A Legino il
"cervello" della città |
puc, niente
residenziale
Addio Bacigalupo: nelle aree polo hi-tech del Campus e
centro sportivo polifunzionale |
IL
SECOLOXIX |
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Savona. L'obsoleto e malandato stadio
Bacigalupo sarà abbattuto e lascerà il posto
ad un moderno stadio polifunzionale e alla
Cittadella dell'innovazione connessa al
Campus universitario, che vi sorge di
fronte. L'operazione - valutata nell'ordine
dei 40 milioni di euro - non si finanzierà
attraverso l'investimento privato di tipo
residenziale. «Ma dovrà avvenire - ha detto
il sindaco Federico Berruti - grazie ad un
mix di investimenti privati e di risorse
pubbliche». L'annuncio chiude mesi di
dibattito sui destini urbanistici di Legino
e apre la fase delle decisioni. Dunque, la
cittadella sportiva e quella hi-tech non si
accompagneranno, e non saranno finanziate,
da nuove case: è sul sedime del vecchio
Bacigalupo, interamente pubblico, che
nascerà il polo progettato come il cervello
dello sviluppo economico e culturale della
città e della provincia.
Ieri, il sindaco ha sciolto l'ultimo grande
nodo. È il tassello che mancava alla
definizione del nuovo Puc, il cui iter si
concluderà a marzo. Un quadro dentro al
quale la scelta di pianificazione di Legino
sarà quella che marchierà in maniera più
decisa il profilo strategico dell'attuale
amministrazione. E chiuderà un ciclo
complesso e discusso di nuovo sviluppo e
trasformazioni attraverso un disegno nel
quale la mano pubblica avrà un ruolo
fondamentale, ma la classe dirigente locale
- politica, culturale ed economica - dovrà
dimostrarsi all'altezza di una sfida assai
impegnativa.
Nelle prossime settimane il sindaco aprirà
il confronto con la coalizione e poi con
tutte le forze politiche. Il tema è da oggi
sul tavolo, dopo che l'amministrazione ha
soppesato le varie opzioni contenute nel
masterplan elaborato dalla Spes, la Società
degli enti savonesi per l'università.
«Intanto, partiamo dal programma - ha detto
il sindaco - La realizzazione della
Cittadella dell'innovazione era uno dei
cardini. Ciò significa dare corpo allo
sviluppo del Campus, sia per quanto riguarda
la didattica e la ricerca, sia per quanto
riguarda l'ampliamento degli insediamenti
aziendali hi tech e hi skill». L'esempio più
recente è quello della Piaggio: insediare al
Campus centri aziendali di ricerca e
sviluppo dei progetti. Il polo di Legino si
candida così al ruolo del sofisticato
software che fa girare l'hardware della
provincia e l'intera economia del
territorio. Un processo che ha bisogno di
una spinta decisa e non prevede mezze
misure: il Campus o cresce o muore. I
prerequisiti sono positivi. Tra il resto,
Luciano Pasquale, direttore dell'Unione
industriali, è stato recentemente nominato
nel consiglio di amministrazione
dell'Università di Genova.
il finanziamento. «Escludo - ha detto il
sindaco - che il progetto possa essere
finanziato da insediamenti residenziali:
dovrebbero essere troppo ingenti, non è una
strada nè opportuna, nè percorribile».
stadio e cittadella. L'ipotesi è un
finanziamento misto pubblico e privato: lo
stadio, come ogni struttura moderna di
questo genere, sarà polifunzionale e
prevederà spazi per i servizi alla persona e
per il tempo libero. L'abbattimento del
vecchio stadio, invece, «andrà condiviso con
il mondo del calcio, con un programma sulla
gestione della fase transitoria molto
chiaro, senza il quale nulla si muoverà. Il
Savona potrà essere uno dei soggetti dotati
di un ruolo nella gestione della cittadella
sportiva». Gli insediamenti aziendali della
Cittadella dell'innovazione potranno invece
parzialmente autofinanziarsi.
La sfida politica. Dice il sindaco: «In ogni
caso, serve un ingente investimento
pubblico. «Una sfida politica». Berruti è
netto: «Nelle aree da riqualificare,
consentire gli investimenti nel residenziale
è stato il modo per finanziare la
riqualificazione stessa. È il caso di
Binario blu o del water front di Ponente. Ma
nessuna città europea che ha compiuto una
trasformazione di qualità lo ha fatto senza
investimenti pubblici straordinari». La
sfida compete all'intero territorio: «Deve
avere la forza politica per attirare i
finanziamenti necessari».
l'iter. Per vincere la sfida politica,
Palazzo Sisto ritiene indispensabile la
massima condivisione: «Nelle prossime
settimane cercherò il consenso della
maggioranza, ma poi sarà importante una
convergenza che raccolga anche gli stimoli
dei consiglieri di minoranza, tra i quali
cito, non a caso, il professor Federico
Delfino».
gli equilibri. Il progetto fa emergere un
modello diverso di partership tra mano
pubblica e impresa privata. Un modello che
per il sindaco «non è alternativo, ma
complementare, a quello adottato nelle aree
da riqualificare». Conclude il primo
cittadino: «Tutto questo potrebbe
contribuire a rimettere in equilibrio la
trasformazione della città: il profilo di
una città dove a seconda delle opportunità
si sceglie il modello più confacente».
An. Gran.
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