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Un articolo di “Repubblica” ripropone il “caso deregulation” e impoverimento

I contrabbandieri di “sviluppo Savona”

maschera tragica della speculazione

Il miracolo degli intrecci tra rendita fondiaria, immobiliare e finanziaria. Il ruolo di certe pagine di cronaca locale pongono altri seri interrogativi. Le alternative


               di Franco Astengo



Savona - Torniamo a riflettere sul “caso Savona”, partendo da una citazione tratta da un articolo di Luciano Gallino, apparso qualche giorno fa sulle colonne di “Repubblica”: “ L'idea che un paese o una regione o una città possano vivere bene soltanto promuovendo il turismo e le visite ai musei, il commercio via Internet ed i convegni, o magari soltanto le operazioni finanziarie, lasciando ad altri la fabbricazione di tutti i beni materiali di cui le persone hanno bisogno e utilizzano tutti i giorni, è stata un'illusione che ci ha non poco danneggiato”.

In soldoni è stato questo ragionamento che ha ispirato, a Savona, una parte di coloro che si sono opposti al processo di deindustrializzazione e all'adozione del modello turistico – edilizio che è stato portato avanti in questi anni dai poteri economici e politici della Città, al di là delle appartenenze politiche.

Un processo di deindustrializzazione e la trasformazione delle zone di maggior pregio attraverso una vera e propria colata di cemento attuata al di fuori da qualsiasi regola programmatoria che la recente approvazione (anch'essa “trasversale”) del PUC da parte del consiglio comunale non ha fatto altro che suffragare, lasciando altri bocconi succulenti alla “deregulation”.

Il modello , appena citato, della “deregulation” cementificatrice è stato, infatti, contrabbandato come “sviluppo”: vale la pena ricordare, ancora, che quanti si sono opposti proprio in virtù delle ragioni appena ricordate e così ben riassunte da Luciano Gallino, hanno avuto come cardine del loro agire politico l'idea che quello “sviluppo” nascondesse semplicemente la speculazione ( è proprio questo il motivo per il quale, torre Fuksas o non torre Fuksas, ci si deve opporre al porto della Margonara;; perché si tratta di una speculazione e basta).


Luciano Gallino
Oggi, i dati della crisi finanziaria ed economica che sta imperversando a livello globale, una volta rapportati alla situazione savonese, ci confermano nella nostra ipotesi: la speculazione mascherata da sviluppo versus sviluppo maschera della speculazione.
Cresme ed Ecosfera, infatti, ci fanno sapere che il mercato edilizio non pare risentire di fasi di rallentamento: questo dipende dal fatto che sul mercato edilizio e fondiario operano oltre e più della stessa rendita di settore, agenti esogeni sempre più incidenti derivanti dall'intreccio tra rendita fondiaria, rendita immobiliare e rendita finanziaria di tipo speculativo.

Ciò porta molti operatori, grandi e piccoli, singoli o associati in finanziarie ed imprese, a tenere ferma e vuota sul mercato la maggiore parte della quota disponibile: essa è destinata infatti solo a quel mercato alto e tendenzialmente “sovrano” costituito dagli agenti attratti dall'alto valore del bene costituitosi attorno alla rendita finanziaria e non attorno al valore attribuitogli dai meccanismi del mercato reale e della domanda sociale: questo spiega la grande quota di patrimonio sfitto e il mancato arresto del mercato delle vendite ad alti prezzi.

Si tratta, lo avrete capito, esattamente della fotografia della situazione relativa alle Torri “Bofill”, checchè ne scrivano le pagine (speriamo a pagamento, almeno ce lo auguriamo per gli estensori, perché sarebbe grave fare quel mestiere gratis) pubblicate da certi quotidiani locali: è, sarà la situazione, prossima ventura, del mastodonte “Astor” e del – futuribile - “Binario Blu” (aspettiamo i dati relativi all'ecomostro di Via Cimarosa).

Intanto soffocata della rendita speculativa, dall'inconsistenza economica della vicenda “crociere”, dall'assenza di una capacità di programmazione concreta del futuro, Savona impoverisce come mai le era capitato in passato.

Insomma, come recita il titolo: sviluppo maschera tragica della speculazione.

Savona,  2 Aprile 2009                                                                 Franco Astengo