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Il primo partito italiano: il PES

di Milena Debenedetti


Ovvero, il Partito Elettori Smarriti. Non dovrebbe essere uno scoop, quello che sto per dirvi, perché è evidente a chiunque si soffermi a esaminare il trend elettorale recente, considerando TUTTI i numeri, anche quelli che vengono sottaciuti.

 Così continuiamo a sentir parlare di consenso oceanico del premier, di prevalenza assoluta dei temi sicurezza e immigrazione, del fatto che “la maggioranza del paese” ha scelto il centro destra.

Poi, come tutte le profezie autoavverantesi, per effetto di suggestione popolare e di propagazione e di martellamenti mediatici a senso unico ci si crede sul serio e magari avviene, anche solo per l’effetto psicologico di stare con il “vincente”. Ma non è, non dovrebbe essere così.

Anche se, a essere sinceri, non è che la consapevolezza della verità ci farebbe essere solo di un millimetro fuori dal pantano. Anzi. Aggiungerebbe un tocco sconsolato.

Voglio dire, tra credere che davvero questo sistema di potere sia plebiscitario e vincente, o sapere che è minoritario, ma compatto, mentre oltre c’è lo sfacelo, e occorreranno anni per ricostruire, sempre che ci si riesca…non cambia molto, nei risultati e nella pratica.

Ma almeno, non raccontiamoci storie.

 Berlusconi sarà amato da un italiano su quattro, da uno su tre, al massimo, contando chi ne subisce comunque una sorta di fascino da soggezione del potente. Ma gli altri, tutti gli altri o quasi, non lo sopportano più, e si sentono impotenti.

E non rappresentati.

Che consenso è quello di chi è odiato ferocemente da chi non è con lui? Consenso democratico?

Voglio dire, di solito nelle democrazie avanzate  i perdenti hanno comunque rispetto del vincitore e delle sue decisioni, anche se non lo amano. E viceversa, la maggioranza comunque dialoga correttamente con l’opposizione.

 Qui, il disprezzo delle regole che lui spande a piene mani gli procura approvazione in una parte del paese, ma scava un solco profondo con il resto.

Non è, alla lunga, una ferita priva di conseguenze nefaste, in tutti i sensi.

Per rinfrescare la memoria, vediamo due numeri (riporto indirettamente, spero i dati siano corretti, e arrotondo le cifre per semplicità).

ELEZIONI 2008 (dati Camera dei Deputati)

Su 47000000 di aventi diritto votano quasi 38000000 pari all’80,5 %. I voti per i partiti sono 36450000

13600000 PDL  - 3000000 LN – 410000 Autonomia Sud = 17000000 pari al 36, 2 %

1500000 scheda bianca o nulla – 9000000 astenuti = 10670000 pari al 22,65 %

Per semplificare nell’ottica del ragionamento, gli altri partiti tutti insieme, destra e sinistra, 19000000 pari al 41%

Il PDL ha preso solo il 28,9 % se contiamo il totale degli aventi diritto. Poco più di quel 22% di astenuti.

Se sommiamo il dato astensione/nulle con il dato oppositori abbiamo il totale di quelli che NON hanno votato per Berlusconi o i suoi alleati  nel 2008:  QUASI IL SESSANTAQUATTRO PER CENTO DEGLI ITALIANI!

Ecco. E’ questo il dato corretto da cui partire. Poi non importa che una parte di questi, con domande ad arte nei sondaggi, approvi i grembiulini (leggenda metropolitana della legge scuola, peraltro, una sirena per incantare e nascondere altro), o la “tolleranza zero” o le ronde o la lotta agli “sfaticati”  del settore pubblico. E da questi dati si evinca gradimento del premier o del governo oltre la realtà.

La realtà è che, come anche io nel mio piccolo sostengo da tempo, questo indecoroso schieramento vince per strapotere mediatico, abbandono, mollezza, tattiche o politiche sbagliate degli avversari, non per meriti suoi, e non accumula affatto consensi. Le dimissioni di Veltroni parlano più di mille discorsi, in proposito, e così i balbettii delle sinistre (peraltro maltrattate e boicottate dai media oltre ogni dire, specie i Verdi).

Le ultime elezioni, Abruzzo come Sardegna, non sono in realtà passeggiate trionfali dell’arcoriano, ma denunciano sfiducia profonda, innanzitutto nel PD, convogliarsi dei voti dei delusi, di qua nell’IDV, di là nell’UDC (anche se mi chiedo onestamente come qualcuno possa credere nel signor Azzurra Caltagirone sponsor di Cuffaro);   e aumento spropositato di astensione e disaffezione al voto. Che nelle amministrative, locali e per tradizione molto vicine e partecipate, è ancora più grave.

Ecco. Tutto ciò non è una bella cosa, è un vuoto  di vita democratica, vuoto di speranze di politiche migliori.

E qui da noi? Parliamo delle provinciali. C’è molto malcontento, ma anche tanta, troppa rassegnazione. Nella quale chi ha soldi, organizzazione e potere è già partito con campagne martellanti con l’assoluta certezza del vincente.

Profezia autoavverantesi, appunto. Tra l’altro, che masse di elettori appoggino convinti alle provinciali chi prometteva di abolire le province, è dato che preoccupa. Ma tant’è.

Mi aspetto astensionismo alle stelle ed esiti scontati.

A persone, gruppi e comitati molto simili per preoccupazioni,  propositi, idee e filosofie di base, che non sono riusciti a costruire un’alternativa credibile, o quantomeno a identificarsi in qualche gruppo o partito che potesse proporla, (a meno di miracoli dell’ultima ora) rimarrà il peso e il rimorso di assistere impotenti ad altri anni, si può facilmente immaginare, di scelte disastrose e irreversibili.

 Milena Debenedetti