TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Quando la speculazione
edilizia non è legata ad incrementi di produzione
A giugno si vota? <Io Arroganza
tifo Fuksas, Comunisti Italiani e…>
Eppure il deserto che circonda torre Bofill da ragione ai
“pantofolai” savonesi
Savona -
Nel corso del mese di Dicembre che sta avviandosi alla parte
conclusiva, i savonesi hanno visto – fortunatamente – allontanarsi
l'inquietante prospettiva di una ulteriore devastazione del
territorio, attraverso la costruzione del Porto Turistico di
Margonara, con relativa –
ormai celeberrima – torre disegnata dall'architetto
Massimiliano Fuksas.
Il
progetto, infatti, ha subito, nel giro di pochi giorni, due colpi
non indifferenti: nel primo caso, su iniziativa della consigliera
comunale Patrizia Turchi,
di “A Sinistra per Savona”,
è stato svelato, nel corso di una seduta del parlamentino della
Città, come l'Autorità Portuale
avesse ignorato (facendo finta di non averle ricevute) le
osservazioni al progetto (il primo progetto: quello targato
Gambardella) avanzata da
cittadini interessati.
Un
disvelamento che, ovviamente, avrebbe dovuto rendere chiaro a tutti
come la procedura risultasse del tutto inficiata e da azzerare: così
non è stato, purtroppo, perché Giunta e una maggioranza
“trasversale” del Consiglio Comunale ha deciso di ignorare questo
fondamentale passaggio approvando il progetto nella sua nuova
versione.
Un atto,
appunto, di “improvvisata arroganza” (in piena linea con il
comportamento che, normalmente e consuetamente, il sindaco di
Savona tiene nel corso
delle riunioni consiliari), non tenendo conto, inoltre, di un altro
elemento che finisce con il rendere “viziato” sul piano
amministrativo tutto il procedimento: quello riguardante
l'obbligatorietà di deliberati identici tra
Savona ed
Albissola Marina (comune
sul quale dovrebbe insistere la gran parte dell'insediamento,
compresa la già citata “torre”).
Questo
fatto, inoltre, ha reso del tutto inutile, e quasi ridicola, la
“gara” agli emendamenti svoltasi nella ricordata seduta del
Consiglio Comunale di Savona:
“gara”, che ha raggiunto il suo punto più basso con l'esposizione,
da parte del consigliere dei
Comunisti Italiani, di una richiesta di finalizzazione di
eventuali “oneri di urbanizzazione”, in una logica di scambio al
ribasso che davvero la dice lunga sulla qualità dell'intervento
politico che si ritiene il Consiglio Comunale dovrebbe poter
esprimere.
Il
secondo “botto” è seguito qualche giorno dopo su iniziativa degli
Uffici Tecnici della Regione
Liguria (cui sono
seguiti anche pronunciamenti politici significativi, in particolare
quello di Claudio Burlando)
ed ha riguardato la pubblicazione di una nota relativa anch'essa a
termini di procedura, riferiti al mancato adempimento, da parte
degli estensori del progetto, delle prescrizioni imposte dalla
Commissione Nazionale del VIA
( dovrebbe seguire, a questo punto, una articolata descrizione delle
questioni procedurali – normative, legate a questo passaggio, ma ne
facciamo grazia ai lettori).
Il punto
più interessante di questa parte della vicende risiede, però, nel
testo di una intervista rilasciata proprio dall'architetto
Fuksas al Secolo XIX:
l'ex- sessantottino, piccatissimo per aver trovato un lontano punto
della provincia dell'Impero in cui alcuni sudditi osano contestare
il suo indubbio genio, getta una bella zeppa (sul piano politico) ai
suoi committenti e, contemporaneamente, da anche una forte zappata
sui propri piedi.
Da un
lato, infatti, rivela di essere stato contattato direttamente, per
l'estensione del progetto, dal presidente
dell'Autorità Portuale,
quindi al di fuori da una corretta procedura di coinvolgimento
democratico delle istituzioni e di competizione tra possibili,
diversi, professionisti.
A
dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno del rapporto
esistente tra poteri economici e poteri politici a
Savona.
Dall'altra, magnificando il proprio operato (e dimenticando il
vecchio detto “chi si loda s'imbroda) fornisce anch'egli un'altra
perfetta dimostrazione di “arroganza improvvisata”, citando
Bilbao,
Marsiglia, Amburgo e,
quindi, dimenticando ( o facendo finta di dimenticare) le dimensioni
reali della piccola Savona
e non concedendo nulla, come invece avrebbe dovuto essere, all'idea
di stare descrivendo una vera e propria “cattedrale
nel deserto”.
Abbiamo
provato a riassumere questi fatti, integrandoli con alcune brevi
osservazioni, non soltanto per sostenere la tesi che – appunto –
improvvisazione ed arroganza stanno marciando, all'interno di questa
vicenda, di pari passo da parte di chi ritiene
Savona, il suo
territorio, i suoi cittadini, merce di scambio da manipolare a
piacimento.
Addirittura un assessore ha dichiarato: “non
siamo per la politica delle seconde case”,
come se nella Torre Fuksas,
nell'eventualità di una concessione di possibilità di uso abitativo,
qualcuno non potesse eleggere il proprio “primo domicilio”.
Si
capisce l'emozione che si prova “dichiarando” il TV, ma la
confusione mentale appare, anche in questo caso, davvero grande.
I dati
“estetici”, riguardanti il territorio, infine, sono importanti. ( e
vanno ringraziati i tanti VIP
“rivoluzionari
in pantofole” che se ne occupano positivamente). Ma a
questo modo, tra esternazioni
televisive, libri di successo e calendari, il rischio è
quello di non cogliere i nodi
decisivi, al fine
di proseguire in una azione di opposizione al progetto che,
alla fine, possa risultare efficace.
Dobbiamo
ricordare, prima di tutto, che siamo di fronte all'ennesima
speculazione edilizia “pura”, non legata ad alcun incremento di
produzione, ad alcun obiettivo di carattere economico traguardabile
per far crescere Savona
ed il suo comprensorio.
Questa,
della necessità di respingere l'ennesimo attacco speculativo, deve
rappresentare la ragione principale, la bussola, del nostro rifiuto,
non solo del progetto Fuksas,
ma dell'intero “blocco”, a partire dal porticciolo.
La
questione del porticciolo ci porta al cuore del problema, che è
quello dell'economia, del futuro di
Savona: non ci
dilungheremo più di tanto, vi saranno occasioni.
E'
evidente, sotto tutti gli occhi tutti, il fallimento della politica
impostata sull'imbarco – sbarco dei croceristi, del deserto attorno
alle torri Bofill,
della crisi complessiva che, proprio a causa delle imposizioni
speculative subite nel corso degli ultimi anni, pone
Savona in una condizione
di difficoltà ulteriori, rispetto alle già problematiche situazioni
del Paese e dell'intera Europa.
Serve
una Savona diversa, al
centro di una Provincia
diversa, l'occasione delle elezioni provinciali (e di quelle di
molti Comuni) del 6 e 7
Giugno prossimi potrebbe risultare importante per reimpostare
una discussione di merito su questi temi, partendo da un bilancio
realistico di ciò che è stato e di ciò che potrà, realisticamente,
essere.
Oppure
subiremo ancora “l'improvvisata arroganza”?
Franco Astengo
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