Il Sant'Agostino scoppia i detenuti mangiano in piedi
il caso
Mancano letti e sedie: riaperte celle dichiarate inagibili. Sale la tensione
IL SECOLOXIX
Savona. Il carcere di Sant'Agostino rischia di scoppiare. Tanti, troppi, i detenuti ospitati nella vetusta struttura di Monticello. «Ad oggi sono presenti 84 carcerati, con le camerate più grandi che finiscono per ospitare da 8 a 10 persone» sottolinea Aniello Peluso, segretario provinciale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe). «Sono state aperte celle che si era detto inagibili perché senza finestre e pertanto non adatte ad ospitare detenuti» prosegue la denuncia del sindacato.
Ma i problemi non riguardano solamente la struttura, ormai da anni (troppi!) al centro delle polemiche e delle periodiche visite di politici di ogni estrazione che ogni volta si dicono esterrefatti delle condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti. L'ultima visita, con tanto di allarmi e proclami, risale alla scorsa settimana con il consigliere regionale di Rifondazione Marco Nesci, accompagnato dal responsabile carceri liguri del Prc, il vadese Giorgio Barisone. Ma da venerdì rischia di saltare in aria anche la pazienza degli operatori del carcere, di quel personale di polizia penitenziaria che giornalmente vive a contatto con i carcerati e i loro problemi.
A far saltare il tappo è stato l'avvio delle "periodiche", ossia delle traduzioni settimanali di detenuti dalle carceri tra Sanremo e La Spezia «disattendendo la circolare del dipartimento nella quale si dispone che nel carcere di savona non possono essere trasferiti detenuti per motivi di giustizia per la limitazione delle capacità di ricezione della struttura». L'altra sera, invece, come denuncia il personale della polizia penitenziaria «si è assistito ad un vero e proprio reality, con i carcerati trasbordati dal pullman al cellulare in mezzo alla centralissima via Paleocapa».
Un problema di convivenza con la cittadinanza sicuramente disagiato anche per gli stessi detenuti che va avanti da decenni, ma venerdì si «è toccato il picco». La denuncia è forte, dettagliata, preoccupata. «Intanto non c'era il responsabile sicurezza nonostante il preavviso e la sorveglianza era affidata ad un assistente capo» affermano gli agenti che poi aggiungono come «i detenuti non siano stati forniti del regolare vettovagliamento, i materassi non erano sufficienti, al pari delle coperte e alcuni detenuti erano coimputati con altri già presenti in istituti e che dovevano essere isolati».
Senza dimenticare le più semplici regole di convivenze. In alcune celle ci sono letti a castello a tre piani (come ad Auschwitz...) e mancando le sedie i detenuti sono costretti a pranzare in piedi.
In sostanza la regolarità anche delle più semplice regole sono disattese con rischi per tutti. «Senza dimenticare che il nucleo traduzioni di Savona è composto da sei unità, compreso il coordinatore, e che contribuisce ai turni interni», conclude la nota del Sappe che non manca di lanciare una frecciata al cianuro al provveditore regionale sul servizio Periodica («Serve solo a lui in quanto è un progetto ideato a riscuotere incentivi») e minacciando «forme di protesta» nel caso non «venga sospeso il servizio».
Giovanni Ciolina