TRUCIOLI SAVONESI spazio di riflessione per Savona e dintorni
Le ultime Api
Perché muoiono
le Api? Possiamo esistere senza Api? Chi sono i colpevoli della moria delle
Api nel mondo?
·
Il
professor Vincenzo Girolami - Ordinario di entomologia agraria della Facoltà
di Agraria dell’Università di Padova giovedì 5 marzo 2009 ha presentato a
Paese (TV) una ricerca che ha dimostrato come i pesticidi moderni siano i
responsabili della moria delle Api.
·
Per
il 98% dei casi è inutile l’uso dei pesticidi per la concia dei semi di mais
causa della moria delle api.
·
Localmente la perdita delle arnie va dal 50 al 70%.
·
In
provincia di Treviso vengono utilizzati ogni anno 3.100.000 chilogrammi di
pesticidi pari a una media di circa 3,5 chilogrammi per abitante.
·
Nell’ULSS 7 (Conegliano) i morti di cancro aumentano con la medesima
percentuale dell’aumento dei pesticidi in agricoltura.
·
Ogni
anno nella sola provincia di Treviso vengono bruciate a cielo aperto ben
150.000 tonnellate di potature tossiche provenienti dai vigneti.
Giovedì 5 marzo 2009 il
Gruppo Paeseambiente di Paese (TV) ha organizzato una
conferenza pubblica dal titolo “Le ultime Api” per parlare del
fenomeno della moria delle Api a causa dei nuovi pesticidi utilizzati in
agricoltura.
L’incontro si è tenuto presso la sala
consigliare del comune di Paese (TV) gremita da oltre 200 persone alcune
delle quali provenienti da fuori provincia (Feltre, Vicenza, Scorzè).
Tra i relatori in ordine di intervento hanno partecipato:
Andrea Zanoni
- Presidente di Paeseambiente: “Introduzione in merito al problema della
moria delle api a causa dei nuovi pesticidi (Neonicotinoidi). Presentazione
della conferenza e dei relatori.”; il Dott.
Franco
Ravagnan -
veterinario e referente per l'apicoltura dell'ULSS (Unità
Locale Socio-Sanitaria) n.
8: “Il
fenomeno della moria delle api nel territorio dell’ULSS 8”;
Anacleto De
Luca - Apicoltore di Cison di Valmarino: “Insetticidi contro le
zanzare e moria di api nei laghi di Revine – Tarzo”;
Elio
Toffoletto - Apicoltore di Paese: “Un caso di moria di api a
Paese. Interventi legislativi per limitare la diffusione dei neonicotinoidi”;
Luciano De
Biasi - Ecologista di Pieve di Soligo: “L’uso dei pesticidi in
agricoltura.”; il Prof.
Vincenzo
Girolami - Ordinario di entomologia agraria dell’Università di
Padova – Facoltà di Agraria: “Presentazione di uno studio sugli effetti dei
neonicotinoidi nelle popolazioni delle api. Proiezione di un filmato
relativo alla ricerca e Gianluigi Salvador – del Movimento Decrescita Felice
e Referente energia-rifiuti WWF
Veneto con “Insostenibilità
dell'attuale ecosistema agricolo basato sulle numerose protesi chimiche e
sui concimi chimici, grandi dissipatori di energia fossile.”.
Vengono riportati di seguito le sintesi degli interventi dei relatori.
Andrea Zanoni
- Presidente di Paeseambiente
Zanoni ha evidenziato come negli ultimi mesi sarà capitato un po’ a tutti di
imbattersi in qualche articolo di quotidiano o settimanale o in qualche
servizio televisivo, che trattava della massiccia moria delle api nella
nostra regione (circa il 50% degli alveari andati perduti), in Italia e nel
resto del mondo.
Ha avuto modo di toccare con mano il problema grazie ad alcuni amici
apicoltori residenti nelle parti più disparate della provincia di Treviso,
dalle pendici del Monte Grappa (a Crespano del Grappa), a Paese in pianura,
sino a Pieve di Soligo, tutti colpiti da questo flagello con perdite dal 50%
al 100 % dei propri alveari.
Del fenomeno ne ha parlato anche la nota trasmissione della RAI, Report, del
30 novembre scorso con un servizio di poco meno di un quarto d’ora; la causa
di queste morie è stata accertata da numerose analisi effettuate sui corpi
delle api morte che hanno evidenziato la presenza delle molecole dei nuovi
pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi.
Questi pesticidi vengono utilizzati nella concia dei semi di mais
trasformando le future piante in insetticidi perenni, ovvero nella famosa
mela di Biancaneve.
Dopo le proteste delle associazioni degli apicoltori italiani (In
particolare:
UNAAPI,
CONAPI
e FAI)
che in Italia sono circa 50.000, con 1.000.000 di alveari, il ministero
della Salute, anche su interessamento del Ministero dell’Agricoltura, con
decreto Ministeriale del 17 settembre 2008 dal titolo
“Sospensione cautelativa dell’autorizzazione di impiego per la concia di
sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive
clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil, ai sensi dell’articolo
13, comma 1, del decreto del presidente della Repubblica 23 aprile 2001,
numero 290”
ha sospeso in via cautelativa l’uso dei pesticidi
Thiamethoxan,
Clothianidina, Imidaclopride e Fipronil, utilizzati nel
trattamento di concia delle sementi.
Il decreto, che purtroppo ha durata di un solo anno, era stato impugnato al
TAR del Lazio da tre multinazionali della chimica: Bayer, Syngenta e Basf;
successivamente i giudici del tribunale amministrativo con una sentenza del
19 novembre 2008 hanno rigettato il ricorso
sostenendo che
“L’interesse
di preservare i cicli naturali
delle piante e della frutta attraverso le api è prevalente rispetto agli
interessi economici delle aziende agrochimiche”.
Anche il Consiglio di Stato, al quale le tre multinazionali si erano
rivolte, il
19 dicembre ha ribadito
quanto già espresso dal TAR del Lazio.
Recentemente i professori Vincenzo Girolami e Luca Mazzon, del Gruppo di Entomologia del Dipartimento di agronomia ambientale dell'Università di Padova, hanno eseguito una ricerca che ha portato al sorprendente risultato che conferma che un’ape che beve gocce d'acqua sulle foglie (guttazioni) di piantine di mais, nate da semi trattati con neonicotinoidi, muore nel giro di soli due minuti.
Essendo stato molto colpito da tutto questo problema e dalla frase
“Se tutte le
api morissero all’uomo resterebbero quattro anni di vita”
attribuita ad Albert Eistein, Zanoni ha deciso di organizzare questa
conferenza pubblica per affrontare il problema.
Zanoni ha quindi contattato alcuni amici apicoltori ed esperti in pesticidi,
nonché il professor Vincenzo Girolami, che si sono resi disponibili per
questa conferenza.
Ha infine evidenziato che quello della moria delle api è un campanello di
allarme che tutti devono saper cogliere, in primis le istituzioni, inoltre
bisogna riflettere sul fatto che questo fenomeno è stato scoperto grazie
all’attività economica dell’apicoltura a rischio a causa della moria di api,
in realtà ci sono molte altre specie di insetti impollinatori, utili
all’ambiente e alle colture, altrettanto colpiti che stanno scomparendo
nella più totale indifferenza.
Dott. Franco Ravagnan
-
veterinario e referente per l'apicoltura dell'ULSS 8
Il problema della moria delle api è iniziato nel 1999, ovvero dieci anni fa.
In particolare i primi a monitorare e denunciare il fenomeno sono stati gli
apicoltori Zanchetta e Sartor i quali hanno interessato del fenomeno
l’istituto nazionale di apicoltura e l’istituto zooprofilattico.
Successivamente è iniziata un’attività di monitoraggio del fenomeno con la
compilazione di questionari sul tema.
Dal 2002 da parte dei tecnici dell’Istituto Zooprofilattico per particolari
accertamenti ci sono state
alcune difficoltà perché la Bayer che si è rifiutata di fornire il
protocollo utile ad individuare la molecola incriminata.
Nel 2008 grazie a nuove tecnologie di analisi sono stati effettuati dei
particolari accertamenti che hanno portato all’individuazione delle molecole
dei pesticidi.
Va ricordato che i francesi hanno ottenuto il blocco dei prodotti contenenti
i neonicotinoidi già dal 2001.
Ora partiranno nuovi monitoraggi per individuare nuove molecole e per
definire per sempre la pericolosità di questi insetticidi.
Anacleto De Luca
- Apicoltore di Cison di Valmarino
De Luca, apicoltore di Cison di Valmarino (TV) ha ricordato come nell’area
dei laghi di Revine e
Tarzo e lungo il torrente Soligo sino a Follina, per alcuni anni i
Comuni di Tarzo e di Revine Lago abbiano attuato la lotta contro le zanzare
irrorando insetticidi dall’alto con l’uso di un elicottero.
Contestualmente a questi trattamenti gli apicoltori locali lamentavano
rilevanti morie di api.
Non solo, contemporaneamente si verificavano anche strane morie di pesci in
particolare lucci.
De Luca scattò delle fotografie sia all’elicottero in azione che alle
migliaia di api morte davanti alle arnie.
Gli apicoltori fecero intervenire la loro associazione e promossero degli
incontri con l’ULSS, la Provincia di Treviso e l’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale delle Venezie.
Ci furono vari incontri in cui veniva sempre messo in discussione che le
vera causa fossero i pesticidi irrorati dall’elicottero.
Al terzo incontro questa associazione di apicoltori abbandonò
inspiegabilmente il tavolo di confronto dichiarando che gli apicoltori
avrebbero dovuto arrangiarsi da soli.
Gli apicoltori fecero intervenire il rappresentante del WWF locale il quale
chiese ai comuni copia delle fatture di acquisto dei prodotti tramite le
quali venne accertato che quelle sostanze non potevano essere irrorate con
l’uso di mezzi come ben specificato nelle schede tecniche richieste al
produttore.
Anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
confermò che l’insetticida “phenotrin” utilizzato era “un composto ad
ampio spettro non selettivo molto tossico sia per le api che per i pesci”.
Gli apicoltori maggiormente colpiti avviarono una procedura legale di
risarcimento e dopo quattro anni i comuni vennero condannati a pagare i
danni.
Secondo l’apicoltore il problema della moria delle api non è imputabile solo
ai prodotti per la concia del mais a base di neonicotinoidi ma anche
all’utilizzo dei molteplici trattamenti chimici dei vigneti per i quali
viene utilizzato anche lo stesso elicottero.
Elio Toffoletto
- Apicoltore di Paese
Toffoletto, apicoltore di Paese (TV), ha ricordato come localmente siano
andate perse dal 50 al 70% delle arnie a causa delle morie imputate ai
pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi.
Le api più colpite risultano essere le bottinatrici, ovvero quelle che vanno
a raccogliere il polline ed il nettare.
Ha riportato le sequenze di un caso molto significativo che gli è capitato
nella primavera del 2008 in concomitanza del periodo delle semine del mais.
Il primo aprile del 2008 Toffoletto seminò il proprio mais, a 50 metri dalle
proprie arnie, utilizzando semi
non trattati; dopo tale semina naturalmente non c’è stata nessuna moria.
Il 5 aprile nei campi distanti 500/600 dalle proprie arnie venne seminato
del mais con l’utilizzo di semi conciati, ovvero trattati con prodotti a
base di neonicotinoidi.
Il 6 aprile nelle proprie arnie venivano rilevate migliaia e migliaia di api
morte.
Il 7 aprile veniva denunciato l’episodio all’ULSS (ASL) ed alle autorità
competenti.
L’8 aprile un veterinario dell’ULSS prelevava i campioni di api morte per
trasmetterli all’Istituto Zooprofilattico.
Le analisi effettuate su questi campioni, arrivate successivamente,
confermavano quasi tutte la presenza dei terribili insetticidi della
famiglia dei neonicotinoidi.
Toffoletto ha spiegato il meccanismo attraverso il quale le seminatrici
movimentano i semi di mais trattati contribuendo alla dispersione
nell’ambiente delle polveri di questi micidiali prodotti.
Ha poi ricordato l’iter di approvazione del decreto ministeriale per la
momentanea messa al bando dei pesticidi a base di neonicotinoidi
ricordandone i contenuti ed i promotori.
Infine ha dato lettura di un articolo di un quotidiano che riportava la
notizia che in Italia sono morte il 50% delle api mente negli USA questa
percentuale sale addirittura al 70%.
Luciano De Biasi
- Ecologista di Pieve di Soligo
De Biasi ha ricordato che la direttiva Europea 99/45/CE, recepita
dall’Italia con il decreto legislativo 65/2003, ha prodotto la riduzione dei
pesticidi in commercio da 7.000 a circa la metà (3.500) solamente perché
richiedeva per la prima volta che la classificazione dei pesticidi tenesse
conto degli effetti sull’ambiente.
Con una nuova direttiva l’Unione Europea il 13 gennaio 2009
ha disposto che gli Stati membri dovranno ridurre al minimo l’uso di
queste sostanze chimiche puntando alla difesa integrata delle colture
agricole (riduzione drastica dei pesticidi) e alla produzione biologica
(eliminazione dei pesticidi chimici).
Ha poi ricordato il dato dei pesticidi utilizzati in Veneto: 15.000
tonnellate all’anno.
Nella sola provincia di Treviso nel 2006 sono stati utilizzati 3.000.000 di
chili di pesticidi mentre l’anno successivo, nel 2007, ne sono stati
utilizzati ben 3.100.000 con un incremento superiore al 4% (Ndr: ciò
significa che nella sola provincia di Treviso vengono utilizzati una media
di circa 3,5 chilogrammi di pesticidi per abitante mentre in veneto sono 3,1
a testa).
Ha evidenziato come il lavoro delle api per l’impollinazione risulti
fondamentale.
Se si considera che in un alveare ci sono dalle 30.000 alle 40.000 api e che
un’ape visita dai 100 ai 1000 fiori al giorno significa che, se si effettua
un calcolo per difetto, un singolo alveare con le sue bottinatrici
contribuisce ad impollinare ben 3.000.000 di fiori al giorno.
Ha ricordato come alcuni pesticidi abbiano conseguenze deleterie per la
salute in quanto cancerogeni, mutageni o distruttori endocrini (questi
ultimi indiziati anche come causa di sterilità maschile e femminile).
Ciò nonostante molti pesticidi, considerati pericolosi per l’uomo,
continuano ad essere liberamente utilizzati in agricoltura.
Ha ricordato di aver richiesto all’ULSS 7 (Conegliano Veneto) quanti
pazienti siano stati codificati con il codice E48 in quanto “Soggetti con
patologie neoplastiche”.
La risposta è stata sorprendente: nel 2007 vi sono state 8.760 persone
colpite mentre nel 2008 ben 9.146, con un aumento pari al 4,3%.
Si tratta di un aumento di malati di cancro che in percentuale va pari passo
con l’aumento dei pesticidi.
Prof. Vincenzo Girolami
- Ordinario di entomologia agraria dell’Università di Padova – Facoltà di
Agraria
Il professor Girolami ha spiegato che nel mondo scientifico non si riusciva
a spiegare il meccanismo per il quale durante le semine primaverili del mais
le api morissero, le multinazionali dei pesticidi inoltre continuavano a
dire che nel tarassaco, fiore primaverile molto visitato dalle api, non
veniva riscontrata la presenza dei neonicotinoidi.
Pertanto è stata fatta l’ipotesi che fosse l’acqua utilizzata dalle api ad
essere contaminata.
Le giovani piante del mais e dei cereali, di norma, emettono dagli apici
delle loro fresche foglioline delle piccole goccioline di acqua
dette “guttazioni”.
In laboratorio si è pertanto effettuato un esperimento che è stato
opportunamente videoripreso e proiettato con il commentato dal vivo del
professor Girolami durante la conferenza.
Si sono fatte nascere delle piantine di mais da semi non trattati, che
risultavano essere gialli, ovvero del colore naturale del mais;
contemporaneamente si sono fatte nascere delle piantine da semi trattati con
pesticidi a base di neonicotinoidi, i semi risultavano alla vista di un
colore rosso chiaro.
Poi si sono prelevate alcune gocce prodotte spontaneamente dalle guttazioni
delle piantine e si è proceduto ad abbeverare due api, una con le gocce
d’acqua delle piantine non trattare e l’altra con le gocce d’acqua delle
piantine trattate, mentre la prima ape ha bevuto l’acqua senza alcuna
conseguenza, la seconda, quella delle gocce delle piantine trattate (semi
rossi), è morta entro due minuti come hanno testimoniato le immagini del
video.
(Ndr: Il video si può vedere tramite internet collegandosi su questo link:
http://firenze.repubblica.it/multimedia/home/4468701?ref=rephpsp3 )
Il professore ha poi spiegato che il principio attivo (neonicotinoidi) era
presente in quelle gocce micidiali in una concentrazione pari a 50 ppm
(parti per milione) ovvero nelle medesime concentrazioni che si utilizzano
per sterminare gli afidi in agricoltura.
Alcune foto mostrate dal professore hanno testimoniato come dopo
l’asciugatura delle guttazioni resti un alone chiaro costituito dai residui
dei pesticidi ai neonicotinoidi, ovvero un residuo a concentrazioni
elevatissime.
Grazie a questo esperimento gli apicoltori tedeschi hanno chiesto alle
autorità il divieto di uso di questi pesticidi ottenendolo circa un mese fa;
questi apicoltori da poco hanno ringraziato ufficialmente il prof. Girolami
perché il suo lavoro è stato fondamentale per ottenere questo importante
risultato in tutta la Germania.
Ad oggi solo l’Italia e la Germania vietano questi pesticidi che dovrebbero
essere vietati su scala mondiale.
Il professore ha ricordato che il grosso problema sta nel fatto che gli
agricoltori sono costantemente bombardati sulla necessità dell’uso dei
concianti dei semi di mais.
Un collega del professor Girolami ha dimostrato, tramite una ricerca, che
nel 98% dei terreni seminati a mais risulta inutile utilizzare la concia dei
semi con i pesticidi.
Quindi per il 98% dei casi la concia non serve a nulla; di regola i
concianti risultano inutili e vengono utilizzati dagli agricoltori
addirittura come una polizza di assicurazione.
A questo grave fenomeno di utilizzo inutile di pesticidi in agricoltura ci
sarebbe una soluzione, ovvero fornire un minimo di assistenza tecnica agli
agricoltori , cosa che non accade più da diversi anni così oggi a
consigliare gli agricoltori sull’uso dei prodotti chimici sono i
rappresentanti, ovvero la parte commerciale.
In generale, parlando di insetticidi nel loro complesso, si può
tranquillamente affermare che potrebbero essere tranquillamente ridotti del
90%.
Accade addirittura che in tavola arrivi della frutta con il suo carico di
principi attivi, degli insetticidi e fungicidi, tant’è che se si mettono dei
funghi sopra questa frutta sono destinati a morire.
Purtroppo oggi molti insetticidi vengono santificati con la conseguenza che
la cosa sta sfuggendo al controllo.
Gianluigi Salvador
– del Movimento Decrescita Felice e Referente energia-rifiuti
WWF Veneto
Salvador ha ricordato che a Bruxelles ci sono ben 14.000 lobbisti in
rappresentanza delle multinazionali, gli stessi che negli USA sta
combattendo tenacemente il nuovo presidente Barack Obama.
Ai lobbisti interessa l’etica del trimestrale a scapito della salute dei
cittadini che subiscono un trauma giornaliero continuo
nella deglutizione del cibo.
Oggi nell'ambiente sono sparse ben 120.000 sostanze chimiche ed in buona
parte vanno a finire nei cibi.
La monocoltura sta uccidendo interi territori mentre gli agricoltori sono
sempre più dipendenti dalla chimica e dai prodotti chimici di sintesi.
L’economia comanda la politica in un qualcosa che si può definire un
“inganno universale”.
Dire la verità, come si sta facendo in questa conferenza, è fare ormai un
qualcosa di rivoluzionario.
Il questi anni la biodiversità nel nostro pianeta è diminuita del 30% ,
quando la stessa biodiversità e la salute sono componenti fondamentali per
la vita dell’uomo (lo stesso articolo 32 della Costituzione italiana tutela
la salute).
Oggi con l’esaurimento della fonte energetica che ci ha concesso di arrivare
a questa fase di sviluppo: il petrolio, il 70% degli occupati è nei servizi
mentre solo il 2/3% è occupato nell’agricoltura.
Bisogna porre fine alla crescita illimitata, il nostro mondo è finito e non
si può continuare il questa direzione perché altrimenti ci vorrebbero due
pianeti; è un controsenso voler crescere in modo illimitato quando il nostro
mondo e le sue risorse sono limitate.
Il meccanismo di crescita illimitata e a dir poco perverso.
Ogni anno nella sola provincia di Treviso vengono bruciate praticamente a cielo aperto ben 150.000 tonnellate di potature tossiche dei vigneti trattati.
Ovvero una quantità di rifiuti pari a circa la metà di tutti
i
rifiuti solidi urbani della provincia.
Dalla combustione all'aperto delle potature trattate in genere con
idrocarburi clorurati, si sprigionano diossine, inquinanti molto pericolosi
anche se ingeriti in piccolissime dosi.
Se si guardano le statistiche si scopre che la mortalità del cancro nei
bambini aumenta ogni anno del 2%, spesso questi bambini muoiono a causa del
bioaccumulo di sostante pericolose verificatosi negli anni nello loro madri
e poi trasmesso con la gravidanza.
La soluzione a molti dei mali che stanno uccidendo il pianeta ed i suoi
abitanti è l’agricoltura biologica che risparmia ben il 64% dell’energia che
viene importata da fuori dell’azienda agricola.
L’Europa e gli Stati devono provvedere a degli incentivi per la ricerca nel
campo dell’agricoltura biologica; bisogna rivedere i processi della
produzione.
Gli interventi nella ricerca e nei controlli in agricoltura devono essere
statali e non delle lobby che invece sono direttamente interessate al
profitto di parte.
*-*-*
Alla fine si è aperto il dibattito durato oltre le 23.30.
In sala vi erano cittadini provenienti anche dalle province di Belluno,
Vicenza e Venezia; sono intervenuti al dibattito apicoltori, agricoltori,
ambientalisti e semplici cittadini.
Molto significativo è stato l’ultimo intervento di un agricoltore di
Castelfranco Veneto che ha riferito che è da ben cinque anni che non tratta
i semi del proprio mais con la concia, ottenendo un raccolto identico a
quello del vicino che invece tratta i semi del mais.
Andrea Zanoni – presidente di Paeseambiente, Tel. 347/9385856,
Email:
paesambiente@ecorete.it, Internet:
www.paeseambiente.org
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