Sv expo bertino
IL SECOLOXIX
UN SEGNALE FORTE che deve dare nuovo slancio al mondo imprenditoriale. Expo Savona è per Vincenzo Bertino, presidente provinciale e vicepresidente regionale della Confcommercio, un evento attraverso il quale il mondo economico savonese e ligure può darsi una salutare scossa per reagire alla crisi economica mondiale. In una provincia in cui le richieste di cassa integrazione da parte delle aziende sono ormai all'ordine del giorno, Bertino non ha alcuna intenzione di tirar fuori la bandiera bianca.
«Al di là del particolare momento che stiamo vivendo - spiega Bertino -, noi siamo già abituati a lottare. In questi anni ho riscontrato che la fiera è attesa dalla gente, che infatti da giorni ci chiede biglietti omaggio e aspetta i tagliandi de Il Secolo XIX. Ma intanto ci offrono un dato significativo: sicuramente ci verranno. Ma ho notato che l'Expo è atteso anche dalle aziende. A parte quegli imprenditori che vengono puntuali tutti gli anni, perché ne hanno capito la forza, ho visto che si propongono anche nuovi volti. Persone che ci hanno pensato su e che, facendo magari uno sforzo immane in questo periodo difficile, ci provano e si propongono sul mercato. È un segnale buono del carattere dei nostri imprenditori».
Ma non si presentano solo aziende locali...
«Expo Savona è il primo grande evento di primavera in Liguria, nonostante tutti i problemi. Si trova su una piazza importante per il mondo commerciale e imprenditoriale. Io credo che, in un momento di grande preoccupazione, avere un'esposizione di questo genere serve anche per dare un segnale forte. Come Confcommercio stiamo pressando Regione e Governo, considerando che la Provincia è commissariata, perché aiutino le imprese. Ma noi dobbiamo fare la nostra parte di medi e piccoli imprenditori che si rimboccano le maniche e si danno da fare. Quando viene la grandine si piange in famiglia, ma poi si va a potare la vite per rimettersi a lavorare e puntare ad ottenere un risultato eccezionale dopo due stagioni».
La crisi può quindi diventare un momento per mettere le basi per ripartire?
«Certo. Basta con il Muro del pianto, cerchiamo di vedere quel che possiamo fare e di trovare le giuste vie da percorrere. Non possiamo continuare solo a lamentarci. Abbiamo bisogno di grandi aiuti, siamo andati in Regione per chiedere un sostegno al reddito per i giovani che perdono il lavoro. Ma non vuol dire che le aziende licenziano e basta. Diamo sostegno ai lavoratori e insegniamo loro a trovare nuove competenze. Vediamo il bicchiere mezzo pieno, io personalmente lo vedo pieno al 60%. È una strada irta di difficoltà, ma arriveremo alla meta».
Come?
«A Savona e in Liguria abbiamo varianti che altre regioni non hanno, ad esempio il turismo. Noi ci crediamo e continuiamo a battere su questo tasto. Serve l'aiuto della politica, ma servono soprattutto giovani con idee nuove, che hanno fatto qualche esperienza e che abbiano voglia di mettersi alla prova e con la capacità di lavorare. Sono il nostro capitale potenziale, non vanno lasciati soli, ma bisogna dar loro un po' di spazio. Altrimenti c'è il rischio che questo capitale umano se ne vada altrove».
Tra poco ci saranno le elezioni amministrative. Che cosa si aspetta?
«Mi aspetto creatività e nuove forze. Se c'è qualcuno che ha voglia di proporsi e di mettersi in gioco, sarebbe il benvenuto. La Confcommercio non abbassa la guardia e si mette a disposizione di chi vuole lavorare. Anche a Savona, noi della vecchia generazione siamo pronti a farci da parte se vediamo che la futura classe dirigente ha la stoffa. Abbiamo portato avanti un patrimonio che ci avevano lasciato i nostri progenitori, vorrei che la prossima generazione fosse preparata per riceverlo da noi e per portarlo avanti e migliorarlo sempre di più. Anche sfidando momenti particolari come quello che stiamo vivendo oggi».
Giovanni Vaccaro