La cultura del fascismo

 

di Domenico maglio

Oggi, chi ha la mia età e non ha vissuto il fascismo sulla propria pelle come hanno fatto i nostri nonni o i nostri padri potrà raccontare un giorno ai suoi figli che però ne ha vissuto invece una reazione vitale come da oltre 60 anni non si vedeva.

E speriamo di poter raccontare che oggi come allora questa cultura è stata sconfitta, non con il mitra ma con le armi della democrazia che con lungimiranza ci sono stati donati a prezzi altissimi da chi ha lottato per la libertà del nostro paese.

Il fascismo non è soltanto tragedie, torture, negazione della libertà, omicidi, deportazioni e tutto quello che i libri di storia hanno raccontato fedelmente all’Italia e al mondo.

Il fascismo è appunto una cultura, un modo di essere, di comportarsi, di intendere il dominio degli uomini su altri uomini, è l’arroganza, la cattiveria, l’intrigo, l’interesse, la negazione di ogni diritto.

Ci sono molti modi per annientare le persone, alcuni diretti come il primo novecento ci ha raccontato con le sue dittature dove ti arrestavano e senza tante storie venivi eliminato fisicamente con un pretesto qualunque.

Oggi ha preso forma un altro modo altrettanto crudele ma sottile e indiretto, a lunga decantazione ma il risultato è in pratica lo stesso.

La differenza tra l’uno e l’altro non c’è, soltanto che prima sapevi che quella era la tua sorte segnata dal tuo nome scritto su una lista, sapevi ciò che ti aspettava, sapevi che dietro ogni angolo potevi incontrare qualcuno con una pistola in mano, qualcuno mandato per bastonarti a morte e in qualche modo eri preparato, ti difendevi, conoscevi il tuo nemico e i suoi metodi, se potevi lo evitavi ma conoscevi il colore della sua camicia, vedevi i suoi occhi pieni di odio e così potevi sostenere il suo sguardo con la forza di chi è dalla parte giusta.

Ma che differenza fa tra chi ti uccide sparandoti alla schiena e chi ti leva piano piano il sostentamento per vivere e ti nega i diritti più elementari?

Che differenza c’è tra il morire a bastonate e il morire per non poter comperare medicine e pane?

C’è una differenza ed è che oggi chi ti vuole piegato al suo volere dice di non volerlo fare mentre prima lo diceva apertamente, ma oggi non ha un volto certo da cui sfuggire è una voce che ti arriva da tutto ciò che ti circonda.

Questo è ancora più subdolo perché così facendo questa cultura riesce a comprare il consenso lanciando un tozzo di pane a un popolo stremato e impaurito, disposto a dire di si basta avere un sollievo anche momentaneo al suo disagio.

Il fascismo di oggi è tutto questo ma non dobbiamo intenderlo come ce lo hanno raccontato, con i teschi sui berretti, il fez, il manganello, dobbiamo invece vederlo come volontà di dominio, come volontà di piegare lo stato democratico ai suoi piedi, come svilimento delle istituzioni, come disprezzo per lo straniero, come demolitore dei principi costituzionali sui quali si regge la democrazia, come volontà di cambiare la storia a suo piacimento, come volontà di dividere la Repubblica per renderla più debole.

Io temo che ciò che abbiamo oggi in itinere cerchi di andare anche al di là di quello che si possa immaginare, e ci sono forti segnali in questo senso purtroppo.

Lo vediamo ogni giorno aprendo le pagine di cronaca dove si esalta la repressione e si dimentica volutamente la prevenzione, lo vediamo nell’autoritarismo parlamentare schiacciato sul volere del capo carismatico, nella volontà di imbavagliare la giustizia cercando di ridurla a un manipolo di servi del potere, nella discriminazione razziale che ritorna mascherata sotto la questione sicurezza, nel voler ridurre obbligatoriamente gli operatori sanitari a membri dell’OVRA, nella volontà di spaccare il mondo del lavoro fomentando una guerra fratricida tra disperati con la divisione del sindacato, lo vediamo nella negazione di sostentamento ai più bisognosi umiliati pubblicamente con la nuova tessera del pane, lo vediamo quando si pensa di evitare gli stupri a scuola affibbiando 5 in condotta, e lo vediamo con la volontà di avere uno Stato muto e obbediente al pensiero unico, che deve essere imposto, costi quel che costi, anche umiliando quel Presidente della Repubblica che “…è uno di loro…!!.”.   

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Già, è uno di noi, e se avessero vinto loro molti dei miei amici sarebbero a marcire in fondo a qualche galera insieme a me, ma invece abbiamo vinto noi e molti di loro oggi siedono al Parlamento, quindi qualche responsabilità diffusa esiste.

Questo è il fascismo di oggi, che ha mutato i suoi colori, marcia sotto bandiere diverse, impone la sua volontà considerando Capo dello Stato e Costituzione solo un impiccio fastidioso, si richiama a ideali antichi come Dio Patria e Famiglia, dimenticandosi però del Dio caritatevole, svilendo il valore della Patria costruita con il sangue degli italiani, curando le famiglie a botte di me ne frego, un fascismo nuovo, ripulito che si appropria di parole che non gli appartengono storicamente, libertà, democrazia, patriottismo.

Un falso patriottismo che è diventato il loro ultimo rifugio, quel falso patriottismo che è l’ultimo rifugio dei mascalzoni, perché il fascismo era ieri ed è oggi proprio l’ultimo rifugio dei mascalzoni.

Io non so se sono esagerazioni ma non c’è dubbio che i fatti sono li, nessuno li può negare e la mia è una preoccupazione alquanto condivisa, non soltanto dai vecchi partigiani o da chi ha vissuto il periodo dell’Asse e dell’Impero che potrebbero con ragione esprimere un giudizio di parte, ma anche da migliaia di persone che partigiani non sono stati, e sono giovani di ogni estrazione sociale, lavoratori di ogni categoria, pensionati, donne e uomini che soffrono soli una crisi economica senza aiuto alcuno.

Come riportare tutto alla normalità non è soltanto compito di una classe dirigente, è dovere per tutti prima di ritrovarsi un Parlamento trasformato davvero come luogo di bivacco.

Francamente subire tutto questo restando rassegnati agli eventi non è degno della migliore tradizione resistenziale italiana, è un’offesa verso chi ci ha insegnato a non arrenderci.

Penso sia giunto il momento per tutti di rompere gli argini delle divaricazioni ideologiche prendendo atto che ciò che verrà in seguito potrebbe essere anche peggio di ciò che si vede ora, quindi è meglio darci da fare, adesso.

Il fascismo di ieri è stato devastante e tragico certo, è stato sconfitto ma non definitivamente come comunemente si è portati a pensare, ha lasciato viva la sua cultura, si è trasformato e trasfigurato mutando le sue organizzazioni e le sue rappresentanze, sta ancora facendo il suo sporco lavoro.

La Germania nella Giornata della Memoria per voce della sua Premier – non bolscevica- ha detto che ancora oggi il suo paese “….si contorce e fatica a uscire dalla vergogna che ha bollato il suo popolo….”

In Italia nella stessa giornata si mette per legge sullo stesso piano i combattenti per la libertà e chi questa libertà voleva annegare nel sangue.

Ma i Partigiani e i Repubblichini non ballano sulla stessa pista e non lo faranno mai.

Questo è il fascismo di oggi, questa è la cultura da combattere.

Per farlo non bastano piccoli leader con piccoli partiti che si moltiplicano come i pani e i pesci, serve ben altro.

Serve una coscienza alternativa e unitaria che sappia racchiudere in se e rappresentare le migliori tradizioni democratiche che ci hanno portato fino qui.

In fondo non è così difficile, basta usare la testa, abbandonare l’orgoglio di storie irripetibili e portare gli ideali laddove veramente servono.

Domenico Maglio