TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Per
decenni è stato il principale touroperator della Liguria,
del ponente
La
Tui investe in alberghi
ma
punta sulla Toscana
Il
colosso mondiale tedesco ha deciso di ristrutturare anche 4
antichi borghi Sabato, 13 dicembre, Il Sole 24 Ore-
quotidiano della Confindustria italiana, annunciava a sei
colonne, in apertura di pagina, che il <colosso mondiale
Tui aveva deciso di investire 400 milioni di euro, per un
nuovo polo alberghiero tradizionale in Toscana>. Manco a
dirlo nessun altro giornale diffuso in Liguria – a meno che ci
sia sfuggito – ha pubblicato o ripreso la notizia. Agli
albergatori di ieri, quelli in attività o che hanno cessato; ai
dipendenti di alberghi di ieri e di oggi, compresi i tanti che
hanno cambiato lavoro, alle guide turistiche, pare superfluo
ricordare cosa è stata per quarantenni la Tui in Liguria,
ma soprattutto nel savonese e nell’imperiese. Persino per il suo
entroterra (leggi escursioni). A Pietra Ligure, presso la Mamberto Viaggi, la Tui ha avuto per decenni uffici e personale dipendente. Con giurisdizione sulla Liguria.. Almeno 130-180 alberghi liguri comparivano nei maxi-cataloghi (8 milioni di copie) della Tui vacanze al mare. Pagine e pagine con la descrizione-foto delle strutture, ma anche delle cittadine. Era il maggiore promotore di questa terra. Aveva clienti da pensione famigliare e da quattro stelle. La Tui ha sempre cercato di precorrere i tempi, come fa un’azienda che vuol mantenere il passo con i cambiamenti. E’ stata tra i primi touroperator a puntare sulla qualità e sul rigoroso rapporto qualità-prezzo. A privilegiare gli alberghi e le aziende ricettive rispettose dell’ambiente all’interno e all’esterno della struttura. A
pretendere che fosse indicato nel catalogo se l’albergo era in
prossimità di strade di media e grande comunicazione, di
ferrovia, se c’erano possibili fonti di rumore. La qualità della
vita, il verde pubblico. Gli svaghi. Un
touroperator che, tra i primi, rimborsava il cliente
insoddisfatto, in parte o in toto, se la vacanza non rispettava
quanto promesso ed indicato nel catalogo, nel contratto di
collaborazione con l’albergo. Ogni cliente poteva sempre
richiedere l’assistenza tempestiva del rappresentante Tui
in zona. Spesso i
suoi massimi vertici, prima ancora di diventare una
multinazionale, con vari soggetti non solo dell’economia e della
finanza tedesca, facevano visita alla nostra Riviera, a Pietra
Ligure. Organizzavano incontri e convegni di sensibilizzazione.
Lo storico dottor Dadomo, responsabile dell’Italia, era
un affezionato, con molti amici in Riviera.
Un sincero ammiratore della terra di Liguria. Un assiduo
assertore del rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali.
Non delle sagre tanto al mucchio. Tutto
questo prima della catastrofe da cemento, da mattone, la perdita
progressiva di alberghi, il caos sulle strade, l’affollamento
all’inverosimile in alcuni periodi dell’anno di certe spiagge,
stabilimenti balneari. Con prezzi, spesso, assurdi per le regole
della concorrenza europea e mondiale. Tutto
questo avrà pure una spiegazione, se come ci racconta Il Sole
24 Ore, il colosso mondiale ha scelto di investire e di
credere nella risorsa Toscana. E non prendere in
considerazione, ormai da anni, nessun investimento in Liguria.
O sbagliamo? La Toscana avrà i suoi pregi, la Liguria
li aveva e li ha giocati in malo modo. Tra un diluvio di
polemiche, di incapacità politico-amministrative, delle stesse
associazioni di categoria come in molti riconoscono. Nessuna
autocritica purtroppo da chi è da anni al vertice e rappresenta
gli albergatori, i pochi rimasti. La Tui
ci ricorda Il Sole-24 Ore <muove ogni anno 25
milioni di turisti nel mondo e fattura 14 miliardi di euro>.
I sondaggi della Tui ha dichiarato
Michael Frenzel, top manager, indicano che il Belpaese
resta meta preferita del turista tedesco e che la Spagna
sta calando, a beneficio dell’Italia. Non ci ha
detto cosa sta succedendo in Liguria, soprattutto nel ponente,
il più colpito dalla devastazione e dalla chiusura di alberghi.
Non ha spiegato per quale ragione la Tui investe cifre ingenti
in nuove e proprie strutture in Toscana, lasciando
nell’angolino, quasi in un castigo meritato, la confinante e
vecchia amica Liguria, che pure ha un bellissimo
entroterra ed un mare ricco di fascino. Non ci ha spiegato herr Frenzel perché attualmente il suo prestigioso gruppo, quotato in borsa, sta già gestendo quattro strutture alberghiere in Puglia ed in Sicilia, con collegamenti aerei low cost, una flotta di 120 velivoli; non si parla di Liguria e neppure voli certi (non promessi come è già accaduto in passato) a Villanova d’Albenga. Perché la Tui spende 400 milioni prevedendo la costruzione di un albergo con 430 posti letto, oltre alla ristrutturazione di 4 antichi borghi, la realizzazione di un villaggio vacanze, tutto in Toscana (Castelfidi di Montaione) e neppure una “omaggino” per la Liguria. Anche il signor Frenzel è tra i nemici della Liguria? Magari Berlusconi ed amici liguri potrebbero metterci una buona parola o sanno già di essere educatamente mandati al “diavolo”? Gli stretti collaboratori Tui (ufficio studi, previsioni e strategie) non credono nelle potenzialità e nell’imminente rilancio, un ritorno alle origini, del turismo ligure? Eppure lo leggiamo almeno una volta al mese. Aspettiamo
dunque che qualche “esperto” della carta stampata o della tivu,
torni ad annunciare che in Liguria stanno arrivando
miliardari russi, cinesi, indiani, giapponesi, gli emiri. O che
tornano i tedeschi. Intanto alle favole non crede più nessuno,
ma senza le favole a chi dire “signor sì”. Vendiamo pure fumo.
Tanto lo stipendio è al sicuro. L.Cor. |