«Case popolari un ambiente da terzo mondo»
la protesta a villapiana
Il vicesindaco: concordata con Arte la radicale pulizia dell'area. E ci sarà più presenza delle forze dell'ordine
IL SECOLOXIX
Savona. Degrado, sporcizia, rottami e mobilia abbandonata, disagio sociale. Gli abitanti degli alloggi popolari di via Istria e via Milano, a Villapiana hanno scritto una petizione al Comune - dopo una riunione definita «poco fruttuosa» con i vertici Arte - per chiedere interventi risolutivi almeno sul piano della manutenzione e della pulizia. A Palazzo Sisto - che ha chiesto e ottenuto una relazione della polizia municipale sull'area - promettono che la situazione sarà presto risolta: «Ho già parlato con il presidente di Arte per le vie brevi, senza arrivare ad un'ordinanza sindacale - spiega il vicesindaco Paolo Caviglia - e mi ha garantito che nel giro di dieci giorni la zona sarà completamente ripulita». Inoltre, polizia municipale e polizia di stato hanno concordato passaggi regolari dei rispettivi uomini (vigile di quartiere e poliziotto di quartiere) tra le vie in questione e nei pressi delle case di edilizia popolare. «In realtà non si sono verificati particolari episodi di microcriminalità, se si eccettua qualche atto di vandalismo come avviene anche in altri quartieri - sottolinea Caviglia - ma il degrado complessivo dell'area ha accresciuto la percezione di insicurezza degli abitanti. Per questo metterla a posto non è solo una questione di semplice pulizia».
Hanno scritto gli abitanti degli alloggi popolari di via Istria e via Milano: «A seguito del forte ricambio dell'utenza residente da oltre 60 anni, abbiamo assistito ad un inserimento graduale e costante di singoli e famiglie con contenuti di forte disagio sociale e grosse difficoltà esistenziali, le quali hanno contribuito a cambiare radicalmente ogni equilibrio di convivenza civile rendendo la qualità della vita sempre più amara e insopportabile sotto tutti i punti di vista». Aggiungono: «Senza alcun rispetto delle regole con un continuo via e vai di mezzi e soggetti sconosciuti a qualsiasi ora del giorno e della notte con conseguenze ben immaginabili per una società di persone normali costrette a subirne gli effetti indesiderati in costante aumento viste anche le previsioni delel future assegnazioni di risulta c onil grosso pericolo di trasformare questi ambienti in veri ghetti sociali protetti». I residenti parlano poi delle condizioni degli edifici, di «ambiente da terzo mondo».
E chiedono al Comune di esercitare una mediazione con Arte per trovare soluzioni.
Caviglia ha così avviato i contatti con il presidente Cesare Re, preferendo le vie informali all'ordinanza: «Ho trovato piena collaborazione e mi è stato assicurato che entro dieci giorni la situazione sarà risolta, almeno per quanto riguarda rottami e mobilia abbandonata e pulizia dell'area». Inoltre, come detto, vigili urbani e polizia hanno preso accordi per passaggi regolari che diano ai residenti la percezione della presenza e del controllo da parte delle forze dell'ordine.