Ferrania, nuovi tagli
ultimatum a regione e comune
L'azienda perde un milione al mese: «Subito centrale a biomasse e piattaforma»
IL SECOLOXIX
CON UNA LETTERA inviata al direttore del dipartimento Sviluppo Economico della Regione, Gianni Della Casa, l'amministratore delegato di Ferrania Technologies, Giuseppe Cortesi, ha annunciato iniziative che consentano "in brevissimo tempo" di contenere le perdite della società, che corrono sul filo del milione di euro al mese. Primo provvedimento sarà la disdetta del protocollo d'intesa sull'occupazione firmato nel febbraio scorso con i sindacati e l'avvio di procedure di mobilità finalizzate a una riduzione di personale non quantificata ma che, per raggiungere l'obiettivo, dovrà essere significativa.
L'"ultimatum" di Cortesi, che va interpretato come un tentativo di ottenere rapidamente dalle istituzioni risposte concrete in merito a due questioni centrali (piattaforma tecnologica e centrale a biomasse), non è giunto come un fulmine a ciel sereno per i sindacati, che a più riprese, nei mesi scorsi, hanno messo in guardia contro i rischi - per i lavoratori - di fare la fine dei vasi di coccio, schiacciati tra diverse interpretazioni (e diverse strategie) da adattare ad uno stesso copione. Nel senso che in questa vicenda si stanno accumulando montagne di buoni annunci e di patti debitamente sottoscritti, salvo poi eluderne l'attuazione invocando le inadempienze "degli altri".
Nella lettera a Della Casa (e quindi a Guccinelli e Burlando), l'amministratore delegato di Ferrania, oltre a lamentare l'inadempienza delle istituzioni locali (la Regione Liguria per quanto riguarda l'erogazione dei 10 milioni di euro destinati alla realizzazione della piattaforma tecnologica; il Comune di Cairo per la mancata firma della convenzione che consentirebbe la costruzione della centrale a biomasse da 10 megawatt), sottolinea che nei 36 mesi trascorsi dall'acquisizione della società"il quadro economico è repentinamente entrato in profonda recessione" ma che nemmeno questo ha spinto gli Enti locali verso "una maggiore e più pronta attenzione alle nostre necessità". Non c'è stata alcuna accelerazione dei procedimenti amministrativi neanche dopo il 12 novembre (data di presentazione del piano industriale di Ferrania 2009-2013 da parte del gruppo Messina), nonostante si trattasse solo di adempiere a delibere formali già assunte dalla Regione e dal Comune di Cairo. Cortesi ricorda i 30 milioni di passivo accumulati in tre anni e mezzo di gestione. Perdite cui hanno concorso non solo l'abbandono del primo Accordo di programma (2006) e la caduta dei business tradizionali, ma anche la cancellazione di progetti di ricerca (display su film sottili con brevetto Ferrania, valore 1,5 milioni) e "il notevole ritardo" della Regione nel rendere esecutivo il progetto di Piattaforma tecnologica.
Dura reazione, per il momento, solo da parte del sindaco di Cairo Fulvio Briano: «"Ferrania deve chiarirsi le idee. Non può avviare un'azione giudiziaria per inadempienza nei nostri confronti e poi chiederci di dialogare. Noi siamo sempre disponibili a trovare un accordo nell'interesse dei lavoratori, però seduti intorno ad un tavolo e non davanti ad un giudice». Entro metà gennaio dovrebbe giungere la convocazione del "tavolo politico" al ministero per lo Sviluppo Economico. I sindacati savonesi non avversano il "piano Messina", in quanto non esistono ipotesi alternative, ma chiedono un'integrazione che tuteli maggiormente i lavoratori.
Sergio Del Santo