TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni IL CHIACCHIERICCIO DEI MOVIMENTI
E
IL “NUOVO RINASCIMENTO”.
Savona, Vado Ligure e le cittadine della Provincia procedono, in
modo determinato, con fase realizzativa dei progetti approvati.
Progetti giustificati da Piani Portuali o da previste varianti di
PUC, ma anche e soprattutto preziosi argomenti di contrattazione o
di pressioni politiche nelle Segreterie
di Partito.
La cittadinanza non ha mai partecipato all’elaborazione, alla
valutazione sulla compatibilità ambientale. Non è mai stata
interpellata sulla reale necessità di progetti come: Margonara,
Crescent, Bofill, Binario Blu, area Solimano e quant’altro e le
indicazioni e i suggerimenti di organismi referenziati sul
territorio come, ad esempio, Italia Nostra sono stati sempre
opportunamente ignorati.
La cittadinanza non ha mai partecipato alla discussione sulle reali
opportunità offerte da progetti come: la piattaforma Maerks o il
potenziamento della centrale a carbone.
Quando il progetto, di volta in volta, era pubblicizzato su questo o
quel quotidiano, ormai aveva già avuto l’approvazione in fase
politica e amministrativa in modo da non doverne cambiare i
presupposti.
Quando, come nel caso Margonara, la polemica si faceva più aspra, si
pretendeva di accontentare o tappare la bocca a quanti contestavano
con “ democratiche” quanto inutili e pilotate audizioni.
I MOVIMENTI CITTADINI
I “ pantofolai” scocciatori, coloro che sembrano ostacolare il
saggio decisionismo delle Amministrazioni , a nulla possono, oggi,
se non mettere in dubbio la buona coscienza del manovratore.
I movimenti, quelli che, come sostengono i quotidiani locali,
animano la vita politica savonese, in effetti, cominciano a essere
molti e con diversa finalità.
I movimenti per o contro una certa proposta di viabilità, i
movimenti contro la cementificazione o contro il potenziamento di
strutture industriali che appaiono già obsolete
e inutili e dannose.
Hanno tutti un aspetto in comune:
il mancato coinvolgimento
del territorio e di chi lo abita.
Le proposte di viabilità,
ad esempio, a Savona sono sempre state provvisorie, da sperimentare,
in attesa proprio che i savonesi ne diano una tacita approvazione
come la soluzione meno peggiore. I numerosi “ birilli” in plastica
bianca e rossa, di Piazza Diaz sembrano il simbolo in una città in
attesa di smantellamento o di riordino in attesa di decisioni ancora
da prendere.
In questo contesto diventa inevitabile lo scontro e la polemica
certamente evitabile con un preventivo coinvolgimento.
I progetti di nuova
edificazione sono, per la maggioranza dei casi, stati imposti e
pubblicizzati solo quando i giochi erano fatti.
I movimenti contro il
porticciolo della Margonara nascono proprio dalla mancanza di
volontà da parte dell’Amministrazione di voler realmente ascoltare i
cittadini e di credere in una forma di democrazia che non confonda
la delega e l’assunzione di responsabilità con la presunzione e
l’arroganza .
I movimenti contro la
piattaforma e contro l’ampliamento della
centrale a
carbone nascono, invece,
dalla desiderio dei cittadini di un nuovo sviluppo che metta al
primo punto la salute. Tutti movimenti
fanno capo ad una
nuova qualità della vita
che è diventato uno dei più importanti valori politici e sociali.
CANDIDATI PD E MOVIMENTI
E’ sintomatico che il candidato
Sindaco DS di Firenze, Renzi
definisca i comitati “un
handicap per la politica che deve dare prova di assunzione di
responsabilità “.
E’ sintomatico che
l’assunzione di responsabilità, i Sindaci, la ostentino quando si
tratta di cementificare o di andare incontro alle istanze di
multinazionali che continuano ad impossessarsi di territorio
pubblico, magari contaminandolo di sostanze tossiche, per il loro
profitto.
E’ sintomatico che la responsabilità sparisca davanti a scelte
coraggiose come il recupero di contenitori pubblici per la cultura ,
davanti ad una moderna raccolta e smaltimento dei rifiuti, davanti
alla pedonalizzazione della città e al potenziamento dei mezzi
pubblici, davanti alla politica di produzione di energia con fonti
rinnovabili e alla costruzione di edifici a basso consumo.
Il territorio continua d essere una risorsa da consumare con l’alibi
dello sviluppo, che dovrebbe convincere la gente.
I movimenti però aumentano, migliorano i loro sistemi di
comunicazione, e se non si riuniscono con cadenze continue imitando
i vecchi Partiti, comunicano sulla rete da una parte all’altra
d’Italia, trovando appoggi, scambiano esperienze, ricevono
solidarietà.
E’ sintomatico che un candidato Sindaco DS rifiuti, al pari dei suoi
antagonisti di centro- destra, l’idea che i Comitati siano lo
specchio del malessere dei cittadini e di un sistema politico che
non funziona più.
Il dramma sta proprio nel fatto che, mentre nei Comitati è possibile
trovare persone che votano a sinistra o a destra accomunati dalla
battaglia ambientale, la destra non ne rimanga fortemente
svantaggiata elettoralmente mentre il centro sinistra sì.
L’elettorato di destra, troppo conquistato dalla capacità del “fare”
del Premier e dei suoi uomini, ha interessi particolari che
identificano spesso il territorio come terra di conquista, come
occasione di guadagno anche personale.
L’elettorato di sinistra, in gran parte, continua a credere in
valori che sono quelli del vivere comune, della civiltà e della
partecipazione alla gestione del territorio: diritti che non si può
pensare vengano calpestati proprio da chi lo rappresenta.
Così la sinistra muore. Così il Partito Democratico è morto prima di
nascere.
I movimenti, oggi, non sono più formati da quattro ragazzi dei
centri sociali eppure la classe politica sembra la pensi ancora
così.
I movimenti, oggi, hanno al loro interno, professionisti,
giornalisti, docenti universitari, scienziati, medici e urbanisti e
anche tanta gente comune che non vede più nel sistema politico dei
Partiti una risposta al progetto del loro futuro.
Non vede nei partiti che un mezzo di spartizione di potere di
equilibri utili solo a chi li dirige.
Una grande occasione persa per i partiti della sinistra che
continuano a fare e disfare accordi elettorali, confezionare false
primarie, bilanciare inutili equilibri tra le segreterie.
Una grande occasione persa per i partiti della sinistra del savonese
che arroccati nel Palazzo, dove ci si guarda bene da indossare
“pantofole”, continuano
ad approvare cubature pensando a un nuovo modo per renderle
digeribili o per ingannare chi li dovrà subire, si evita di
affrontare i veri problemi
e si finirà per perdere il governo del territorio.
Così nella più patetica schizofrenia politica mentre
il rutelliano Renzi piccona i Movimenti, con la presunzione di non
dire banalità, Rutelli
scopre l’ambientalismo e chiede al PD di alzare la bandiera verde!
Sostiene che a differenza del resto d’Europa, in Italia la gente non
sia così sensibile al tema dell’ambiente forse anche a causa dei
danni portati dall’ambientalismo del “NO” minoritario e distruttivo.
E’ vero, invece, che nella nostra società in declino, a natalità
zero, dove la crisi porta la gente a guardare la propria vita su
orizzonti sempre più brevi, chi si occupa di ambiente e territorio
va in controtendenza, perché si occupa di FUTURO, anche di quello
molto lontano del nostro pianeta.
I MOVIMENTI DEL “ NO”
Penso, poi, che sia lecito chiedersi quale potrebbe essere
l’ambientalismo del “SI” a Vado, territorio martoriato da scelte
scellerate che si sono e si stanno perpetrando sulla testa dei
cittadini e senza un preventivo coinvolgimento: dallo sviluppo
industriale a quello portuale che hanno condizionato l’abitato e la
vita della gente, dalla localizzazione di una delle più grandi
centrali a carbone del Nord Italia che, oggi, si chiede di ampliare
ulteriormente e che nessuna Amministrazione ha condizionato nei
miglioramenti tecnologici e nei reali e severi controlli, alla
cementificazione industriale del mare davanti all’abitato, solo per
fare esempi.
Quale potrebbe essere l’ambientalismo del SI davanti alla continua
cementificazione del territorio savonese che ci ha già regalato
l’inutile torre Bofill, il mostruoso Crescent e che intende
procedere incontrastata nelle più disparate zone della città.
Quale potrebbe essere l’ambientalismo del SI davanti a chi
giustifica il cemento con lo sviluppo e la crescita, chi baratta
inquinamento con posti di lavoro?
I NUOVI MOVIMENTI
La storia dei movimenti nel mondo ha segnato il corso politico e le
decisioni di molti Paesi, dall’annullamento di test ed esperimenti
nucleari nei punti più disparati del Pianeta, allo smaltimento di
scorie nucleari o di rifiuti tossici in mare aperto; dalla difesa
della fauna in via d’estinzione alla lotta al riscaldamento globale.
I movimenti sono stati e sono la coscienza sociale. Dove la politica
non arriva o non è arrivata i movimenti diventano l’unico punto di
riferimento.
Può essere un NO alla centrale a carbone e all’inquinamento
atmosferico quando gli Enti si adagiano su pretestuosi e poco
credibili risultati della qualità dell’aria; può essere un NO al
porticciolo della Margonara quando la cementificazione di aree
protette distruggerebbe l’ultimo baluardo di un ecosistema.
Può essere un NO a un inceneritore quando gli Enti Locali hanno
condotto una gestione fallimentare dello smaltimento dei rifiuti,
lontana dalle indicazioni internazionali.
Può essere un NO a uno sviluppo del territorio savonese
INSOSTENIBILE, dove i vuoti urbani vengono colmati da colate di
brutto e inutile cemento.
Poterebbero essere invece dei SI a uno sviluppo diverso utile più
razionale.
Un Si che sta alla base di un MOVIMENTO che li abbraccia
virtualmente tutti : quello della DECRESCITA.
Un movimento etico che si occupa dell’organizzazione della società
nel suo insieme, nella convinzione che
sia ormai necessario operare un’inversione di tendenza nei
comportamenti individuali che in quelli collettivi, a livello
nazionale e internazionale.
Sarà inevitabile lavorare e costruire una diversa gestione del
sistema economico con una pacifica quanto efficace sottile
rivoluzione.
Sarà questo l’unico sviluppo sostenibile, quello che ha convinto
molti uomini a credere che il mondo occidentale non può crescere
ancora e che il suo peso sul Pianeta sia già sconsiderato.
Inoltre questa crescita non ci ha dato , poi, molti frutti e la
crisi economica DI QUESTI ANNI NE è LA PROVA.
Non è necessario crescere ancora e soprattutto sui parametri della
crescita dei beni materiali e immateriali, ma bisogna, approfittando
proprio di questa crisi, lavorare per decrescere.
Vogliamo che sia il nostro benessere a crescere, anche perché la
crescita infinita non esiste!!!
Questo devono ancora comprendere tutte le destre e le sinistre al
Governo, questo devono comprendere imprenditori e sindacati che
continuano a rincorrere valori che la società industriale continua a
perpetrare ignorandone l’evidente inutilità e i gravi disagi che
spesso comporta.
E’ vero il lavoro è immane, ma i riferimenti culturali rappresentati
da uomini come Maurizio Pallante ci confortano e ci spingono a
credere che si possa intraprendere questo percorso.
Un percorso che non s’identifica solo con dei No, ma nella capacità
di distinguere quello che Pallante indica come il “più dal meglio,
la quantità dalla qualità, la costruzione di edifici in grado di
dare benessere col minimo consumo di risorse, la progettazione di
oggetti fatti per durare nel tempo, la riparazione invece della
sostituzione, il riciclaggio e la riutilizzazione di materie prime.”
Pallante dice inoltre che “ i cittadini consapevoli debbono quindi
impegnarsi politicamente affinché le pubbliche Amministrazioni
prendano le decisioni necessarie al vero cambiamento.”
Questo sarà il MOVIMENTO DEL SI’ quello Maurizio Pallante chiama “IL
NUOVO RINASCIMENTO”.
ANTONIA BRIUGLIA
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