TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Dopo il
“pacchetto sicurezza”, i “medici delatori”, le ronde con spray urticanti
“Caso Englaro”, dittatura della morale:dichiarata guerra alla Costituzione
di Franco Astengo
Non basta, a mio modesto avviso, esprimere
doveroso sostegno e solidarietà al Capo dello Stato ma occorre
andare a fondo sulla natura di questo passaggio politico –
istituzionale e sulle sue implicazioni complessive. Non ripeteremo quanto già scritto in diverse occasioni, nelle scorse settimane, denunciando l'avviarsi di una realtà di mutamento nella dislocazione dei poteri tra Presidenza della Repubblica, Governo e Parlamento che, appunto attraverso l'uso del voto di fiducia e dei decreti legge, questo Esecutivo sta attuando dall'apertura della XVI legislatura. D'altro canto, proprio oggi, il Presidente
del Consiglio ricevuto il diniego del Presidente della
Repubblica a firmare il decreto ha minacciato la modifica
della Costituzione, proprio sul punto della “necessità ed
urgenza” nell'uso della stessa decretazione. Il decreto sul “caso Englaro” proprio perché tocca un tema delicatissimo che traguarda questioni etiche, di coscienza, di principi filosofici, appare del tutto esemplificativo della situazione in atto. Si tenta, attraverso l'introduzione di questo meccanismo, di instaurare una sorta di “regime” sul piano istituzionale che si accompagna, con l'intervento diretto di una parte rilevante delle gerarchie cattoliche, con una sorta di “dittatura” della morale. Due elementi, un nuovo “regime
istituzionale” ed una sorta di “dittatura della morale”,
che puntano a ridisegnare lo stesso panorama politico,
riallineare ancora una volta il sistema dei partiti, ridefinire
i confini della democrazia. Tutto questo è reso possibile dall'accettazione di una falsa logica dell'alternanza, resa possibile da leggi elettorali che sono state accettate anche dal centrosinistra e che risultano essere state, invece, il grimaldello attraverso il quale far passare questo stato di cose: Determinante, infatti, attraverso la
costruzione di un premio di maggioranza come quello previsto
dall'attuale legge elettorale del 2005, la costruzione di una
nuova dialettica tra Governo e Maggioranza da una parte, e
Minoranza parlamentare dall'altra, che riduce il parlamento a
mero luogo di ratifica, salvo “imboscate” di franchi tiratori,
come a volte accade, ma sempre al di fuori da una limpida
dialettica parlamentare. E' chiaro che non stiamo drammatizzando e la
riprova sta nel fatto che, fin da stasera, il Consiglio dei
Ministri, incassato il rifiuto della Presidenza della Repubblica
al decreto, stia già lavorando ad una legge che avrà corsie
preferenziali spalancate e, magari, già martedì potrà essere
votata. Una situazione del tutto fuori dall'ordinario,
come se ci si trovasse in una situazione di straordinaria
emergenza, quasi si trattasse di presentare una dichiarazione di
guerra. Una dichiarazione di guerra che è stata
presentata: alla democrazia italiana, alla Costituzione
Italiana nata dalla Resistenza. Tutto ciò avviene in un clima culturale del
tutto deteriorato: come dimostra la legge sul cosiddetto
“pacchetto – sicurezza”, con i medici invitati e fare i
delatori, ed i cittadini chiamati a farsi giustizia da sé, con
ronde e spray
urticanti, contro un non meglio precisato pericolo “nero” o
“giallo” o quant'altro. E' clamoroso, infine, che in questo quadro che
riteniamo di aver descritto senza drammatizzazioni, ma nel
rispetto della realtà dei fatti, in questa settimana il PD
abbia votato assieme a questi signori una legge di modifica
dell'assegnazione dei seggi al parlamento Europeo, al solo scopo
di tener fuori dall'emiciclo di Strasburgo i pericolosi
eversori di Sinistra Democratica e di Rifondazione Comunista. Un gesto bieco, di vera e propria protervia,
al quale sarà necessario rispondere adeguatamente facendo
ricadere sui proponenti, a tempo debito, il peso di tutta la
loro miopia politica. Savona, 6 Febbraio 2008
Franco Astengo |