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Savona. Approvando il positivo bilancio 2008 (23,6 milioni
di utili) pochi giorni fa il presidente della Cassa di
Risparmio di Savona Franco Bartolini si era detto fiducioso
della riconferma facendo presente il rischio "di cambiare i
cavalli in mezzo alla corrente" in un momento di crisi
economica mondiale. Nella stessa occasione si era però
lasciato sfuggire una battuta: «Ma non si sa mai, ci sono
conclavi in cui si entra da Papa e si esce da cardinali». E
proprio questa battuta, nelle ultime ore, sembra
un'anticipazione beffarda di quello che è in atto: una corsa
per tentare di farlo diventare cardinale e rimescolare carte
ed equilibri nel cda della banca di Corso Italia.
Che sia in atto questa corsa è certo anche se nessuno per
ora ne parla ufficialmente perché trattative e incontri sono
top-secret e delicati. È una corsa che si svolge a vari
livelli sull'asse Imperia-Genova con Savona un po' alla
finestra nonostante dovrà recitare un ruolo importante nella
partita. Ieri si è parlato con insistenza di un incontro
decisivo nell'estremo ponente ligure presente il Ministro
Scajola, per fare il punto sulla situazione e decidere una
strategia. A domanda, però, la sua segreteria ha fatto
sapere che il ministro imperiese era in partenza per la
Russia con un volo del pomeriggio senza chiarire se al
mattino avesse incontrato qualcuno e per parlare di cosa.
Di certo all'orizzonte c'è la data del 24 aprile quando il
cda Carisa dovrà essere rinnovato ma soprattutto quella di
pochi giorni dopo quando il rinnovo riguarderà il ben più
appetito cda della "padrona" Carige. Il timore è che le
poltrone di Savona, a cominciare dalla presidenza, in questo
vortice di possibili cambiamenti possano diventare merce di
scambio per interessi "forestieri".
Un rischio che la Fondazione Carisa per ora non commenta.
«Non ne so nulla - dice Gianfranco Ricci, consigliere della
Fondazione - la settimana prossima (martedì, ndr) c'è
un'assemblea ma non so se parleremo del cda Carisa. Voglio
però dire che il presidente Bartolini gode di fiducia e
stima per come ha lavorato».
E lo stesso Bartolini, pur premettendo la difficoltà di
parlare di se stesso («dovrebbero essere gli altri a
parlare»), si limita a un semplice «non posso confermare né
smentire perché non ne so nulla ma tutto è possibile. In
assoluto ritengo che, in una fase di crisi come questa, non
sia l'ideale fare cambiamenti quanto tutto funziona, ma non
sta a me dirlo».
Eppure le voci sono insistenti e parlano della leadership di
Bartolini attaccata essenzialmente da tre fattori: l'età (78
anni), il numero dei mandati (è alla fine del terzo) ma
soprattutto la politica. La presidenza Carisa finora è stata
decisa dalla sua Fondazione cittadina, quindi da Savona, che
sceglie il nome e ne chiede l'approvazione a Carige (Genova)
in virtù di patti parasociali anomali siglati nel 1999 e ora
in scadenza (duravano 10 anni, a luglio andranno rinnovati o
rivisti). Anomali in quanto la Fondazione nonostante il peso
trascurabile delle sue azioni in Carisa (4% rispetto al 96
di Carige) ha finora beneficiato di un accordo concordato
con Genova all'epoca dell'acquisizione per non perdere
l'identità savonese della banca e un po' per riconoscenza
(per vendere a Carige, i vertici savonesi finirono infatti
sott'inchiesta). Ma ora le cose potrebbero cambiare.
Questione di ore e si saprà.
Dario Freccero
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