FOTO STORICHE DA LOANO

Loano, alle urne nel 1978

In pista da 30 anni, sempre Cenere

 

Loano - Pubblichiamo il secondo capitolo di "Come eravamo", ovvero tutti gli uomini della Democrazia Cristiana Loanese. Nelle due precedenti puntate (consultabili in "archivio"), abbiamo ricostruito la Dc, attraverso le elezioni comunali del 26-27 novembre 1972.

In questa puntata che approfondiremo nel prossimo numero, tutti i protagonisti delle "comunali" del 14-15 maggio 1978. Anche in questo capitolo, alcuni tra i protagonisti non sono più tra noi. Ci hanno lasciato per sempre, pur restando vivi i loro ricordi.

Degli uomini dello scudo crociato di 31 anni fa, sulla scena politica ed amministrativa è rimasto, a Palazzo Doria, Francesco Cenere, come documenta la foto fedele ai suoi "baffoni". E  tutto lascia prevedere (accordi sottobanco), sarà ancora l'ex democristiano ed anticomunista viscerale (iniziò scrivendo un paio di lettere anti Pci a due settimanali nazionali, allora molto diffusi) a sostituire l'ex alleato-rivale-alleato, Angelo Vaccarezza. Un terzo mandato di primo cittadino per Cenere, il "migliore" in grado di esprimere la società loanese in questo terzo millennio. Dopo aver, tra l'altro, risollevato le sorti della confinante e cugina Boissano.

Loano, città che ha smarrito il senso comune del dovere, della meritocrazia (la politica trasformata a mestiere, professione, fonte di reddito) e dove una cerchia gestisce gli affari che contano. Attività edilizia prima di tutto, con  ingenti profitti che non hanno nulla di socialmente utile in prospettiva (vedi la controprova della diminuzione di posti di lavoro, vedi le difficoltà crescenti nel settore alberghiero e commerciale, vedi i giovani laureati e diplomati costretti ad emigrare). Edilizia significa anche élite di "progettisti" e "direttore lavori", pochi big immobiliaristi impegnati in business da milioni di euro. Una gallina dalle uova d'oro, con tanto denaro nero, esente da quelle tasse che i meno abbienti, chi è a reddito fisso, chi è pensionato deve invece pagare fino all'ultima lira. E si sgomita per entrare nel ristretto "giro dell'oca".

La distorsione di ogni valore di democrazia compiuta?  Dei valori che nei secoli hanno permesso all'uomo il progresso.  La classe dirigente di questa città, di Loano, è davvero lo specchio fedele dei suoi cittadini? E' quanto si merita? A Palazzo Doria sono stati mandati nel corso della storia "podestà" galantuomini e meritrocratici. Accadeva in tempi non lontanissimi? E oggi?

Ognuno si sarà fatto un'idea. Ognuno può giudicare secondo il suo metro e la propria formazione culturale, umanistica, cristiana.

I giovani non possono conoscere ciò che accadeva prima. Qualcuno direbbe "bei tempi". La società loanese, nelle sue fondamenta, è cambiata in meglio o in peggio? Aver dovuto chiamare al capezzale, dopo 30 anni, Francesco Cenere, l'ex promotore farmaceutico che amava dare del contrabbandiere ed incallito speculatore edile ad un consigliere di minoranza della destra liberale (dottor Maurizio Strada), vuol dire che Loano non ha saputo cambiare. Mancano le energie, lo stile di proporsi. Comandano sempre gli stessi. Scelti dalla maggioranza dei cittadini, bisogna di conseguenza riconoscere che sono anche <bravi e meritevoli>. Onore ai loro meriti, alle loro capacità! Il "disonore" riserviamolo pure al dissenso. A chi non fa parte del "coro", a chi non sale sul carro del vincitore. Ieri con la Dc, oggi col "Popolo della Liberta".  Forza Italia e Alleanza nazionale, a cui si accoda la Lega Nord. Meglio fare i fatti propri, non impicciarsi raccomandavano i nostri vecchi. Taci che ti passa!

 




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