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Ieri un evento importante per il fermento culturale della città. Veramente importante, ma così importante che è stato annunciato solo di sfuggita dai media locali, giornali cartacei e in rete. Tra l’altro, l’incontro era organizzato in collaborazione con il gruppo Amici di Beppe Grillo di Savona. |
Cosa che praticamente NESSUNO ha citato. Trattasi notoriamente di appestati, di innominabili, a partire dal loro ispiratore il cui nome andrebbe scalpellato via dalle iscrizioni, come quello dei faraoni in disgrazia nell’antico Egitto. Invece a manifestazione avvenuta, a posteriori, mi risulta finora solo un articolo de la Stampa, corretto ed equilibrato, che ha dato un buon resoconto dell’avvenimento e ha giustamente indicato gli organizzatori. Per dirne una, a breve il nostro sarà insignito di un importantissimo premio assegnato dai giornalisti tedeschi a chi, in patria o all’estero, si sia reso meritorio nella difesa della libertà di stampa. Credete che troveremo questa notizia enfatizzata dai nostri media? Almeno enfatizzata quanto la condanna in primo grado (quindi, non definitiva) di Travaglio per aver sostenuto, crimine orrendo, che Previti fosse presente a una riunione mentre in realtà se ne era andato prima? Altro che certe condanne definitive per mafia di importanti esponenti politici! Bazzecole, in confronto. L’incontro è stato un successone. E dire che qualcuno ironizzava con il bravissimo responsabile della Ubik, per aver scelto come sede il palazzo della Sibilla sul Priamar, mentre di solito queste conferenze si organizzano nella libreria stessa o, al più, in Sala Rossa. |
Che non coincide, ci ha detto Travaglio, con ciò che ha rilevanza penale. Molte azioni penalmente perseguibili non sono così moralmente riprovevoli quanto altre, di corruzione, clientelismo, favoritismi, abuso di potere, che invece non sono inquadrabili o dimostrabili come reati. D’altra parte, inutile sbuffare annoiati su concetti che sembrano troppo ripetuti e astratti, come il conflitto di interesse. Perché a ben guardare scopriamo quanto questa “astrazione” in realtà porti diritta alle nostre tasche. E quanto le svuoti, senza che possiamo farci niente. |
Certo, il bravo giornalista ci conferma tanti dei nostri sospetti. Mette altre voci nella nostra testa, dubbi o certezze. Aumentando la bile. Della serie: stavo già male, ora sto peggio, e so anche perché. Tutto giusto, perché l’informazione è la base, è il fondamento per non essere presi in giro come vittime inconsapevoli di propaganda o di distrazione. E’ il sale di una vera democrazia partecipata e civile. Certo, ognuno fa il suo mestiere. Lui è un bravissimo giornalista, molto documentato, esperto in notizie giudiziarie e legislative. Non gli si può chiedere di più. Non è un capopopolo, non arringa le folle, non fornisce vie d’uscita o soluzioni. Di suo, tra l’altro, sarebbe più un liberale, moderato, perbene, di destra, nel senso montanelliano del termine (e infatti di Montanelli fu rispettoso allievo). Non è mica il Che, anche se si permette di citare Berlinguer in veste di liberista e dà del sovietico (giustamente) a Berlusconi. Non è lui a doverci togliere le castagne dal fuoco, così come non lo è direttamente un Grillo o altri che denunciano e propongono. Dobbiamo essere noi. A ritrovare orgoglio, voglia di partecipare alla vita pubblica, di proporre, di cambiare, di migliorare gli scenari. Di non farci più fregare, buoni buoni come pecore alla tosa. Di guardare oltre, al futuro e al vero progresso. Oltre i vecchi schieramenti ideologici. Ha convocato esperti per parlare di ciò che più interessa, in concreto: energia, rifiuti come risorsa, acqua pubblica, impulso alla connettività e alla rete, tecnologia, politica pulita, mobilità sostenibile, uso rispettoso del territorio. Da lì si può ripartire, insieme con persone di buona volontà. Da lì si può trasformare la perenne frustrazione in energia di cambiamento e rinascita economica positiva. E dialogare, con chi è disposto a dialogare. Certo, a guardarsi intorno qui abbiamo un politico che ha presentato un disegno di legge sulla caccia semplicemente devastante. Per azzerare la tutela della fauna in nome di qualche voto in più. Per “rilanciare” un settore in crisi ampliandone il bacino, secondo le logiche puramente economiche, deliranti e miopi che muovono ormai la nostra politica. Più specie cacciabili, più possibilità, fucile ai sedicenni. Sparare a tutto quello che si muove. Chi se ne frega delle devastazioni agli equilibri ambientali, dei rischi di incidenti, della spallata definitiva alla natura. Che c’azzecca, l’importanza di una notizia del genere, nel quadro mondiale, se non fosse proprio studiata a tavolino per condizionarci?( “Guarda, lo fa anche Obama, allora…) Saranno orgogliosi, gli albisolesi, di un così importante candidato sindaco, che smuove i tiggi’. Del resto, non è che da altri settori politici arrivino notizie confortanti. Certo in regione le leggi per sparare a specie protette si sprecano anche col centro sinistra. Poi la comunità europea ci multa, ma chi se ne frega: pagano tutti i cittadini, mica i politici. A Savona eccoci a Binario Blu. Blu nel nome, bianco nel plastico, grigio disperato nel cemento, anche se stanno cercando di inzuccherare in tutti i modi il confetto, con i colori più accattivanti, giardini bambini giochini, sempre ripieno di sterile calcestruzzo è. Ogni lettura di giornale è un assedio da Fort Alamo, un Little Big Horn, una Termopili, una Stalingrado. Un attacco da tutti i fronti. Siamo circondati.
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