OBBLIGATORIETA’
DELLO 0,20: ancora dallo
statuto: <In osservanza delle
disposizioni contrattuali del 19 luglio 1996, le
quote dello 0,20 nel caso in cui non vengono versate
all’Ente bilaterale, sono comunque da corrispondere al
lavoratore dipendente, con conseguente aumento del costo del
lavoro per l’impresa>.
COMMISSIONE
PARITETICA: <Le
quote di competenza della Commissione paritetica vanno
versate in ragione delle 0,10 %, sia a carico del datore di
lavoro che del lavoratore dipendente, con le stesse modalità
e sulla stesso conto corrente vengono versate le quote delle
0,20%.>.
ACCORDI SINDACALI:
Sono previsti
1) contratti di
apprendistato.
2) contratti di
formazione lavoro.
3) contratti part-time
nelle varie forme.
4) Corsi di
qualificazione e riqualificazione personale.
Inoltre l’Ente bilaterale ha
promosso iniziative rivolte all’applicabilità dei
contratti di sospensione per le aziende che non abbiano i
requisiti>.
Infine
CONVENZIONE CON LA CARISA. <L’Ente
Bilaterale nel quadro dei suoi compiti ho posto in
essere una Convenzione con la banca…presente sul
territorio provinciale con 45 agenzie, con condizioni di
particolare favore per…favorire <il fattore di crescita
quantitativa, qualitativa, economica ed occupazionale del
comparto…con innumerevoli agevolazioni, facilitazioni e
vantaggi per dipendenti e datori di lavoro…>.
Trucioli Savonesi,
in più occasioni, aveva ricordato l’esistenza dell’ente
bilaterale, riferendosi però a quello aderente a
Confindustria col maggiore numero di associati. Nel
complesso veniva rimarcata la cappa di silenzio
che lo avvolgeva da anni. Con alcune domande all’insegna di
fare trasparenza, visto che sono in ballo anche soldi
pubblici, oltre che degli aderenti.
Rendere pubblici i bilanci significava e
significa sapere il numero degli iscritti nel corso degli
anni, l’ammontare delle somme versate (i primi versamenti
risalgono al 1998). Tanto per dare un’idea di cosa
significhi diciamo che agli inizi dell’Ebt, quella che
era la maggiore azienda alberghiera, in quanto a dipendenti
contrattualizzati, in provincia di Savona – ovvero il
Grand Hotel Garden Lido di Loano - aveva
versato in lire: 3 milioni 842 mila (nel 1988), 4
milioni 811 mila nel 1999, 6 milioni 820 mila nel
2000….L’azienda aveva invano sollecitato la divulgazione dei
bilanci e dell’attività. La risposta era: <Tutti i soci
hanno accesso agli atti, venite in sede e consultate>.
Sarebbe utile sapere a fini statistici
quanti lavoratori e quante aziende hanno beneficiato dei
corsi di formazione professionale. Ci sono alberghi che
hanno chiuso i battenti, dopo aver incassato soldi ad hoc?
Quali i risultati raggiunti in termini di vantaggi concreti
per l’occupazione, quale la sorte delle figure
professionali, apicali compresi? Se non altro per dare una
risposta documentata alle famiglie e agli studenti delle tre
scuole alberghiere della Provincia di Savona? Non
illuderli.
L’IMPENNATA DELLE
COOPERATIVE DI SERVIZI-
Altro aspetto.
In che misura contribuiscono ai due
Enti bilaterali, alla crescita della
formazione professionale e della “qualità turistica”, le
cooperative di servizi che registrano una vera e
propria impennata negli ultimi anni all’interno di aziende
alberghiere o ricettive in genere?
Quali le dimensioni del fenomeno di
dipendenti alberghieri assunti dalle cooperative (bianche e
rosse) anziché assunzioni dirette dell’azienda titolare
dell’hotel o del residence) Quante sono le cooperative
esterne e a volte interne (create ad hoc): dalle pulizie,
alla cucina, alla manutenzione, servizio
ristorazione-bar-catering.
Unica eccezione: il personale del
ricevimento o amministrativo.
Cosa rappresenta questa svolta-novità
nella vita turistica e nei bilanci del maggiore Ente
Bilaterale? Nei rapporti sindacali? Nei “conflitti di
interesse”? Serve a contenere i costi (contributi, tasse) o
a aggirare problematiche che da sempre creano lacci a
laccioli all’imprenditoria privata sempre più in fuga dal
comparto?
La Stampa
del 18 gennaio scorso ha riproposto l’esistenza dell’Ebit
(Ente Bilaterale Industria Turistica), facendo parlare
il presidente Franca Roveraro Cappelluto. Un
invidiabile ed encomiabile curriculum di operatore turistica
che ai “blà-blà” ha sempre preferito la concretezza, i
fatti, pur in un disastro e difficilissimo contesto.
Ad iniziare dall’incontestabile
fallimento della politica turistica a livello regionale e
provinciale; al fallimento del ruolo dell’associazione di
categoria degli albergatori, succubi del potere di turno e
dei potenti di turno. Tra i più penalizzati il ponente
ligure, non a caso. Ad iniziare dalla politica del
territorio, urbanistica, come documentano, non da oggi,
analisti, osservatori, giornalisti e scrittori non
prezzolati.
Con associazioni di categoria,
imbattibili nel lamentarsi (decenni di pagine di cronaca lo
documentano), ma incapaci di tutelare la crescita
quantitativa e qualitativa. Raggiungere gli obiettivi.
Incapaci persino di ribellarsi ad assurde, sciagurate
tassazioni di imposte comunali. Gli albergatori che danno
lavoro, sempre più mosca bianca, pagano aliquote Tarsu
(rifiuti urbani) spesso alla stessa stregua delle seconde
case. Accade anche sul fronte energetico, sul rifornimento
idrico e tassa depurazione.
Incuranti perfino di prendere atto che in
alcune regioni i Tar hanno bocciato i metodi di
calcolo dei comuni perché non viene fatta distinzione, ad
esempio, tra i locali cucina e il settore camere, sale
convegni, uffici.
Per i comuni tutte le metrature producono
rifiuti nella stessa quantità.
Associazioni di categorie molto timorose
e incuranti di verificare cosa accade in altre regioni o
province italiane dove l’albergatore non è fanalino di coda,
il scendiletto nei rapporti con chi decide e fa scelte
nell’ambito del “prodotto turistico”.
Associazioni di fatto inesistenti quando
era evidente che “cemento e seconde case” avrebbero finito
per creare danni irreparabili al tessuto ambientale e
turistico. Qualcuno si è ribellato, anche pubblicamente,
sbattendo la porta (caso Mantellassi ad Alassio)
quando era troppo tardi.
Basterebbe chiedere alle associazioni di
categoria della Provincia di Bolzano cosa ha significato
dare priorità alla tutela del territorio e alla
valorizzazione della montagna. Perché sono più numerosi
gli stranieri rispetto agli italiani, come accadeva nella
nostra Riviera negli anni d’oro del turismo.
Franca Roveraro
Cappellutto si trova, tra
l’altro, ad operare in una città, Loano, che si è
ridotta dalle 115 “strutture ricettive” del 1967,
alle 72 del 1997. Per scendere, come ha
ricordato il consigliere regionale e comunale Antonino
Miceli, in consiglio, a 44 alberghi del 2008
(11 dei quali sono in vendita), a fronte dell’esistenza,
sempre a Loano, di 90 agenzie immobiliari.
E, per quanto può valere, ecco come
Francesco Cenere, all’epoca sindaco, ora promosso vice
sindaco, con un sicuro ritorno a primo cittadino, definiva
l’operatrice turistica Franca Cappelluto (da Il
Secolo XIX del 23 novembre 1997): <Non posso stare
assolutamente zitto come sindaco quando Franca Cappelluto
impartisce lezioni di riqualificazione turistica e
delle seconde case, come se fossi stato io a costruirle e
non suo marito….>.
E l’unica voce che si levò, fu proprio
dallo stesso Decimonono per ricordare <che se a
Loano ci fossero più imprenditrici alla Cappelluto le
cose, sul fronte turistico ed alberghiero, andrebbero
meglio…>.
L’imprenditore Enzo Cappellutto,
come tutti gli imprenditori, fa il proprio mestiere. E’
l’ente pubblico (Comune, Provincia, Regione) che deve
mettere in atto strumenti di pianificazione e
regolamentazione, senza vie di fuga. Ponendo al primo
posto il bene collettivo.
Il Comune di Loano, in quanto a
“buoni affari”, non è stato certo avaro con gli imprenditori
edili, locali e “forestieri” . Ci sono pagine e pagine che
lo documentano. Con tanto di nomi e cognomi.
Cappelluto compreso. Lasciando, a volte, qualche
strascico di troppo. Basti pensare ai lavori (e
problematiche) del campo sportivo Ellena dove il
Comune si accinge a versare un’altra bella manciata di
soldi. Lo specchio dei rapporti imprenditori-governi che si
sono succeduti a Loano è del resto davanti agli occhi
di tutti. E’ una tristi pagina di storia locale dove <…e
vissero felici e contenti…>. In un silenzio “assordante”
delle coscienze e della cultura.
Tornando al tema d’attualità Franca
Cappelluto a La Stampa, con lo spazio disponibile, ha
comunque espresso giudizi positivi sull’Ente bilaterale
Industria Turistica (non poteva sapere,invece, che la
Confcommercio con l'originario Ente
Bilaterale Territoriale Turismo, per alcuni anni
non aveva neppure a disposizione un conto corrente nel quale
versare le contribuzioni dello 0,20.
<Siamo entrati
progressivamente nel concetto della bilateralità, che
significa collaborazione tra le parti, in modo da
individuare vantaggi, obiettivi ed interessi comuni
tra gli imprenditori ed i lavoratori. In fondo
– conclude Franca Cappelluto – sia i datori di
lavoro, sia i dipendenti vogliono lavorare tanto e bene con
le persone che li circondano>.
Tutto bene quel che finisce bene? Purchè
non siano le solite illusioni, quelli che la cronaca ci
descrive ormai da 40 anni. Basta rileggersi la
lettera-fotografia che un coraggioso ed indomabile
presidente della Confesercenti, Luciano Tizzi,
scrisse il 6 agosto 1987 e che pubblichiamo
sotto.
Non sono molte nel
ponente ligure le “isole virtuose” come quelle dei
Cappelluto e di Loano 2- village. Nato negli anni
’80 come residence, con un primo centro congressi,
sviluppatosi qualitativamente quantitativamente fino alle
363 unità abitative di oggi, con 180 mila
presenze annue, ha reso noto la signora Cappelluto
(che dieci anni fa veniva proclamata “La
nonna più bella di Loano”
vedi….) e
nella stagione estiva <da
lavoro a 150 collaboratori>.
Annunciando infine al portale giornalistico Ivg di
aver ricevuto il premio Aida 2008: donne dirigente
d’impresa. E soprattutto di essere molto fiduciosa in quanto
<stanno arrivando nuove
fette di mercato turistico dal Nord Europa>.
I media solitamente “ignorano” (non a
proposito) le numerose imprenditrice alberghiere e
turistiche savonesi, imperiesi che meriterebbero di essere
portate ad esempio di impegno, capacità, serietà e riscontri
di successo aziendale. Persone che non amano fare
passerelle, abituate alla concretezza ed al confronto con i
risultati raggiunti. Poco inclini ai primati degli annunci.
Il loro potere effettivo nel mondo
associativo e pubblico non ha efficacia, non è determinante,
di conseguenza non produce risultati. Le sfide non si
vincono con i parolai di turno. Ma con i bilanci, con le
statistiche, il confronto, con lo stato di salute economico
(cioè reddito ed occupazione). Il numero di strutture che
chiudano o che aprono, il numero dei posti di lavoro.
Se sono rose fioriranno. Anche se la
fioritura sembra ormai impossibile.
L.Cor.
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