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MARGONARA: UNA PANTOFOLA IN FACCIA ALL’OLIGARCHIA SAVONESE

 

   di Antonia Briuglia



Disegno di Serena Salino (in fondo alla pagina si può ammirare nelle dimensione reali

Se penso al rapporto tra città e architettura, penso alla democrazia. L’architettura non può essere indipendente dagli uomini, perché se immaginassimo una città senza gli uomini o il contrario, ci sarebbe qualcosa che non funziona, si vedrebbe un’assenza. Gli esseri umani sono obbligati a vivere con la loro architettura……..Quando progetto, la geografia per me è di fondamentale importanza perché di maggiore complessità in quanto va al di là dell’ analisi territoriale, topologica e topografica dei luoghi. Parlare di context penso sia, poi necessario, anzi quando c’è un’assenza di context, io non intervengo….”

 

                                                   Massimiliano Fuksas

Da “Città architettura e società”-Biennale di Architettura-2006

E ancora:

Le città sono divenute identiche le une alle altre. Gli stessi edifici, le stesse torri, tutto sembra disegnato dallo stesso architetto”

 

                                                   Massimiliano Fuksas

Dall’articolo “Scacco alle torri” sull’Espresso

ripreso su “Il partito del cemento” di Preve e Sansa

QUALE NUOVO?

 

Queste sagge e illuminate riflessioni sono proprio dell’architetto progettista del grattacielo, torre, stilo, faro, spillo, grissino, banana o fallo da 120 metri che porta il suo nome e che egli avrebbe posizionato su un’enorme basamento di cemento, nel bel mezzo di una piccola baia, la Margonara, dove la spiaggia, gli scogli affioranti e una colonia di rare madrepore  costituiscono proprio la geografia e il context  incompatibili con suo progetto.

 

L’architetto, col quale condivido l’odio per il termine archistar, (da donna di sinistra mi sentirei ulteriormente disgustata nel sapere che architetti simbolo della cosiddetta sinistra, si lascino chiamare “star” al pari di quelle dell’Isola dei famosi), ama definirsi un idraulico, “uno che cerca di aggiustare…e che non ha niente a che fare con il cemento” e a prova di questo, sostiene di non aver mai accettato incarichi da Ligresti e da Caltagirone. (intervista sul Secolo XIX del 19/12/08)

Quest’ultima affermazione mi sembra, comunque, immeritata e ingiusta nei confronti di Gambardella e soci, ma ancor  più nei confronti di Pierre Noiray, notoriamente legato al cemento dei porticcioli e a quello dei loro annessi (nulla da invidiare a Ligresti e Caltagirone!).

 

Comunque Fuksas per Margonara, com’è solito fare nel resto del mondo, non avrebbe progettato ma “sperimentato” e lo STOP al suo esperimento, lo definisce una metafora.

Potrebbe essere vero: una metafora della falsa sperimentazione, di una palese alterazione ambientale e di una mancata novità. Anch’egli preso dall’autocelebrazione propina, infatti, le sue”sperimentazioni” come nuove, mentre sembrano palesemente  somiglianti a progetti non andati in porto, in altre parti del mondo.

La geografia e il context di San Pietroburgo come quelli di Savona?

 

Sono felice di apprendere che Fuksas sia, comunque, sereno dopo la bocciatura dei tecnici della Regione Liguria e impegnato dal progetto dell’aeroporto di Shenzhen in Cina, un investimento da 1,5 miliardi, spero possa distrarsi da ciò che è avvenuto nella piccola cittadina ligure.

   Coinvolto dal suo importante lavoro, spero non trovi il tempo di discutere di architettura con le nostre amministrazioni, come già fece, un tempo, con l’Autorità Portuale e col Sindaco Berruti, quando gli proposero di fare “qualcosa di ambizioso” e cioè: un grattacielo “il tornado” da 125 metri sul mare, 17.000 metri quadrati di edifici, 650 posti barca, un edificio polivalente a “nuvola”, una collina artificiale di cemento che riuscisse a cancellare la spiaggia e la scogliera ancora affiorante e un megaparcheggio di automobili, tutto in uno stesso tratto di costa

Spero che non lo faccia neanche in un altro Consiglio Comunale, come fece nel 2007, quando dimenticando di essere in veste di  professionista incaricato da un privato, con tanto di parcella da un milione e mezzo di euro, affrontò l’uditorio come fosse composto da una massa di provinciali e ignoranti che l’architetto di grido aveva il gravoso  compito di illuminare.

 In quella sede non dimenticò neanche di chiamare “ecomostro” l’ospedale di Valloria, costruito nel ’70, come se il suo grattacielo di proprietà privata dovesse competere con un pubblico ospedale cittadino.

Dall’alto del suo scranno e senza contraddittorio, l’architetto era lì a illuminare e a elevare una città definita “nana” che solo la sua “puntura di spillo” era in grado di emancipare.

 Tutti lo ringraziarono e con estrema reverenza lo fece il capogruppo DS, Decia.

Oggi Fuksas dichiara ”mi piacerebbe sedermi a un tavolo e parlare di architettura e ragionare”, ma ormai il presupposto è completamente sbagliato. Egli, sembra non avere ancora compreso le ragioni di chi si oppone, quelle stesse ragioni contenute proprio nel parere della VIA.

Non capisce perché si parli di salvaguardia di un luogo integro, non lo riconosce  e usando le stesse motivazioni di Canavese, fa l’elenco di quelle che sono state definite le “brutture “ della Margonara: la discarica di lavatrici, la manutenzione di Rio Termine, le baracche abusive, ignorando che tutto questo fu ben tollerato per anni e anni, proprio dall’Autorità Portuale e dal Comune che riscuoteva addirittura tasse dagli abusivi.

Perché chi doveva controllare e tutelare un luogo demaniale non lo fece quando doveva e oggi porta tali aspetti, addirittura, come alibi a una nuova e risolutiva cementificazione sulla costa?

Il compagno-architetto conclude poi ” Uno può anche sognare di stare ai Caraibi, ma non sono i Caraibi!”

Lui che conosce bene il mondo, quello che gli permette di progettare con laute parcelle,110.00metri quadrati a Marsiglia, altri a Bilbao, a San Paolo; proprio a lui, che lavora in tutto il mondo, “non era mai accaduto nulla di simile!”.

Non riesce a capire perché, a Savona, ci siano due realtà: la classe dirigente e politica cittadina che vuole e impone il porticciolo e il grattacielo e la gran parte della base dei cittadini, con comitati e blog in testa, che lo osteggiano perché vedono negli ultimi 200 metri liberi di costa, con lo scoglio della Madonnetta e tutto il resto, il loro pezzo di Caraibi con un ecosistema da difendere.

Io invece sono certa che, libero dagli interessi professionali, potrà capirlo, lui che per le sue vacanze non va ai Caraibi, ma a Filicudi , un’isola che, vi posso garantire, non ha, fortunatamente, ancora conosciuto quello “sviluppo” in nome del quale si giustifica qualsiasi oscena proposta progettuale.                                          


L'assessore Molteni

MOTIVI INASPETTATI

Si parla di un colpo durissimo inflitto alle Amministrazioni e agli Enti che pensavano di avere, dopo l’ultimo Consiglio Comunale a Savona, il progetto in tasca.

Qualche Assessore si era lanciato anche a invettive contro gli oppositori e così, rinunciando a una buona occasione di tacere, apostrofava chi criticava il progetto come “minoranza di ricchi pantofolai che usano dire NO a tutto !!!”

Insomma, con l’immediato sostegno di Ruggeri al suo compagno di cordata, sembrava di sentire proprio l’eco delle definizioni del Governo Berlusconi sulle questioni ambientali e a chi le sostiene.

Era tanta l’euforia e la certezza di avercela fatta che l’Assessore alla cultura Molteni, tradendo un certo pressapochismo in campo storico-urbanistico, definisce il Priamar, un ecomostro del ‘500.

 

Tutto, quindi, sembrava andare nella giusta direzione, ma il Comitato tecnico regionale, recependo le indicazioni del VIA boccia il progetto sulla compatibilità ambientale della scogliera, la protezione delle madrepore e soprattutto sullo studio del moto ondoso e il riempimento  dei fondali.

Motivazioni importanti che sono state, per anni, alla base delle opposizioni di tutti i movimenti e di molti cittadini.

Motivazioni inoppugnabili che vedranno, se si vorrà continuare, uno stravolgimento sostanziale del progetto, soprattutto riguardante la cementificazione e il grattacielo.

 

Tutti sembrano stupiti, alcuni irritati come il presidente Canavese che continua a parlare di responsabilità sul fallimento di un progetto da 100 milioni di euro. Egli non comprende se sia più importante la decisione di un Presidente di Regione o quella presa da un CRT, come se si potesse decidere, secondo il caso, di non tenere conto dell’operato di organismi i istituzionali preposti a tale funzione.

Tutti sembrano stupiti, ma a Savona da anni un grosso movimento sta opponendosi alla gestione di una città, ormai inesorabilmente stravolta dal cemento e in assenza ancora di un Piano Regolatore.

Un’inutile cementificazione i cui emblemi sono diventati: la torre Bofill  inabitata e il Crescent che, come tutti gli ecomostri che si rispettino, domina proprio una delle zone più belle di Savona.

La lista sembra ancora lunga e la torre Fuksas doveva essere un importante elemento di riflessione politica tra i DS e i partiti della sinistra, proprio in una città prossima a elezioni che rischiano di favorire una destra che non sembra interessata a fare opposizione, ma solo a sostituirsi nella gestione di tali operazioni.


Carlo Vasconi
I Verdi con Carlo Vasconi, gioiscono, anche perché sono stati i promotori della raccolta di 10.000 firme per salvare la Margonara.  Essi richiedono, da tempo, un referendum e minacciano di uscire dalla Giunta Regionale proprio alla vigilia elettorale. Rifondazione, con la sua sottosegretaria Marchetti, aveva, anni fa, esportato a Roma le critiche sul progetto e in Regione oggi l’Assessore all’ambiente Zunino dichiara che il progetto non potrà essere più ripresentato

Nei DS Ruggeri che da Sindaco a Savona aveva sponsorizzato il progetto, oggi da Assessore Regionale se lo vede respinto, con Burlando che sembra averlo scelto come elemento sacrificabile.

La situazione politica tra le varie amministrazioni: regionale e comunale, con le elezioni provinciali alle porte non è delle più semplici e i movimenti sul territorio sono sempre più attivi e difficili da ignorare.

Ecco perché è difficile pensare all’effetto sorpresa e perché è pensabile che il progetto Margonara non si realizzi più!

 

ALBISSOLA SOTTOMESSA AL MIGLIOR OFFERENTE. 

 

Tra le motivazioni del Via ci sono anche quelle riguardanti le anomalie procedurali proprio tra il Comune di Savona e di Albissola Marina. Prima di tutto la mancata convocazione della Conferenza dei Servizi, una grave incongruenza poiché il Comune di Savona delibera un’opera che insiste in un territorio non suo.

La torre Fuksas, infatti, è in progetto nel territorio albissolese.

L’amministrazione di Albissola Marina, di colore diverso ma di vedute, interessi e procedure analoghe a quella savonese, ha sempre mostrato grande interesse non solo all’edificazione di torre, porto, nuvola e quant’altro, ma addirittura verso le residenze, anche quando il Comune di Savona aveva abbandonato l’idea definitivamente.

Tutte le volte però che ufficialmente si chiedeva agli amministratori se avessero approvato il progetto, le risposte erano sempre evasive, come se la cosa non fosse di loro competenza o come se lo fosse in seconda battuta.

Lo scorso anno, assistetti a un Consiglio Comunale convocato proprio sull’argomento Margonara. Il Sindaco Parodi proiettò il rendering progettuale e le planimetrie di massima per dare il via alla discussione. In un’atmosfera surreale non si comprendeva quale fosse la maggioranza e l’opposizione, tutti si esprimevano favorevolmente all’intervento con le stesse motivazioni: una grande occasione di sviluppo per Albissola, a costo zero.

Tutto il Consiglio si ridusse, così, a discutere su cosa chiedere in cambio al Comune di Savona, visto proprio che l’edificazione  insisteva sul territorio albissolese: un museo? Una sala Convegni? Una passeggiata a mare? E la Viabilità? Insomma un’occasione da non farsi scappare! E sul progetto nessuna discussione, nessuna analisi, l’interesse era già andato oltre.

Ammetto di non essermi stupita di questo, in un Comune dove “il miracolo degli indici” ha prodotto un Piano Regolatore “groviera” con il risultato di una cementificazione che fa impallidire quella degli anni ’50.

Oggi il Sindaco Parodi è rammaricato, lui che non ha avuto tempo di condividere o meno le ultime prescrizioni adottate da Savona, dichiara ai giornali che “le motivazioni pretestuose del Crt servono solo a Burlando per accontentare Rifondazione e Verdi”.  

      

L’ATTENZIONE SUL PUC

 

Quello che Fuksas chiama “metafora Margonara” ma potrebbe meglio essere chiamato il simbolo del cemento a tutti i costi, non deve però distogliere l’attenzione sulla discussione di un Piano Urbanistico, arrivato provvidenzialmente in ritardo su alcune operazioni speculative già in atto nel territorio savonese.

Tutto in coerenza con una regione dove vengono approvati 3.000.000 di nuovi metri cubi da costruire, 25.000 il numero dei posti barca da raggiungere e in 12 anni occupati il 45% degli spazi ancora liberi da costruzione ( il triplo della media nazionale) dalla Stampa del 18/12/08.

Si può parlare proprio di un caso Liguria, dove Savona, dichiara Vasconi “prevede di aumentare del 20% le unità abitative. Insomma ogni 100 case esistenti se ne costruiranno 20, mentre la popolazione diminuisce.”

Dove Savona, costantemente condizionata dall’Autorità Portuale i cui interessi non sono certo quelli pubblici in campo urbanistico, ambientale e paesaggistico, promuove operazioni come quelle delle aree Famila e cantieri Solimano, solo per fare alcuni esempi.

Quindi non abbassiamo la guardia, soddisfatti di un primo risultato, ma continuiamo la battaglia appena iniziata!

                                       

                                                                      ANTONIA BRIUGLIA 

 

Le informazioni contenute nel presente articolo sono state tratte da:

Il Secolo XIX del 18/12/08 e del 19/12/08; La Stampa del 18/12/08.