Azzeriamo le primarie»
un documento apre lo scontro nel partito
Pd, parte da Albisola la rivolta contro le candidature. «Riprendiamo a fare politica»
IL SECOLOXIX
Savona. Fare la guardia ad un contenitore che si svuota oppure riempire il contenitore di contenuti? Il caso Albisola scuote il Pd e diventa il paradigma dei travagli che attraversano il partito anche a livello locale. Giovedì sera, su iniziativa di Luca Becce - già esponente di spicco della politica savonese e albisolese - si è tenuta un'assemblea autoconvocata che ha sottoscritto un documento che suona come un appello al Pd perché faccia un passo indietro, si apra al confronto con tutta la realtà cittadina e metta a disposizione il risultato delle primarie (quindi la candidatura a sindaco del prescelto Luigi Cameirano) per costruire alleanze più vaste. Per «non morire di primarie». Il documento è stato firmato anche da due consiglieri comunali, da un assessore e da alcuni esponenti del coordinamento cittadino del Pd. Ieri pomeriggio il direttivo del circolo albisolese del Partito democratico è stato convocato d'urgenza, e si è riunito in un clima di tensione alla presenza del responsabile provinciale enti locali Luca Martino. Il coordinamento ha votato a maggioranza un documento che nega qualunque disponibilità a rimettere in discussione il risultato delle primarie e si dice invece disposto a discutere dei problemi e programma, fuori da ogni simbolo di partito.
Il Pd - anche a livello locale - sembra di fronte ad un bivio. Restare intrappolato nella rigida norma binaria cattolici-ex Ds che non si è mai risolta ed ha condotto il partito nell'attuale stato di paralisi (il cui esito finale sarebbe probabilmente la scissione). Oppure riaprire il confronto sui temi, sulla costruzione della nuova identità con tutti i riformisti senza "ex" davanti. In questo malessere sembra affondare le radici la vicenda di Albisola. E su questo punta dritto il consigliere regionale Nino Miceli che ieri è intervenuto per lanciare le "primarie delle idee".
Ha detto Becce dopo l'assemblea: «Caro Pd, quale credi sia la tua funzione fondamentale: fare politica o organizzare primarie? La sensazione che per ora stai trasmettendo è la seconda. Ti dividi su molte cose fondamentali, ma fai un sacco di primarie: "continuiamo così, facciamoci del male"». La lettera aperta - dice Becce - «chiede una risposta. Confido, da iscritto, in una risposta meno burocratica e retorica di quelle sino ad ora udite».
Miceli prende di petto il nodo politico:â??«Negli anni Trenta, di fronte ad una crisi economica analoga, il mondo reagì politicamente in maniera assai simile a quanto sta avvenendo oggi. Gli Usa scelsero una risposta di sinistra, politicamente democratica ed economicamente keynesiana, eleggendo Roosveelt alla Presidenza e dando avvio a quel vasto programma di riforme e di intervento pubblico in economia che assunse il nome di "new deal". Una scelta analoga sta compiendo oggi il Presidente Obama. La sinistra europea, al contrario, di fronte alla crisi "va in crisi", con effetti drammatici nel secolo scorso che vide il consolidamento del fascismo in Italia, in Spagna e in Germania. Anche adesso, seppur in un quadro fortunatamente diverso, l'Europa si affida a risposte politicamente e socialmente di destra». Miceli va al cuore del problema:â??«Ecco perchè non appare convincente un ritorno al passato e alle vecchie certezze, siano esse di impronta socialdemocratica o cattolico democratica. Solo la costruzione di un nuovo pensiero politico italiano ed europeo, attraverso una seria e compiuta discussione sulle scelte da compiere, capace di coinvolgere l'insieme delle persone che hanno guardato con interesse ed entusiasmo alla nascita del Pd partecipando alle elezioni primarie, può risolvere la crisi che stiamo attraversando». E conclude: «In questo senso le prime mosse del nuovo segretario Franceschini e soprattutto l'avvio di un'intensa fase di "primarie delle idee" potranno restituire all'Italia quella forza politica riformista a vocazione maggioritaria di cui abbiamo urgente necessità».
Antonella Granero
«questo sistema ha prodottosolo divisioni»
la fronda
DICE il documento sottoscritto dall'assemblea di giovedì sera: «Non è in questione la regolarità o meno delle primarie, né la loro validità generale come metodo. Non si possono però anteporre le questioni di metodo interne al partito ai ragionamenti e alle valutazioni sui fatti». E aggiunge: «I fatti, piaccia o no, dicono che le primarie di Albisola non hanno coinciso con un processo aggregativo intorno al Pd, ma, al contrario, hanno prodotto una ulteriore e pericolosa frantumazione». Per i firmatari la costruzione di una aggregazione forte è ancora possibile «purché il Pd, il suo candidato sindaco, si mettano a disposizione per un confronto aperto, che porti alla massima condivisione possibile e verifichi anche altre possibilità di guida della prossima amministrazione». Lo firmano, tra gli altri, Luca Becce, Andrea Toso (coordinamento Pd), Danilo Trogu, Serena Cello (coordinamento Pd), Roberto Manzini (assessore), Claudia Da Parè (coordinamento Pd), Letizia Parodi (candidata primarie), Giovanna Galimberti (coordinamento Pd), Cecilia Chilosi, Sergio Siri (consigliere comunale), Tino Gaggero (consigliere comunale), Vittorio Sirello (coordinamento Pd).
«sì al dialogo, ma indietro non si torna»
il coordinamento
IL COORDINAMENTO del Pd ha votato a maggioranza (astenuti i sottoscrittori del documento Becce): «Le primarie - hanno scritto - sono lo strumento democratico che il Pd ha individuato per scegliere i candidati. Il risultato non è in discussione. Il Pd oltre ad una autorevole candidatura a sindaco ha espresso anche una chiara volontà politica: quella di dar vita insieme ad altri ad una lista civica. Il confronto è aperto con tutti coloro che sono disponibili a dialogare sul merito delle cose da fare , non con chi vuole riesumare vecchie logiche di corridoio».