TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
SALTARE IL GIRO ELETTORALE
Giorni fa, sul Manifesto, Gabriele Polo scriveva sulla necessità, da parte
dell’elettorato della sinistra, di “saltare un giro” nella prossima tornata
elettorale europea.
Vorrei entrare nel dibattito e calarlo nella
realtà politica savonese,
allargando tale necessità a tutte le persone che ritengono ormai
irrinunciabile ricostruire una credibile realtà politica dal basso,
ricostruire i legami col territorio, mettere al centro del dibattito l’agire
pubblico sull’interesse dei privati, privilegiare
il merito e i valori indiscussi che identifichino un progetto
politico che si possa chiamare tale.
Davanti allo spettacolo indecoroso di una politica improntata alle elezioni
a tutti i costi, con liste a tutti i costi costituite preferibilmente da
uomini riciclati o “cani sciolti” fuoriusciti e facilmente ricollocabili:
non si riesce, con tutta la buona volontà, a essere razionali e saggi come
la Rossanda che si dichiara contraria ad atteggiamenti rinunciatari e
autolesionisti.
E’ pur vero che estrometterebbero, dall’espressione elettorale, tutta una
fetta di società che, per la maggior parte, non si sente rappresentata dal
PD, ma i partiti della sinistra continuano a dividersi, più perdono e più si
dividono. Propongono liste autonome come fossero in condizioni di
rappresentare, in modo autonomo, idee e programmi politici nuovi.
Siamo alla miseria,
poche migliaia di persone intorno a dirigenti e a una classe politica
attaccata alla sua piccola fetta di potere.
Non si è voluto imparare nulla. Si contestano gli sbarramenti al 4% delle
europee, ma non si riesce a creare un soggetto politico, a sinistra, che
abbia al centro un nuovo progetto.
Così siamo arrivati a questo: mentre la politica nazionale va alla destra e
al centro, il potere locale savonese ai DS i cui uomini hanno saputo
proporre, da molto tempo, un programma perfettamente sovrapponibile a quello
di un probabile centro-destra. Ciò lo dimostra che, mentre quest’ultimo non
ha mai fatto opposizione alle
politiche proposte dalle maggioranze di centro sinistra, in alcuni casi
sostenendole (vedi Albissola Marina con la Margonara), il centro sinistra
perde, definitivamente, la sua identificazione politica.
“I grandi vecchi” del Partito
Democratico, neanche tanto vecchi, hanno già deciso tutto, i candidati a
Sindaco, le Primarie da farsi o meno, le relative liste
e l’assenza di programmi nuovi.
Ci sono i vecchi progetti, avviati da tempo, si tratta di trovare gli uomini
giusti, pronti ad attuarli senza esitazione.
Così mentre sappiamo che la cementificazione andrà avanti, inesorabilmente,
in ogni cittadina della provincia, che si costruiranno metri cubi di case,
ipermercati e quant’altro, con buona pace del Presidente dell’Unione
Industriali che vede l’edilizia savonese in crisi; mentre sappiamo che si
costruiranno piattaforme sul mare di Vado, anche se si dichiara che i
traffici portuali sono in diminuzione, non sappiamo quali saranno le
risposte che i cittadini, da decenni, attendono.
Non sappiamo quali saranno i progetti sulla vivibilità delle nostre città,
sulla mobilità interna e di collegamento, sulla politica della raccolta dei
rifiuti, sulle politiche contro un inquinamento atmosferico e sulle sue vere
cause, sulle opere pubbliche di promozione culturale, sul recupero dei
grandi contenitori storici e la loro destinazione d’uso.
Non sapremo,
ad esempio, quale candidato Sindaco si opporrà, e con quali strumenti,
all’ampliamento della Centrale a
carbone e alla costruzione di un
termovalorizzatore, mentre gli industriali premono perché ci sono 1600
milioni da spendere, in una lista di opere già pronta: Maerks, Piaggio,
Margonara etc…,.
Non sapremo
quali candidati credono ancora allo sviluppo dei porticcioli con
cementificazione annessa.
Non lo sapremo:
come ormai si usa fare da troppo tempo, perché il popolo è pecora e poi, si
sa…si turerà il naso, ma voterà.
Chi potrebbe dire ancora qualcosa, rimane inascoltato ai margini ormai,
della vita politica, ignorati dalle segreterie, con meditata accortezza.
Queste sono riuscite a servirsi delle cosiddette “primarie all’italiana”,
come nuovo alibi, per avvalorare le scelte di candidati altrimenti
improponibili.
Nelle nostre città una rotazione di dirigenti di partito, o di ex-Sindaci
che si propongono o proposti come “acchiappa voti” obbedienti e inoffensivi!
Negli articoli dei quotidiani locali, ogni tanto, una sterile e “virtuale”
polemica, utile solo per misurare i rapporti di forza.
E’ dovere di chi si occupa d’informazione lanciare un campanello d’allarme.
Mentre sulle pagine della cronaca locale articoli sui divorzi savonesi per
le ridotte misure del bagno, sulle liti per i mariti troppo tifosi, sui
marittimi che rubano mutande o sulle manifestazioni estive che dovrebbero
cambiare il volto turistico della città: il malessere aumenta e va
registrato. Un malessere in quella parte di elettorato, che è sempre più
numeroso e sempre più critico, che deve avere una voce ed essere ascoltato!
Bisogna dare una scossa a questa politica “in apnea”, dare voce a chi si
mobilita contro una classe politica ormai moribonda.
Questa è ancora la speranza, un’esile speranza che dovrà partire, però, da
un monito che li spinga a fare un
passo indietro:
-non votiamo, quindi, chi non sa
cogliere l’inquietudine della società che vuole guardare avanti in un modo
nuovo;
-non votiamo chi non mette al
primo posto l’ecosistema, l’ambiente, la vivibilità delle nostre città e la
salute dei cittadini;
-non votiamo chi
non crede alla necessità di ridare la precedenza al valore della realtà
culturale.
Piuttosto saltiamo un giro !!!
Anche se questo non è un ballo e la posta in gioco è grande, è necessario
soprattutto farlo capire a chi crede di poter decidere, indisturbato, il
nostro futuro facendoci credere di operare per una crescita e uno sviluppo
che non ci convince più.
ANTONIA BRIUGLIA
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