Inchiesta
Serve l’approvazione
del piano industriale
per evitare il fallimento

MAURO CAMOIRANO

Ferrania, oggi scade
l’ultimatum di Messina

CAIRO M.

LA STAMPA
Ferrania: oggi scade l’ultimatum di Stefano Messina. Era stato lanciato il 10 dicembre scorso, durante un vertice in prefettura: o il piano industriale proposto dalla proprietà viene approvato dai vari enti entro il 15 gennaio, o l’azionista potrebbe decidere di non ricapitalizzare. Tradotto: o si va con il piano o si portano i libri contabili in Tribunale, decretando il fallimento dell’azienda.
Uno scenario poi integrato da due ulteriori mosse. La prima è, in sostanza, un secondo ultimatum, inviato però alla Regione, e senza una scadenza precisa: «O vengono attivati i programmati finanziamenti per la ricerca e la piattaforma tecnologica (10 milioni di euro), o disconosceremo l’accordo per la cassa integrazione firmato con i sindacati e apriremo le procedure di mobilità per tutti i dipendenti». La seconda è il ricorso al Tar contro il Comune di Cairo, considerato inadempiente riguardo l’accordo di programma, soprattutto in merito alla centrale a biomasse. L’azienda chiede inoltre al Tribunale di quantificare il danno che la (presunta) inadempienza del Comune ha causato alla società.
Per molti però l’ultimatum dell’azienda non è altro che un bluff. Lo è per logica, visto che, come spiega lo stesso azionista, il gruppo Messina dal 2005 adoggi sulla Ferrania ci ha già rimesso 30 milioni di euro. Fare le valige significherebbe non rimettercene altri, ma altrettanto certamente non recuperare quanto già speso. A meno di clamorose operazioni immobiliari che, però, dovrebbero presupporre insediamenti tali da trovare la ferma contrapposizione degli enti locali.
Può essere un bluff perchè, contestualmente, si va avanti sul percorso della centrale a biomasse, con Comune di Cairo (forse il meno entusiasta), Regione e azienda ormai vicini a un accordo per la realizzazione di un centrale da 10 MW. Può esserlo perchè, già in passato, questa è stata la strategia dell’azienda nei momenti topici.
Comunque sia, un doppio risultato l’ha già ottenuto: domani è stato convocato un vertice in Regione con l’assessore all’Industria, Guccinelli e il Comune di Cairo si è dovuto, come dire, «ammorbidire» riguardo la centrale a biomasse. anca il tanto atteso, e richiesto ancora l’altro giorno con un’accorata lettera dei sindacati, un vertice a livello di ministero dello Sviluppo. L’incontro però probabilmente ci sarà. Così come, probabilmente, allo scadere dell’«ora X» l’azienda non farà scattare nessuna mannaia, o se lo farà, come nel giugno 2007, starà ben attenta a controllare la forza del braccio per fermarsi in tempo.
Anche perchè quell’ultimatum è, alla fine, un’arma a doppio taglio: chiama tutti alle proprie responsabilità. Anche l’azienda. Per una risposta, ormai, non resta che attendere le prossime ore.