TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Grottesca sequenza di presunti “misfatti”denunciata al Consiglio dell’Ordine
Avvocato
delle “cause perse”? E alla Fondazione “parcelle pazze” Un nuovo clamoroso caso nel mondo delle toghe savonesi. Rivolta a Loano
Sono stati
i Rocca, anni sessanta, ad accollarsi per intero i costi di
costruzione (oltre 200
milioni di vecchie lire) del nuovo asilo, vanto per la città.
L’inaugurazione con la presenza di ministri.
La storia
di cui ci occupiamo riguarda la Fondazione Simone
Stella-Leone Grossi. Accade che il Consiglio di amministrazione della Fondazione – peraltro ha ritenuto di rispettare, col cronista, silenzio e riservatezza – si sia rivolto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, presieduto da Carlo Bertolotto, per segnalare alcuni episodi che definire mortificanti forse non da il quadro preciso della situazione. Un avvocato di fiducia della Fondazione, al quale era stata affidata la causa di usucapione di un terreno, anziché indicare l’area da usucapire nel Comune di Loano, indica erroneamente Borghetto S. Spirito. E malgrado l’impostazione errata iniziale, poi corretta su intervento della Fondazione; nonostante si fosse deciso di cessare la procedura temendo il peggio e compensare le spese, all’ente morale è stata mandata una parcella pari a 14 mila euro o poco meno, di cui quattromila versati. E ancora, una
causa tra la
Fondazione e la Cooperativa Quadrifoglio, consistente
nell’opposizione ad un decreto ingiuntivo di
18 mila euro. Cosa è successo? Stando a quanto sottoposto al
Consiglio dell’Ordine, sempre lo stesso avvocato, non
sarebbe comparso a nessuna delle udienze, neppure alla prima,
tenutasi davanti al
giudice del tribunale di Savona.
Tra l’altro delle vicissitudini con la Cooperativa in questione le cronache locali si sono ripetutamente occupate per altre filoni, finiti persino nel penale. Nella causa
civile con la Cooperativa, secondo la contestazione, il
legale ha dato di volta in volta incarico, ad insaputa della stessa
Fondazione, ad un legale sempre diverso di seguire le
udienze, mentre quello della cooperativa Quadrifoglio,
l’avvocato Tagliero, non è mai stato assente a tutela degli
interessi dell’assistito. Come se non
bastasse, sembra ad insaputa della Fondazione (ente benefico
e morale a cui dedicò anni di lavoro, di passione civile il dottor
Felice Bosisio, scomparso nella primavera scorsa), non è
stata fatta opposizione allo stesso decreto ingiuntivo, diventando
cosi esecutivo. A quel punto
il Consiglio della Fondazione decideva di revocare l’incarico
al professionista fiduciario. Qualche tempo dopo altra amara
sorpresa e scoperta. In un verbale
d’udienza davanti al giudice viene indicato per iscritto <…è
presente l’avvocato Opizzo….> che contattato dalla
Fondazione, per verificarne l’attendibilità, ha risposto per
lettera di <non essere stato incaricato dal collega, di
conseguenza assente
all’udienza in questione>. Le sgradite
notizie per la Fondazione Simone Stella non erano concluse. Il giudice
della causa, sciogliendo la riserva, rigettava la richiesta di
sospensione della provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo, ma
la Fondazione
veniva informata 40 giorni dopo. Lasciando di fatto scadere i
termini per un’ulteriore
azione a tutela dell’ente. Al professionista di fiducia erano stati
già versati oltre
tremila euro. Infine una
terza causa, sottoposta all’esame del Consiglio dell’Ordine.
Questa volta un ricorso al Tar Liguria, vinto dalla
Fondazione e dal legale fiduciario. Il soccombente era stato
condannato dal Tar a pagare anche le spese, ma alla
Fondazione Simone Stella sono stati richiesti
20 mila euro,
7 mila versati in acconto. Dalla
Fondazione impossibile avere conferma o meno, ma la voce
corrente è che un gruppo di cittadini-benefattori loanesi avrebbe
fatto sapere al Consiglio di amministrazione di valutare
l’avvio di un’azione di responsabilità civile nei loro confronti, a
titolo personale, per aver gestito senza la dovuta diligenza i
rapporti con il legale di fiducia. Al punto che l’ente ha subito
danno e beffa. In ballo ci sono le somme già pagate, quelle richieste, con presumibili altre spese legali da affrontare. E probabili tempi lunghi del responso del Consiglio dell’Ordine .Una domanda:
succede soltanto a Loano, alla Fondazione Simone Stella
(peraltro con un consiglio d’amministrazione dimostratosi rigoroso e
operoso), o fa parte della “questione morale” ed etica
italiana? E’ prassi consodilata in enti pubblici o un’eccezione di cui è rimasta forse vittima la Fondazione di Loano ?Il gruppo di cittadini-benefattori che ha deciso di ribellarsi avrebbe chiesto aiuto anche <agli autorevoli giornali locali>. Risposta: <sono vicende strettamente personali e professionali dei cui non viene mai data notizia. Se non dopo una condanna>. In parte è
vero, in parte no, perché gli stessi giornali, negli anni, hanno
adempiuto al dovere della completezza d’informazione quando sono
stati “colpiti” altri avvocati savonesi, radiati dall’Ordine o
sospesi. Fece scalpore il caso di una “toga” di Pietra Ligure e
Borghetto. Altri “scandali” ad Albenga, Finale e Savona. Certo, siamo
soltanto agli inizi dell’iter pendente al Consiglio dell’Ordine.
Difficile, invece, conoscere i tempi. Un ex presidente,
Francesco Di Nitto, a questo proposito, era molto critico
nell’autodifesa ad oltranza, nei tempi lunghi delle decisioni. Nella vicenda in questione in ballo un ente morale, frutto di lasciti, di beneficenza, di donazioni. Amministrato con molto volontariato ed abnegazione, ad iniziare dal Consiglio di amministrazione. Il caso meritava altra considerazione dagli stessi organi di stampa? Doveroso informare l’opinione pubblica? L’esposto al
Consiglio dell’Ordine non è una bega tra persone singole, tra
società d’affari, c’è un
ente che, si aggiunga, non persegue scopi di lucro. E’ al servizio
della comunità, dei bambini loanesi residenti (quasi 400), delle
loro famiglie. Assiste pure, con l’aiuto prezioso del Comune,
i meno abbienti che non possono pagare la retta. Ed è difficile
ipotizzare che la notizia non abbia interesse sociale, o sia viziata
da interessi inconfessabili. Lotte di potere, di lobby. Tale da tenere nascosta (in quanto saputa) ai cittadini-lettori o considerata alla stregua di una piccola banalità, una marachella. Al di là dei protagonisti. Non è una questione di nomi. Nessuno mette in discussione statura etica e professionalità, fino a prova contraria. Qualcuno deve
pur dire basta, potremmo aver superato i limiti della più elementare
decenza e convivenza, se il Consiglio di una Fondazione
benemerita arriva al punto di dover presentare ricorso al
Consiglio dell’Ordine per
chiedere “giustizia”, il ritorno al buon senso, al buon gusto, alla
ragione, alla correttezza, al rigore amministrativo. Avrebbero
potuto pagare, tacere e subire, non essendo soldi delle proprie
tasche, ma dei cittadini, dei contribuenti. C’è, infine,
chi consiglia e caldeggia una richiesta danni contro l’ex legale di
fiducia. Da cronisti abbiamo solo registrato l’accaduto. L.Cor.
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