Villanova aeroporto dogana di rebagliati
IL SECOLOXIX
Villanova. L'aeroporto Panero diventa la 'porta' dell'Europa per i prodotti agroalimentari provenienti dai Paesi extraeuropei. La decisione è presa ed è definitiva, anzi è già stata formalizzata con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale: l'aeroporto Clemente Panero, la sua dogana e i servizi sanitari hanno ottenuto la certificazione ministeriale e d'ora in poi i prodotti agricoli provenienti da Africa, Americhe, Asia e comunque da fuori unione potranno essere non solo sdoganati, ma anche certificati dal punto di vista sanitario per poter poi essere messi in commercio sul territorio comunitario.
Per l'Ava (alla vigilia della privatizzazione) e per lo scalo ingauno potrebbe essere una svolta importante, anche perché potrebbe finalmente ritagliarsi un ruolo importante nell'economia locale. Se infatti il territorio ingauno e ponentino ha nel turismo e nell'agricoltura le sue risorse economiche più note, una parte importante è quella ricoperta dal commercio internazionale di prodotti agroalimentari, con la presenza di diversi 'colossi' nostrani o di importazione. è chiaro che disporre di una dogana abilitata per tutte le pratiche riguardanti lo sdoganamento delle merci a due passi da casa sarebbe un vantaggio enorme. Ma per l'aeroporto il vero affare potrebbe essere un altro, diventare cioè una sorta di 'scalo burocratico' per merci dirette verso gli aeroporti maggiori, dove i tempi per lo sdoganamento e la certificazione sarebbero lunghissimi e dove queste attività sottraggono spazio ad altre più remunerative. In sostanza le merci dirette a Milano, Roma o anche altri aeroporti europei potrebbero fare scalo a Villanova per essere sdoganate e per sbrigare tutte le formalità per l'ingresso nell'Unione, poi ripartire per la loro destinazione finale.
Per il Panero sarebbe un vantaggio non di poco conto, perché ovviamente i proprietari delle merci pagano le tasse e i diritti dove vengono sdoganate, quindi lascerebbero un bel gruzzoletto nel loro passaggio a Villanova e permetterebbero probabilmente di creare interessanti prospettive occupazionali. Ovviamente non manca il rovescio della medaglia, rappresentato dagli investimenti iniziali necessari per realizzare strutture come grandi celle frigorifere, aree di stoccaggio, di carico e di scarico, uffici e tutto quello che serve per garantire un servizio rapido, efficace e rigoroso.
Investimenti che sarebbero probabilmente ammortizzati e ripagati nell'arco di pochi anni, ma si parla comunque di cifre milionarie, che qualcuno dovrebbe comunque anticipare. Magari proprio i privati che stanno per acquistare la maggioranza delle azioni dell'Ava, tenendo conto che il principale pretendente è il gruppo Orsero, cioè proprio uno dei colossi dell'import-export agroalimentare presenti sul territorio. «Il problema principale è di ordine logistico Â? commenta Pietro Balestra, presidente Ava -, per i velivoli da trasporto e per la necessità di grandi celle frigorifere. Comunque è un'opportunità straordinaria per il privato che in estate avrà in mano l'aeroporto. Adesso si tratta di trovare il modo di realizzare e di far funzionare questa struttura». «Credo sia un risultato importantissimo, anzi fondamentale per l'aeroporto Â? afferma Fiorenzo Timori, presidente del comitato per il rilancio dell'aeroporto e responsabile della dogana -. In questo modo il Panero avrà finalmente non solo un ruolo sul territorio, ma anche una notevole importanza nel panorama italiano ed europeo dei trasporti e del commercio. è un risultato per cui il comitato ha lavorato a lungo e che ora è motivo di grossa soddisfazione».
Luca Rebagliati