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 Il libro di Filippo Bonfiglietti, esperto in Psicosintesi e studioso per l'Eni dell'effetto serra

<Condizionati a credere>

Il "pugno" di un ingegnere

Presentazione a Loano con Marconi, Frasca Gallo, Barbieri, Cavasonza, Bianchi, Dutto




Filippo Bonfiglietti

“Condizionati a credere”, SINTESI

Un libro agile, interessante, ricco di concetti originali, ironico e di facile lettura: per qualcuno addirittura appassionante, malgrado sia un saggio difficile da riassumere.

Un libro la cui prima parte è dura e quasi satura, mentre la seconda apre a possibilità interpretative di vario livello: col risultato di poter essere indirizzato a lettori di varia estrazione culturale.

Un libro che affronta le religioni senza essere antireligioso, i “credo” senza essere dogmatico e che analizza un’infinità di temi attuali e storici per mostrare come siano stati deformati per condizionarci a credere in qualcosa di utile a qualcuno, spesso solo per dominarci spiritualmente, intellettualmente ed anche materialmente.

 Ciò che è emerso durante la presentazione di “Condizionati a credere”,

sotto patrocinio della città di Loano, 5 dicembre 2008

Nicoletta Marconi, assessore alla cultura.         

Presenta brevemente l’autore, definendolo “adottato da Loano” per meriti.

Filippo Bonfiglietti, autore       

Spiega di essere “adottato” solo per tre quarti mentre per un quarto è loanese solidamente originale, perché i Mazza suoi antenati sono sbarcati a Loano all’inizio dell’Ottocento.

E traccia la propria biografia leggendo il risvolto di copertina.

Professionista, dirigente e consulente di aziende, uomo di marketing, formatore e ambientalista. Precocemente ingegnere. Ma poi si dedica per molti anni a una didattica in Psicosintesi, quindi ne fonda un centro e ne diventa direttore.   

In giro per mezzo mondo negli ultimi anni ‘80 per conto dell'ENI alla scoperta delle politiche ambientali e dei primi risultati degli studi sull'effetto-serra e sul global warming con i maggiori livelli scientifici mondiali, quando in Italia non ne parla ancora nessuno.               

Da sempre in conflitto con qualche potere e con qualcuno che pretendeva di insegnargli cose difficili o inconoscibili: dalla psicologia alla religione, dalla politica all'ambiente.

Un condizionamento spesso molto serio, tanto che, prima di venirne a capo, c'è rimasto impigliato a lungo. E la mente ha ripreso la propria libertà solo dopo un processo faticoso.

Marconi.   “Condizionati a credere” è un libro che non si può riassumere. Anche se la sua genesi le sembra autobiografica, quasi fosse l’urlo di chi per molto tempo è rimasto chiuso in gabbia e si è liberato con fatica. E secondo lei, forse, l’uomo è predisposto geneticamente al condizionamento, proprio per diventare uomo.

FB:  Entrambe le affermazioni sono vere almeno in parte. Perché è difficile rendersi conto di quanto siamo condizionati, e lui stesso non crede di essere stato condizionato più di tanti altri.

E poi pensa che l’attitudine a farsi condizionare sia indispensabile in una prima fase quando l’uomo incomincia a crescere, ma che sia nociva quando prende una maggiore consapevolezza di sé e il condizionamento serve solo a bloccarne altri sviluppi. A questo punto contano da una parte il livello di sopportazione e dall’altra la disponibilità a liberarsi.

 Quanto al libro, ha certamente una genesi anche autobiografica, ma stato scritto secondo tre principi: il primo è che un libro deve servire a qualcosa, ossia deve essere utile. Il secondo è che deve essere un “pugno”. Il terzo è che deve essere facile e piacevole da leggere.

Angelo Barbieri, psichiatra, psicoterapeuta, membro della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica.

Ha trovato il libro molto interessante, anche se la prima parte, più dura e quasi perentoria, può dare l’idea che pretenda di affermare in modo categorico che le cose sono così, punto e basta. Invece, andando avanti, si avverte man mano la potenzialità di un utilizzo personale di quanto detto come punto di avvio di riflessioni individuali su come guardare al mondo e agli uomini.

In altri termini, se uno dovesse fermarsi alla perentorietà dei primi due capitoli, penserebbe di trovarsi di fronte a un libro saturo, che non dà spazio al pensiero altrui. Mentre poi diventa progressivamente qualcosa d’insaturo dove ognuno può sviluppare il pensiero proposto secondo le considerazioni che più gli rispondono.

Il libro, tra l’altro, è una sorta di vertice che può dar luogo a vari livelli d’interpretazione: per tutti come persona in quanto tale, per lui come professionista studioso della psiche, per altri come studiosi di altri campi, dalla scienza all’ambiente, dalla sociologia alla religione. Un libro quindi indirizzato a un’ampia gamma di persone di cultura diversa.

Condizionati a credere. L'illusione di sapere e la certezza della propria fede
   

Gisa Bianchi  Trova che il libro è facile da leggere, scorrevole, condivisibile. La prima parte offre tutti i concetti più importanti e forse solo per questo sembra dura. Il resto non fa che riprendere gli argomenti della prima parte, approfondendoli tema per tema e offrendo anche diversi punti di vista.

Graziella Frasca Gallo, insegnante di lettere e giornalista, organizzatrice dell’incontro

Elogia lo stile del libro che trova appassionante e di facile lettura. E’ un libro che invita a pensare. Fa notare quanto siano elevati e ambiziosi gli scopi dell’autore. E le è piaciuta l’idea di aver inserito nel testo un centinaio di “blocchetti” con esempi, inserti e commenti che evitano interruzioni alla logica del ragionamento. Poi legge alcuni brani per fare notare il taglio ironico del testo e affermare che è un libro di facile lettura e divulgazione.

A proposito d’ironia e di commenti legge un “blocchetto” sui grandi della storia, dove è fatto un commento sulla differenza artistica tra Michelangelo e Bernini e un altro sul paracadute di Leonardo, dai quali emerge chiaramente il “taglio” del libro.

Marconi  Riconosce il valore del libro ammettendo che sul principio richiede un’attenzione “voluta”; che però trascina e diventa sempre più interessante man mano che si procede fino alle conclusioni finali. E quindi domanda se qualcun altro vuole intervenire.

Nico Dutto Sul libro e sul suo contenuto conferma ciò che aveva scritto all’autore subito dopo averlo letto:

Condizionato a ritenere che un libro di saggistica fosse per me "indigesto", devo comunicarle che il Suo "Condizionati a credere" è stata per me una gradita sorpresa.

Sono riuscito a leggerlo con la stessa ansia con la quale a volte si può venire presi da certi romanzi di cui non si riesce a comprendere come sarà l'evoluzione della narrazione, né tanto meno la sua conclusione. Complimenti. Mi è piaciuto molto.

Una frase sicuramente non dimenticherò mai: “La verità è quella che è, indipendente dalle nostre opinioni e dalla nostra percezione, e non è influenzata dalle nostre convenienze”.

“Condizionati a credere” è sicuramente una risposta a un’infinità di quesiti che ognuno si pone.

Sono felice che sia riuscito a scrivere e a pubblicare un libro così bello, utile e interessante”.

Carlo Cavasonza, medico:          

Si dichiara pienamente d’accordo sul fatto che siamo tutti “condizionati” e si domanda se esista la verità assoluta.

FB: Conta il non fare confusione tra la verità e i propri pregiudizi, perché troppo spesso la Verità assoluta ci viene propinata come tale da chi poi ci vieta di pensare con la nostra testa. E qui propone la sua uscita sull’isola di Montecristo, che lo mise in crisi con certi ambientalisti.

Marconi:  Si domanda se esiste una sola verità.

FB: E’ convinto che esista una sola verità: il punto è trovarla. E non disperarsi se non si trova: perché la consapevolezza dell’ignoranza è infinitamente meglio della pretesa di avere in tasca una verità che invece è davvero ignota. E’ proprio da questa pretesa, che si generano le innumerevoli confusioni e gli infiniti equivoci che ci disturbano.

Il convegno si chiude dopo una discussione sulla libertà religiosa e sull’affermazione che il libro non è antireligioso, ma sostiene l’idea che il cammino verso la verità sia individuale in un rapporto stretto con ciò che si può percepire di Dio e con chi l’ha percepito un po’ più della media, ma non con i suoi falsi profeti, qualunque ne sia il livello.

Si concorda sull’eventualità di un secondo incontro in primavera, quando i presenti avranno letto il libro e potranno confrontarsi di nuovo con l’autore.