerare i tempi, ma non è facile lavorare in queste condizioni. In ogni caso non si può togliere all’infinito tutto quello che non è stabile. Non si può creare una situazione di ulteriore squilibrio. Si devono fare i conti con fratture che tagliano la roccia come lame di coltello. I tecnici stanno valutando le necessità e gli interventi da fare. Faremo il punto venerdì. Per ora non è possibile fare previsioni attendibili sui temi che saranno necessari per riaprire».
L’Acts ha attivato subito percorsi alternativi per i servizi fra Savona e Finale. Gli orari di partenza non cambiano. Per informazioni è possibile contattare il numero 800012727, attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 7,15 alle 19, il sabato dalle 7,15 alle 13, e il sito internet aziendale all’indirizzo www.acts.it.
Lo scorso anno, dopo tante previsioni che hanno fatto seguito alla frana di gennaio, la strada fu riaperta solo a metà giugno. Nel tratto messo in sicurezza sono stati installati dei sensori speciali che fanno scattare un sistema di sicurezza, con tanto di blocco del traffico, al minimo smottamento. Lo stesso sistema dovrà essere adottato nella zona che è oggi da bonificare. Ma probabilmente è tutto il tratto fra capo Noli ed il Malpasso che dovrebbe essere monitorato con questa tecnica. Questo lembo di territorio, quasi unico nel Mediterraneo, diventa ogni anno che passa sempre più fragile.
Reazioni
Secondo anno
di crisi
per la Pasqua

VARIGOTTI

“Un disastro
per l’economia”

LA STAMPA
Sono gli operatori economici e turistici di Varigotti, i più colpiti, i primi a ribellarsi all’ennesima chiusura, per frana, dell’Aurelia a Capo Noli. Dice Fabrizio Fornasiero (orafo, presidente di «Varigotti Insieme»): «Ho ricevuto decine di telefonate di colleghi molto preoccupati, ci vuole un po di chiarezza. E’ trent’anni che ci promettono cose, ma si parla e basta. Ci vuole un progetto alternativo definitivo. Non è solo un problema di Varigotti ma è di tutta la provincia di Savona. Migliaia di persone sono in difficoltà. Varigotti senza ‘’passaggio’’ è colpita pesantemente, noi viviamo in questa stagione solo ed esclusivamente sul passaggio dei potenziali clienti. Siamo sempre stati usati. L’Aurelia è l’unica via di collegamento di tutto il Savonese. Non ci possono dire di fare le strade alternative, sarebbe bellissime dal punto di vista turistico salire sempre a Le Manie, ma noi siano schiavi di una strada che non è più strada e di un’autostrada che non è più autostrada».
Commenta Franco Di Pilato (farmacista): «La situazione è disastrosa. Ho appena rifatto la farmacia spendendo un mare di soldi. Nella mia nuova collocazione vivo solo sul passaggio. Con la strada chiusa gli incassi sono immediatamente più che dimezzati». Proteste anche da parte di molti pendolari e di attività commerciali di Noli.
Critiche per la scarsa informazione sulla frana fornite domenica e lunedì agli automobilisti in arrivo o in transito nel Finalese. Dice Francesco Bori (meccanico): «Dobbiamo prepararci ed informare la gente come poter arrivare a Varigotti senza scendere da Spotorno. La società Autostrade, o chi per essa, deve mettere una segnalazione, ad esempio ‘’per Varigotti uscita a Finale Ligure’’. Noi conosciamo le deviazioni ma molti nostri clienti no. Ci vogliono cartelli sull’Aurelia con scritto che dal Castelletto a Pia si può proseguire ‘’solo per Varigotti’’. Non si può tutti gli anni fare questa vita. Ci vuole una protesta forte».
Polemico anche Bruno Gonella (ristoratore): «Nelle prime ore di chiusura siamo stati abbandonati. Non c’era la giusta cartellonistica. Abbiamo perso clienti che erano già per strada e si sono trovati con indicazioni sbagliate come l’annunciata chiusura del casello di Finale». In realtà i lavori al casello domenica erano sospesi e sono stati ripresi lunedì con la chiusura della sola uscita per i veicoli provenienti da Ventimiglia.
Ma ci sono problemi anche sulle strade alternative suggerite nell’entroterra fra Noli e Finalpia, via Le Manie o Vezzi Portio. Dice il sindaco di quest’ultima località, Alessandro Revello: «Sulla deviazione Finalpia-Vezzi c’è una strettoia molto pericolosa. Lo scorso anno avevo già fatto una lettera alla Provincia. E’ una problematica irrisolta. Sulla provinciale 8 ci sono tratti pericolosi. E’ una situazione nota, non sono mai stati fatti interventi».\

Quella di Capo Noli è una situazione molto delicata, perchè riguarda un vasto tratto di parete rocciosa che incombe sull’Aurelia. Nonostante ripetuti e complicati interventi non è ancora possibile risolvere definitivamente la situazione. Solo una costosissima galleria nella roccia potrebbe mettere la parola fine al pericolo frane». Alessandro Scarpati, uno dei geologi incaricati dalla Provincia di Savona per risolvere il blocco stradale che divide in due tronconi il Savonese, analizza la situazione nel suo complesso.
«Alla base di tutti i problemi su Capo Noli c’è una roccia di tipo calcareo-dolomitica. Si presenta fessurata e fratturata ed è quindi tendente a disgregarsi. Lo scorso anno lungo l’Aurelia sono già stati fatti vari interventi contenitivi, in un altro tratto. Il problema è che di tanto in tanto, i lavori già eseguiti vanno ripetuti», ha spiegato Scarpati. E ha aggiunto: «Ormai sono oltre 50 anni che si fanno interventi molto costosi, che hanno però sempre una durata relativa e un’efficacia limitata. Reti e barriere paramassi, sistemate in tempi diversi, non sono bastanti a risolvere questo fenomeno progressivo. E’ tutto in evoluzione, dopo un po’ bisogna tornare a rivedere ciò che è già stato sistemato. Ci sono inoltre tratti ancora senza reti. Insomma la situazione è di grande criticità».
Quali possono dunque essere i rimedi possibili per arginare definitivamente il problema delle frane e annullare la loro pericolosità?. Prosegue il geologo: «Se si realizzasse una galleria artificiale paramassi, sostenendo inoltre costi molto onerosi, non ci sarebbe comunque una garanzia di sicurezza. La parete è talmente alta e i blocchi che si possono staccare così grossi che il cemento armato della struttura potrebbe non essere in grado di resistere agli urti. Esiste, quindi, un’unica soluzione definitiva: un tunnel, un buco nella montagna, con ingresso da Noli e uscita a Varigotti. I costi da sostenere sono naturalmente altissimi. Quest’opera dovrebbe avere una priorità regionale per la sua grande importanza e urgenza. E’ un intervento che necessita un intervento da parte dello Stato. Si sente sempre parlare di grandi opere, ma non di lavori come questo».
Se in Liguria l’Aurelia è minacciata da rocce incombenti in più punti (per esempio su Capo Mele, su Capo Santo Spirito o nel tratto fra Albissola Marina e Savona all’altezza delle Funivie) in Italia esiste un’altra zona delicata paragonabile a quella di Capo Noli. «Si tratta della strada Gardesana, ovvero quella che costeggia il lago di Garda, minacciata da rocce incombenti. Per diversi chilometri la situazione è critica. E le frane sono molto frequenti».