TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Da Savona alla Riviera si paga un conto salato di sciagurate scelte edilizie
Sedicimila disoccupati e tante bugie:
cosa non viene detto ai cittadini
Abbiamo dei tesori unici al mondo, eppure c’è la fuga degli
albergatori, mentre carenze, anche legislative, ingrassano il
mercato del “38 metri quadri”
Savona –
Abbiamo circa 16 mila disoccupati. Queste sedicimila
persone convivono con altre che, in tempi migliori, hanno messo
a frutto la nostra terra sul mare ove sono nati: I loro figli
non hanno difficoltà. Altre famiglie ancora hanno avuto per
decenni tre o quattro stipendi ogni famiglia. Inoltre da certi
lavori stagionali si ricava un profitto che consente di vivere
bene per il resto dell’anno.
Con mediatori d’immobili che, in virtù della merce a loro
disposizione e che si trova nel luogo tra i più ambiti del
mondo,vivono senza eccessivi problemi. Con 3000 impiegati
statali che bene o male, molte volte lavorando in due, tirano
avanti. Con 2000 addetti a Cooperative che dalle
agevolazioni Statali attingono lo spunto per la loro stessa
esistenza. Con operai, artigiani, commercianti e professionisti
che lavorano anch’essi ai servizi, in una città
circondata da boscaglie impervie, abbandonate, e
improduttive.
I sedicimila sanno che
in questi spazi già occupati non c’è posto per loro,
vedono che in altre terre lambite dal mare, come la nostra, le
persone che le abitano vivono una vita ben diversa. Si rifiutano
“giustamente” di andare a raccogliere pomodori lontani da casa
loro, senza riuscire a rendersi conto del motivo di uno stato di
cose, quasi, senza sbocco.
Diciamoglielo chiaramente:
non sarà il progetto Boffil, o il terziario, o
l’assistenza agli anziani, o le superstrade, o i parcheggi, a
dar loro un lavoro. All'epoca in cui sono nati esisteva
da troppo tempo una pianificazione territoriale che non
prevedeva Turismo, ma industrie, che queste
industrie hanno elargito per molti anni un
benessere effimero e che oggi ci presenta il conto.
E questo conto,
se non si rivede la pianificazione territoriale e cioè i
PIANI REGOLATORI
COMUNALI, lo continueranno a pagare i sedicimila e i loro
figli, se ne avranno!
Cominciamo da qui !
Stralcio del
Regolamento Edilizio di Savona e Regione Liguria anno 2000, vedi
Piano regolatore di Savona.
L’alloggio monostanza residenziale deve
avere una superfice minima di
mq.
28 per una persona e mq. 38
per due persone.
Queste metrature,
chiaramente riferite ai locali di civile
abitazione, che solo così possono essere accatastati e quindi
venduti con atto Notarile,
diventano purtroppo elemento fondante ed obbligatorio anche in
campo Turistico – Alberghiero.
Da qui nasce la proliferazione dei Residence, degli
Aparthotel, delle R.T.A.e delle C.A.V.,
Nomignoli via via inventati per sostituire il precedente, come
se l'ultimo si differenziasse dal primo. Infatti gradirei
che Urbanisti e Magistrati aventi causa
spiegassero a quei sedicimila come mai gli altri Paesi sul
Mediterraneo e sull'Atlantico, disponendo di uno solo dei detti
nomignoli (APARTHOTEL) di mq. 15,00 riesca a
riempirli per 12 mesi l'anno, garantendo
l'occupazionalità del settore, mentre noi conviviamo col
deserto.
Non sarà per il
fatto che noi costruiamo o trasformiamo strutture che dovrebbero
essere produttive per dodici mesi l'anno, in “ALLOGGI di 38
metri quadrati” al di fuori evidentemente di qualsiasi
inserimento concorrenziale nel mercato Turistico?
A che serve definirli :
“RESIDENCE”
termine Francese
= residenza o complesso residenziale. mq. 38
“APARTHOTEL”termine Americano = appartamento o stanza
nell'Hotel.
mq. 38
“R.T.A.”
termine Italiano
= residenza
turistica abitativa.
mq. 38
“C.A.V.”
termine Italiano
= casa
albergo vacanza.
mq. 38
Perfettamente uguali tra loro, ove, non appena i possessori
optano per prendervi la residenza (direi dovuta in quanto di
loro proprietà) vengono inquisiti dalla Magistratura?
Qual'è la motivazione che permette ai nostri progettisti
urbanistici di usare i detti “nomignoli” nei loro progetti,
quando gli stessi non compaiono in nessun Manuale
dell'Architetto, dell'Ingegnere, del Geometra o del Perito
industriale?
Tutti noi conosciamo la vicenda del Merello di Bergeggi
trasformato in Residence e quindi inquisito dalla Magistratura,
del piccolo albergo Il Faro, sempre in Bergeggi,
in abbandono da 8 anni in quanto non è stata concessa la
sua trasformazione in nessuno dei “nomignoli” di cui sopra,
del Grand – Hotel di Alassio e di tutti gli
infiniti identici episodi, riguardanti i nostri Alberghi Liguri.
Atale proposito, leggendo il
Secolo dell’ 1/7/99 abbiamo
rilevato che un certo
Antonio Fameli a seguito di una “maxi –
truffa” è finito in galera.
La truffa consisteva nell’aver trasformato cinque Alberghi in
Residence, ed il cittadino ne avrà preso atto plaudendo alla
Magistratura .
Nella stessa pagina però una certa Bergamasco annunciava
con trionfalismo che alcuni imprenditori avevano ottenuto il
finanziamento (credo Regionale) e quindi l’approvazione
Comunale, per la costruzione di tre
“Residence” a Varigotti, e qui il cittadino credo si
sia domandato quale
relazione esista tra
la pena inflitta al Sig. Fameli per i cinque
Residence, ed i complimenti delle Autorità per i tre Residence
della sig. Bergamasco.
Forse sarà
stata la differenza del numero di Residence!
Sarebbe forse il caso di proporre la galera anche per chi
progetta , approva e finanzia “Residence” ,”Aparthotel”,
“R.T.A.” o “C.A.V.”?
Mi pare eccessivo, ma è evidente che una tale “carenza
Legislativa” non può protrarsi all'infinito e aggiungo che
carenza Legislativa è una definizione quanto mai accattivante e
pacioccona. Sono ormai
decenni che i Legislatori
riscontrano e accettano definizioni così diverse per
gli stessi oggetti, trattandoli con le stesse Sentenze finali.
Questa situazione proietta sull'occupazione dei sedicimila un
oscurantismo impressionante, e, proprio in
vista delle difficoltà di interventi precisi implicanti
una profonda conoscenza della materia, la stessa
dovrebbe essere assolutamente studiata ed applicata
congiuntamente da:
Sindacalisti del lavoro;
Urbanisti
Comunali;
Magistrati;
Albergatori;
Tour
– Operators;
Politici;
Progettisti
Tecnico turistici.
Molto difficili peraltro da amalgamare nel nostro Paese, anche
per ottenere soltanto ciò che per altre Nazioni è stato fatto
con una facilità impressionante.
Tenterò
di spiegare che cosa sarebbe necessario.
L'industria del Turismo
;
come
ho già premesso nel mio “articolo” della scorsa settimana,
rappresenta l'asse portante delle economie di Spagna, Grecia,
Portogallo e Francia ed è, secondo me, la nostra unica
speranza di uscita dalla crisi che ci attanaglia.
Le materie prime, con cui conviviamo dalla nostra nascita,
vitali per tale industria consistono in:
1)
Uno dei migliori tratti di costa della Liguria, con l’
entroterra
immediato più
ricco del mondo ( dal Piemonte e Lombardia, ai Mari del
Nord ), per le stagioni estive.
2)
Una delle più belle e vicine catene
montagnose del mondo, per le stagioni invernali.
3) Il clima
più invidiatoci dal mondo intero.
Che cosa ci manca :
a ) Una Legge
che consenta di
vendere con atto pubblico una camera d’albergo tipo
Aparthotel
di 15 - 20 mq. a privati che la rilascino in uso ad apposite
Società di
gestione Alberghiere.
b)
L’inserimento di Zone Alberghiere quali Attività
Produttive , nei piani Regolatori delle ns.
coste
e delle
ns. valli, concordando,
a priori, la loro volumetria con
Tour - operators
internazionali.
c)
Le infrastrutture,le strade,i porti e gli aeroporti.
Quanto ci costerebbe
:
L’unica spesa reale per dare un preciso indirizzo Turistico
alla nostra economia è quella relativa alle sole
infrastrutture. Da realizzare prima di aver concretizzato le
vendite delle camere Aparthotel d’albergo relative ai
vari comprensori, poiché l’ Industria Turistica
esiste solo se è quotidianamente supportata dagli
investimenti dei privati, con l’acquisto - investimento
delle camere d’albergo, rilasciate in uso
alla Società di gestione e
l’affitto - giornaliero dei suoi posti – letto.
Ove e quando questo non avviene l’ Industria
Turistica fallisce !
Infatti l’investimento privato è assolutamente subordinato
alla Rendita, ed in materia, nulla è più redditizio
di un albergo che funzioni in Alta ,Media e Bassa
stagione. Noi non abbiamo alberghi ad alta concentrazione,
siamo senza
servizi logistici essenziali e quindi lavoriamo
Turisticamente solo in Alta stagione con le evidenti,
inevitabili, disastrose conseguenze che riscontriamo ogni
giorno.
L’arenile rimasto non ci consente di ampliare neppure i
marciapiedi (vedi a Savona il disastro di C.so Vittorio
Veneto) e l'arenile va quindi ampliato con il concetto
usato per i Container di Vado ligure, rubando al mare
spazi per: carreggiate a quattro corsie, Palme, Parcheggi,
Passeggiata, impianti Turistico- Sportivi.
RIPETO UN CONCETTO DEL 1995
Voglio ancora ribadire fermamente quanto
già nel 1995, relazionavo al mio caro amico Luciano Corrado, che
l’ha ripubblicato il 16/nov/2008
nel n° 176 su
“truciolisavonesi” :
-
le zone alberghiere ”devono” necessariamente essere situate
sulle nostre colline per questi semplici motivi : 1) perché le
aree pianeggianti sono già state occupate da molti anni, 2)
perchè le aree collinari hanno prezzi maggiormente appetibili e
possono essere quindi più facilmente recepite per diversificare
gli impianti sportivi 3) perchè le persone anziane riposano in
modo più disteso ad una quota superiore rispetto al livello del
mare 4) perchè così si comporta tutto il mondo che progetta
turismo e non credo che i nostri progettisti possano
andare contro le regole economiche stabilite dalle stesse catene
Alberghiere; senza questo, è inutile, dannoso, puerile, parlare
di attrezzature destinate al Turismo. Noi non abbiamo Turisti e
se li avessimo non sapremmo dove metterli, quindi non illudiamo
i nostri ragazzi che, poverini continuano ad aprire pizzerie,
paninoteche, ritrovi, che falliscono dopo due stagioni. Noi
abbiamo nella nostra Provincia :
un mare di seconde
case
chiuse 11
mesi all’
anno, una
valanga di
Residence da
200 €uro al giorno, vuoti per nove mesi l'anno,
che rendono vana qualsiasi iniziativa tendente ad
attrezzare un settore completamente improduttivo, ed è per me
aberrante ascoltare chi presuppone il completamento di questi
volumi ”vuoti” con Palazzi dei Congressi, Golf, porticcioli,
Parchi, divertimenti,
Bar, pizzerie, senza programmare :
-
“ Zone Alberghiere Produttive per 12 mesi l'anno”.
CONCLUSIONE:
Se la PROVINCIA di Savona vuole avere vocazione Turistica
occorrerà:
- Ridefinire l’articolazione dello sviluppo della viabilità
Cittadina con
particolare riferimento alle necessità Portuali ( vedi
progetto ing. Berriolo aprile 1993).
Dotare immediatamente la Città di 2
contenitori verticali di auto, uno sotto il seminario Vescovile
capace di 1133 posti auto, già
approvato. dal consiglio Comunale di Savona il
19/02/90, che non si sa che fine abbia fatto ma che risolverebbe
i problemi del Centro Città su Piazza Diaz e del
quartiere della Villetta
con ascensore e corridoio mobile sfociante proprio sul “Chiabrera”.
L’altro sul sito della vecchia stazione:
un contenitore di 4000 auto su volume gemellato al Palazzo
della Provincia, che potrebbe avere un costo di 9 000
Euro a posto auto in proprietà esclusiva, contro le 70
000 €uro che occorrono per ogni Box interrato nelle
nostre piazze, per
anni consigliato da esperti......e mai naturalmente,
seguiti da concretezze esecutive !
- Sviluppare queste concezioni Urbanistico – Turistiche in tutta
la Provincia di Savona onde
prevedere anche un
Aeroporto nello specchio di mare compreso tra Ceriale ed
Albenga fino quasi alla foce del Centa, per almeno uno
sviluppo di Km. 2,5 necessario per una vera pista
aeroportuale, (vedi progetto ing. Berriolo aprile 1989),
considerato che le aree immediatamente retrostanti non sono
ancora congestionate per cui appare relativamente facile
raggiungere sia la grande viabilità che il nodo autostradale di
Leca, servendo cosi tutta la Liguria Occidentale,
(su questo mi dilungherò in altro momento).
-
La Darsena di Savona e le aree attigue avrebbero dovuto
essere destinate ad insediamenti turistico sportivi
espressamente concordati
con le esigenze dei realizzatori delle zone alberghiere
(tour operators e catene di gestione), purtroppo la destinazione
oggi eminentemente residenziale ne condizionerà il futuro ma, i
grandi polmoni di aree disponibili da un programmato
ripascimento del
nostro arenile costiero consentirà il recepimento di spazi
alternativi.
L’area portuale e la città intera dovranno comunicare
agevolmente con la zona alberghiera che dovrebbe secondo
previsioni turistiche situarsi a quota 100 s.l.m.
(viabilità, nostro irrisolto, eterno, problema).
Un grande albergo centrale sul vecchio San Paolo, con
sopra-passo sui giardini del Prolungamento, con sala
congressi, parcheggi, ecc. potrebbe rappresentare il raccordo
necessario tra i poli turistici collinari e la Città, unitamente
ad altro nella zona servizi adiacente alla nuova Stazione
Ferroviaria.
Per tutti gli altri
comprensori Provinciali dovrà essere attuato un attento esame
sulle reali ed enormi capacità produttive legate alla natura dei
loro suoli ed alle loro possibilità attuative.
Solo partendo da questi presupposti si potrà parlare di Turismo,
e solo con una diversa programmazione delle aree in cui viviamo,
si potranno risolvere decisamente i problemi dei nostri
sedicimila disoccupati e di tutti gli altri Liguri che per
trovare lavoro se ne devono andare non si sa bene dove!
La settimana prossima tenterò di spiegare come sarebbe possibile
dare una casa in tempi brevi ed a prezzi ragionevoli, ai giovani
che vogliono formare una famiglia nel nostro Paese, “nonostante
tutto”.
Guido Luccini
lucciniguido@libero.it
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