Depurazione:
paga solo chi è allacciato |
comune |
IL
SECOLOXIX |
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Savona. Sospesa la "tassa" di depurazione per
chi non è allacciato agli impianti. Il Comune ha
infatti chiesto la sospensione in via
cautelativa dell'imposta con una determina di
giunta che si propone di assumere un indirizzo
analogo a quanto formulato dall'Ato Savonese
(Ambiti territoriali ottimali) - l'ente
provinciale competente in materia di
organizzazione del Servizio idrico integrato -
riguardo ad un canone considerato illegittimo
dalla Corte costituzionale.
Nel corso dell'ultima seduta di giunta è stata
accolta la proposta formulata dall'assessore
all'Ambiente e Protezione civile, Jorg
Costantino, di esonerare dal pagamento
dell'imposta gli abitanti delle zone non servite
dal depuratore: in gran parte si tratta di zone
collinari della I circoscrizione (Santuario,
Cimavalle), delle borgate storiche della città,
che utilizzano le fosse Imhoff, autorizzate
dall'Ufficio Ambiente e svuotate periodicamente.
«Anche a Savona - dichiara l'assessore
Costantino - molti cittadini ritengono che non
sia giusto pagare per un servizio di cui non
usufruiscono, cioè la tariffa idrica destinata
al servizio di depurazione che viene addebitata
in bolletta anche agli utenti non allacciati
agli impianti di depurazione. La Corte
costituzionale, con la sentenza n. 335
dell'11/10/2008, ha affermato che, se nel Comune
di residenza non sono attivi depuratori per le
acque reflue, i cittadini non sono tenuti a
pagare la quota della bolletta destinata alla
depurazione. In base a questa sentenza, l'Ato
Savonese, nel corso dell'ultima conferenza dei
rappresentanti degli enti locali aderenti, ha
raccomandato loro di attivare una sospensione in
via cautelativa di questa riscossione, dove non
venga fornito il completo servizio di
depurazione, fino a quando non vengano eseguiti
approfondimenti in merito alla percentuale di
rispondenza al requisito del servizio che
compete alle varie tipologie di impianti
presenti sul territorio ed agli eventuali
rimborsi da effettuare».
«Anche il Comune - prosegue - ha voluto dare una
prima riposta di tipo politico al problema,
adottando, su mia proposta, una determina di
giunta che si propone di assumere indirizzo
analogo a quello espresso dall'Ato in risposta
alle numerose lamentele dei cittadini savonesi
anche attraverso le circoscrizioni».
La Corte costituzionale inoltre, chiamata a
seguito del ricorso presentato da un cittadino,
a giudicare la legittimità del pagamento della
quota di depurazione nelle bollette dell'acqua,
ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di
due articoli di legge: l'art. 14, comma 1, L.5
gennaio 1994, n. 36 e l'art. 155, comma 1, D.L.
3 aprile 2006, n. 152.
Stefania Mordeglia
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