TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
L’opinione/ Dietro il nuovo simbolo di “Sinistra e Libertà”…
CRISI ECONOMICA E CRISI POLITICA
Nel
giorno della presentazione del simbolo di
“Sinistra e
Libertà”, lista elettorale che si presenta come novità per la
prossima competizione elettorale europea e con qualche propensione a
definirsi quale soggetto propedeutico per una nuova rappresentanza politica
della sinistra italiana, vale la pena di fare il punto della situazione in
atto, magari ripetendo cose già dette e scritte, ma cercando di
sintetizzarle in una pretesa (probabilmente mal riuscita!) di ragionamento
politico: 1) La crisi finanziaria avviata ormai da molti mesi a livello globale, si è ormai trasformata in crisi economica. Una crisi economica che aggredisce la produzione reale, l'occupazione, la condizione di vita di milioni e milioni di donne e di uomini in tutti i continenti.Molti osservatori
hanno parlato di fine del ciclo “liberista” apertosi all'inizio degli
anni'80. Forse non è il caso di essere così drastici, ma è certo che avremo
una profonda modificazione della struttura capitalistica così come l'abbiamo
conosciuta negli ultimi decenni. Si
invocano interventi pubblici e ricette stataliste, anche a livello
sovranazionale come nel caso europeo (concorso di una pluralità di entità
statuali diverse attorno ad obiettivi comuni? Insomma, di nuovo l'Europa
“delle Patrie” di memoria gaullista?), e si discetta di
“colbertismo” da un lato, e di riferimenti al
“new deal”.
La
sinistra dovrebbe ricordare, a questo proposito, il ristrutturarsi ferreo
delle condizioni di classe, scegliere i propri riferimenti sociali con
grande precisione, attrezzarsi di una progettualità che attualizzi la parte
migliore delle propria storia: dalla programmazione pubblica dell'economia,
al welfare state, all'internazionalizzazione dei progetti di ammodernamento
degli apparati produttivi e delle infrastrutture, alla pace quale
presupposto decisivo per un nuovo ciclo di crescita, alla difesa
dell'ambiente non inteso semplicemente quale valore post-materialista, alla
proprietà pubblica delle grandi
“utilities”;
2)
Il tentativo di concludere l'iter di
trasformazione della democrazia italiana, avviato nei primi anni '90 con il
passaggio alla legge elettorale mista maggioritario/proporzionale,
attaccando direttamente la Costituzione Repubblicana nei suoi gangli vitali
dell'assetto parlamentare: è questa la direzione in cui si muove
pesantemente l'attuale governo, al di là delle battute di cattivo gusto sul
voto riservato ai soli capigruppo, attraverso la modifica dei regolamenti
del Senato, l'uso dei decreti – legge, la modifica del rapporto dialettico
Governo/ Parlamento in una relazione Governo, Maggioranza/Minoranza tale da
ridurre le Camere a solo luogo di ratifica, il definitivo passaggio alla
personalizzazione della politica (che il
PD
avalla attraverso l'utilizzo di un meccanismo di “Primarie
all'Italiana”, complessivamente negativo). A
questo stato di cose l'opposizione non può rispondere adeguatamente se non
risolverà quel problema che, sulle colonne di “Repubblica”,
Nadia Urbinati
riassume definendo la sinistra come “invertebrata”.
Senza risolvere, cioè, il tema dell'impossibilità di un compromesso sul
terreno della democrazia parlamentare e rappresentativa;
3)
Tutto questo richiede la presenza di
una soggettività politica adeguata, ponendo alla sinistra italiana la
questione, appunto, del “raddrizzare la schiena”. Il
PD
sta tentando, attraverso gli annunci del suo nuovo segretario, di recuperare
almeno rispetto ai disillusi ed ai potenziali astensionisti.
La
sinistra deve, prima di tutto, misurarsi sul merito attraverso proposte
concrete riguardanti la crisi economica e la condizione materiale di vita
dei cittadini (la proposta di sussidio a chi perde il lavoro non è né ”elemosina
di Stato”, né “incentivo al licenziamento”) ma era necessario
analizzarla meglio, riempirla di contenuti, farla diventare strumento di
pressione reale avviando una seria mobilitazione di massa attraverso la
quale accompagnare, anche, il discorso relativo al sindacato ed al tentativo
di isolamento della
CGIL,
verso la quale stabilire relazioni di sicuro confronto politico.
Questo è soltanto un esempio, perché l'idea di una nuova soggettività
politica passa, soprattutto, attraverso il rifiuto di tentazioni radical -
girotondine, movimentiste, facilmente e stupidamente post – materialiste e
l'approfondimento di un recupero della dimensione ad integrazione di massa,
da realizzarsi attraverso lo sviluppo di un progetto che raccolga la nuova
centralità dell'antica frattura “capitale / lavoro”, intrecciando attorno ad
essa le nuove
“issues” emerse dalla divisioni, dalle segmentazioni, dagli
sfrangiamenti derivanti da una società individualistica, consumistica,
dominata da una velocità di comunicazione capace di spazzare via, a tempo di
record, ideali e valori che invece è necessario conservare, arricchire,
rinnovare, non relegare semplicisticamente in una dimensione fatalista-
storicista, ma trasformandoli in opzioni concrete, punti di una grande
battaglia politica da ingaggiare subito.
Savona, 16 Marzo 2009
Franco Astengo
|