Sulla Margonara la Regione si sfila
vertice a genova, per ora il parere negativo non andrà in giunta
Si ferma il "no" della Via. In attesa di modifiche al progetto
IL SECOLOXIX
Savona. Margonara sì, no, forse: per ora, la Regione lascia nei cassetti il parere che ha bocciato il porto turistico savonese e, se approdasse in giunta, ne suonerebbe le campane a morto. Il vertice, tenuto ieri a Genova, non ha sciolto i nodi, ma ha fissato un punto essenziale: provvisoriamente, il presidente Burlando terrà fermo il parere negativo della commissione regionale di Via, in attesa delle eventuali modifiche approntate al progetto. Uno spiraglio, insomma. Sia pure piccolo. Sia pure tutto di natura tecnica, giocato nell'assenza (almeno palese) di una scelta politica di campo. Non è un caso, probabilmente, che il "dominus" della riunione sia apparso la dirigente all'ambiente di via Fieschi, Gabriella Minervini, pur alla presenza di tutti i "pesi massimi" degli enti interessati: Burlando, con gli assessori Franco Zunino e Carlo Ruggeri (su due fronti opposti), i sindaci di Savona Federico Berruti e quello di Albissola Stefano Parodi, il presidente dell'Autorità portuale Rino Canavese, oltre a funzionari e tecnici di tutte le parti.
In sostanza, il presidente Burlando ha scelto di lasciare agli enti locali, ai tecnici e ai funzionari, il tempo per proporre e trovare soluzioni: in soldoni, per provare a modificare il progetto in modo tale da ottemperare alle osservazioni della Via. Burlando ha ribadito di voler tenere sul piano tecnico la questione e, di fatto, ha rimandato la palla nel campo di Savona. Alla fine, tutti fanno mostra di essere soddisfatti, o quasi. Ma ciascuno resta delle proprie posizioni: per Zunino, è ormai acclarato che sarà bocciato qualunque progetto inglobi all'interno del bacino portuale lo scoglio della Madonnetta. Per Canavese, è altrettanto chiaro che il Piano regolatore portuale - massimo strumento di pianificazione, vigente da anni e approvato in tutte le sedi - prevede che il porto turistico comprenda anche lo scoglio. Sul come tutelarlo, le soluzioni possono essere molte e le modifiche sono già allo studio. Ma certamente a Savona nessuno pensa di sconfessare le previsioni normative del Piano regolatore portuale. O di liberarsi facilmente di una delibera votata dal consiglio comunale con un solo voto contrario. Insomma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, si intravvede la fibrillazione di una politica che, nel suo complesso, sembra rinunciare all'esercizio del ruolo di sintesi e governance rispetto al processo decisionale che riguarda la Margonara (come altro). Mentre Savona sembra soffrire sempre più di un deficit di rappresentanza presso il centro genovese.
Si diceva: apparentemente tutti soddisfatti, o quasi. Si dichiara contento l'assessore regionale Franco Zunino, che del progetto è un fiero oppositore insieme al suo partito (il Prc) e a quello dei Verdi e con i quali, secondo alcuni, Burlando avrebbe stretto un patto, peraltro sempre negato. Zunino premeva già prima di Natale per portare il parere in giunta. Ma ora accetta di buon grado il rinvio: «Perché adesso è chiaro a tutti che la Margonara deve essere tenuta fuori dall'area portuale. O il progetto cambia radicalmente, o la bocciatura diventerà definitiva». Sull'altra sponda, si dice ottimista anche Rino Canavese, presidente dell'Autorità portuale, ente capofila del progetto. «L'importante, ora, è che la Regione non prende la delibera. Si apre uno spazio per un lavoro serio con i tecnici e con la stessa commissione di Via per capire qual è esattamente il problema e trovare una soluzione». E aggiunge: «Sono soddisfatto perchéè emerso con chiarezza che lo scoglio della Madonetta non è affatto fuori dal porto: è lì, sulle carte, da dieci anni. Un dato incontrovertibile che tutti gli uffici della Regione, a parte quello di Via, hanno riconosciuto». E proprio sulla valenza del Piano regolatore portuale ha battagliato Canavese. Il suo potere pianificatorio può essere modificato da un parere della Via? Il presidente ritiene di no, e con lui i sindaci Parodi e Berruti: «Ho apprezzato molto - conclude Canavese - la posizione del sindaco Berruti, pacata ma ferma. Ha spiegato che la volontà dell'ente locale si esprime nel consiglio comunale, e che Savona lo ha fatto a larghissima maggioranza». Federico Berruti, dal canto suo, è cauto, ma chiaro: «Io ho rappresentato la posizione espressa con la delibera del consiglio comunale. Quindi, l'obiettivo è di rendere compatibile la realizzazione del porto turistico, che noi riteniamo importante per lo sviluppo, con le prescrizioni della commisione di Via».
Antonella Granero
Il porto turistico e la torredell'archistar
il dibattito
ORA, LA PRESENZA di un "archistar" come Massimiliano Fuksas, alla cui matita è stato affidato il disegno del progetto della Margonara, sembra diventata quasi ingombrante. In fondo, proprio il suo nome e la sua personalità esuberante hanno attirato su Savona le attenzioni di tutta Italia facendo della lotta alla Torre (che sostituì un vecchio progetto, con gli stessi volumi estesi in orizzontale in un borgo alla ligure) una specie di simbolo di quella più generale contro la cementificazione. Con qualche imbarazzo per la Regione. Una valenza assunta anche al di là dei contenuti del progetto - sconosciuti ai più - e delle dinamiche tutte savonesi che hanno portato alla nascita del Comitato Margonara Viva, alla discussione sul Faro e a quelle sulla salvaguardia dello scoglio e della spiaggia. E delle sue famose "baracche", nate abusivamente. La delibera votata con un solo voto contrario dal consiglio comunale, ha voluto rimettere al centro la questione del porto turistico da 650 posti. In questo contesto, la Torre - per la quale è stata esclusa la destinazione residenziale - è diventata quasi un di più. Maggioranza e minoranza hanno invece concordato nel ritenere centrale la realizzazione del porto turistico: «Un'occasione di sviluppo», è stata definita. Il porto, si è detto, come "fabbrica del terzo millennio", volano per creare - attraverso il turismo e la cantieristica, che in quella zona è già saldamente insediata - occupazione di qualità.