TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni


Intervista della settimana/Pierluigi Pesenti esce dal lungo silenzio e si “confessa”

<Piano regolatore a macchia di leopardo,

il litorale orfano di un futuro>

Per 9 anni sindaco di Andora, per 15 assessore in Provincia. Una sola denuncia, dai Molinari. Tornerà in lista? <Devo riflettere>.  Un mare di ricordi tra elogi (a Momigliano, il “padre della città nuova” ) e critiche alle scelte “solitarie” di Floris. Il ricordo di Abrate all’epoca di Teardo. I “segreti” e la forza del mattone. Il dramma della mancanza di prospettive di lavoro per i giovani. Il circolo vizioso della morte degli alberghi e dei nuovi residence. Andora unica città ligure dove si parcheggia senza “gabella”. La  storia e la sorte di Pinamare, dimora di vip e di ville, con un consorzio presieduto dalla moglie di un notaio

                                        di Luciano Corrado

 

Andora –  Pierluigi Pesenti, settant’anni, in piena forma e ricco di idee. Pensionato comunale e consulente immobiliare in famiglia. Memoria storica della sua città adottiva. Per nove anni sindaco di Andora, dal 1995 al 2004. Sul piedistallo dell’Amministrazione provinciale dal 1980 al 1995. Per un anno presidente della Provincia di Savona, per 15 anni assessore, 2 da consigliere. Un discreto bagaglio di militanza politica come segretario provinciale del Psdi per un triennio; in quella veste prese parte, da invitato, al Congresso nazionale del Pci nella stagione che vide la caduta del muro di Berlino.

Ora che ha abbandonato il campo di  “battaglia” ammette: <La mia anima resta socialdemocratica>. Il patrimonio accumulato di saggezza e di esperienza gli fa dire: <Non voterei mai per Rifondazione comunista, ma in questa fascia costiera almeno due drammatiche emergenze non possono più essere rinviate, irrisolte: il futuro dei giovani in cerca di occupazione, lo sfruttamento edilizio del territorio dominato, senza freni, dall’altissima rendita del mattone, delle aree edificabili>.

E’ tra i membri della prima ora del Lions Club Andora-Valle Merula, di cui è stato presidente. Gli hobby prediletti: il ciclismo, sulle orme di papà e lo scii.  Tifa Atalanta.

Pierluigi Pesenti, una miniera di ricordi, idee, notizie inedite, riflessioni. E’ nel lungo elenco che Trucioli Savonesi ha messo insieme tra quanti hanno ricoperto ruoli importanti, possono raccontare e testimoniare, non per sentito dire. Un percorso,  un viaggio con chi ha vissuto in prima linea, da protagonista, la storia savonese e ligure dal dopoguerra ai nostri giorni. Politici della Prima Repubblica. Spettatori nella seconda. L’obiettivo è focalizzare i problemi, puntare sulla politica del fare, anziché delle polemiche e dell’inconcludenza. Capire le ragioni dei fallimenti, dei risultati mancati, dei molti. troppi amministratori pubblici sempre più mediocri, o impotenti. La corsa alla politica come professione ed unico mestiere. Farci raccontare l’ottimismo della ragione, non quello degli annunci-spot. La verifica dei risultati, degli obiettivi raggiunti. Come si usa fare in ogni azienda (pubblica o privata) che risponda alle logiche di mercato, di efficienza, lotta agli sprechi, al parassitismo.

Geometra, così l’abbiamo sempre chiamata nel mondo dei mass media locali, ci racconti della sua infanzia, per conoscerla meglio.

Papà era un piccolo artigiano edile nella nostra città natale, Bergamo. La mamma casalinga. La prima volta ad Andora risale al 1954, era primavera. Avevo 15 anni. Il primo impatto, ammirazione e stupore. Un’estesa pianura, il mare, le colline a ridosso. Tanti, tanti orti. Tutti coltivati. Tra i primi  che conobbi, gli Anselmo proprietari delle aree dell’attuale via Roma, i Caviglia, i Bracco ancora viventi, contadini. Da ragazzino ero abituato a frequentare il Mar Adriatico, ma il Mar Ligure è altra cosa.

Cosa spinse a diventare cittadini di Andora.

E’ successo che tali De Maria e Ciccione stavano costruendo  un edificio davanti alla stazione ferroviaria. La struttura era in cemento armando e conoscendo papà gli chiesero di partare a termine il caseggiato. Poi l’opportunità di costruire una villetta, era il 1975. I genitori decisero di stabilirsi ad Andora, io a Bergamo ho continuato gli studi. Il diploma di geometra l’ho conseguito a Savona all’Istituto tecnico. Con me si diplomarono il compianto Giuseppe Gaggero e Pietro Bovero. I primi lavori li feci con mio padre, dopo il servizio militare, nel 1962. L’allora sindaco, avvocato Walter Momigliano, mi chiese la disponibilità ad effettuare dei rilievi…

Poi la spintarella per un posto fisso in Comune…

Assunto provvisoriamente, fu quasi subito bandito un concorso; era il 1963. L’ho vinto senza dover essere riconoscente a qualcuno. Sono rimasto all’Ufficio tecnico comunale fino al 1992. Ho seguito i Lavori pubblici e l’urbanistica. E’ stata un’ottima esperienza professionale. Nel 1985-’86 al primo condono edilizio, con le immancabili interpretazioni di norme, venni segnalato dal Sole-24 Ore, per gli ottimi risultati raggiunti.

Come nacque la “passione per la politica”.

Era il 1980. Nel collegio presi il posto di Momigliano in quota Psdi. Momigliano era stato eletto battendo il compagno di partito Franco Panizza, di Loano, geometra ed affermato imprenditore. Venni indicato assessore, mi  fu assegnato l’Ambiente e l’Assistenza. Restai in carica tre anni ed arrivò il ciclone Teardo, nel giugno 1983. Col terremoto ne scaturì un monocolore Dc, presieduto da Nencini.

Cosa maggiormente la colpì in quei giorni, con la provincia di Savona sbattuta in prima pagina su tutti i giornali italiani, con i telegiornali che …

Rimasi colpito non tanto dall’ingratitudine verso chi fino a pochi giorni prima era “servito, riverito, osannato”, ma negli stessi ambienti della Provincia c’era una gara a parlare male di questo e quello. Imparai che nella vita … Non potevo dimenticare che alcuni degli arrestati fino al giorno prima godevano della nostra stima, della fiducia. Domenico Abrate mi scrisse più volte dal carcere per dire che capiva le mie ragioni quando insistevo sulla necessità di non rimanere sordi di fronte a certi drammi assistenziali. In carcere, mi ricordava, era testimone di tante vicissitudini umane.

Il fallimento del ruolo delle Province; le critiche al centro sinistra, ai suoi presidenti Garassini e Bertolotto. Condivide il giudizio critico.

Vorrei limitarmi al periodo che ho vissuto in prima persona. Parlare di cose concrete. Con la presidenza Abrate abbiamo attuato lo sblocco dei progetti e soprattutto dei finanziamenti per la nostra rete autostradale. Con una legge apposita del ministro Nicolazzi, socialdemocratico, abbiamo completato l’iter del raddoppio della Savona-Torino,  per anni conosciuta come autostrada della morte. Si è ottenuto  la riapertura dell’Acna, qui non c’entra Abrate, ma nel 1990 quando ebbi la presidenza per un anno, a seguito delle dimissioni  di Bonino, ora senatore della Lega Nord, allora esponente del Psi. Una persona di poche parole, ma determinato. Ricordo che gli proposi di iscriversi al nostro partito, ma volle restare fedele alle scelte del Psi. Per l’ Acna fu una vera e propria maratona a Roma, rimanemmo otto giorni. Della delegazione faceva parte anche il sindacalista  Congiu.

Tornando al periodo di Abrate ricordo che grazie all’allora ministro Ferri, del Psdi, fummo avantaggiati rispetto alle altre tre province liguri con grossi finanziamenti di strade provinciali. Dall’entroterra di Albenga alla Valbormida.

Sono convinto che le Province era più utili prima di oggi. Con l’avvento della Regione molto è cambiato. Ci sono troppi doppioni. Sovrapposizione di competenze di cui abbiamo un esempio perfetto nella selva di multe sulla strada. Ormai c’è l’inflazione, tutti multano. E in questo contesto emergono molti sprechi anche da invasioni di campo.

Poi fu la volta del Comune di Andora, la prima elezione a sindaco.

Era il 1995. Feci due mandati consecutivi. Prima di 4 anni, poi di 5. Non è il caso che dia io un giudizio su quel periodo.

Qual è stato l’errore, non piccolo, di cui sei pentito.

Non aver portato a termine il piano regolatore scaduto. Il primo strumento urbanistico fu merito di Momigliano,  nel 1964. 

L’opera di cui  va più fiero. Il fiore all’occhiello dell’esperienza di sindaco.

Aver quasi completato il porto turistico. Importante risorsa per Andora, in termini occupazionali e di volano. Certo non è risolutivo. E’ ancora, aver avviato la pedonalizzazione di via Roma, diventata punto di riferimento. Il paese non aveva un centro che emergesse. L’apertura della seconda farmacia, a Molino Nuovo, ad opera del Comune. Iniziativa contrastata, inserita con l’istituzione dell’azienda speciale comunale che gestisce porto e farmacia. Un’azienda che funziona e fa profitti.

C’è una città della provincia che ritieni sia stata meglio amministrata.

E’ difficile rispondere, avevo un’attenzione particolare per il successo del turismo invernale, con le passeggiate a mare affollate, di cittadine come Loano e Pietra Ligure. Mi colpiva il turismo degli anziani, la stagione lunga degli alberghi e delle attività commerciali.

Negli anni in Provincia, non mancava chi, nel ponente, chiedeva a gran voce di staccarsi e unirsi a Imperia. Quella proposta resta valida?

Con Imperia abbiamo più affinità sul fronte del turismo e dell’agricoltura. Savona significava soprattutto industrie. Turisticamente saremmo rimasti succubi di Sanremo che ha sempre fatto la parte del leone. Non ero neppure d’accordo sull’opportunità di smembrare una provincia che poteva puntare sull’industria, sul turismo e sull’agricoltura.

Va di moda parlare di “fannulloni”, di mancanza di meritocrazia, di mediocrità nella pubblica amministrazione anche per l’assenza di veri concorsi pubblici...

Posso testimoniare che in Provincia c’era un capo ufficio della ragioneria eccezionale. Oggi se ne trovano davvero pochi…

Tanti anni nei gangli della Provincia, della pubblica amministrazione, da sindaco. I poteri forti si “sentivano?”

Non mi sono mai accorto dell’asserita esistenza, del loro potere. Mai avuto pressioni indebite.

Se lei fosse massone non potrebbe ammetterlo. Tutte invenzioni, certi intrecci? E’ emerso da inchieste e testimonianze, poche.

Sono del parere che la vera massoneria universale sia una grande e benemerita istituzione, peccato che in Italia, o nella nostra provincia, ci sia gente che lascia molto a desiderare…

Il sindaco Momigliano era massone, è stato lui a proporre di…

Momigliano  è una delle migliori persone che abbia avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare. Non amava i blà-blà, era concreto, determinato negli obiettivi da raggiungere. Faceva il sindaco e politica per passione, non per tornaconto personale. Quando era il caso non guardava in faccia  nessuno. Andava avanti da rullo compressore. Con lui ho avuto anche degli scontri, ma sapeva ascoltare. E’ stato il migliore sindaco di Andora. Ha creata la città nuova. E’ l’unico sindaco della Provincia che ha subito tagliato il 30 per cento di sviluppo previsto dal piano regolatore. Per fortuna.

Nessuna risposta se Momogliano l’ha spinta tra i “fratelli muratori”… Chi le ha chiesto di entrare in massoneria.

Sono del Lions, non sono massone e l’unico a propormi l’ingresso in loggia fu l’amico Abrate. Mi parlava di riunioni…di incontri…

Ha mai sentito parlare di sindaci da Prima Repubblica che pur essendo in città solo nei fine settimana, di buon mattino, a piedi, ispezionavano la città…

Nella Prima Repubblica ho conosciuto persone valide, capaci. Non facevano guerre per un posto da sindaco, da assessore. La corsa allo stipendio garantito. Non c’erano gli stipendi di oggi, penso soprattutto alle esagerazioni di chi viene eletto o chiamato direttamente alla scranno della Regione.

Elice, a Loano, non era un’eccezione. Momigliano girava per Andora, le frazioni, col taccuino in mano. Tornava in Comune, convocava i responsabili dei vari settori…Non gli sfuggiva nulla …

L’attuale sindaco Floris, è stato suo vice. Siete ormai su sponde opposte. Rivali? Cosa ha guastato il rapporto di fiducia reciproco…

Gli tolsi le deleghe quando ero sindaco. Si era arrivati alla totale incomprensione. Diciamo che assumeva e voleva assumere decisioni in solitudine. Non amava confrontarsi. Ricordo un “projet financing” per la realizzazione di una struttura polivalente, con annessa casa di riposo per anziani, visto che Andora ne era sprovvista. Non ho mai capito perché boicottasse l’iniziativa.  Oggi è finalmente avviato un progetto, ci sarà una certa disponibilità di camere per uso comunale. Ma in questi anni i nostri anziani e non sono pochi, hanno potuto far ricorso solo alla struttura privata delle suore, con 30-40 posti.

Radio popolo parla di screzi sul piano regolatore dove gli interessi in ballo sono di gran lunga maggiori…

Sia chiaro non ho mai trattato un’area agricola o edificabile.  Prendo atto, sono fatti incontrovertibili, che il piano regolatore del 2005, approvato pochi mesi fa, non ha previsto nulla , neppure a livello di sistemazione, delle aree del litorale, ovvero la zona degli arenili. Ho preso atto che le nuove volumetrie edificatorie sono state estese a macchia di leopardo. Ignoro con quali criteri sono state scelte le aree da edificare e quelle da escludere.

Fino a prova contraria, avranno prevalso oculati criteri urbanistici. La politica da gli indirizzi, i tecnici mettono in pratica. Chi ha redatto il piano…

Il capo team è Castellari, di Savona, con Di Donato, il geologo Alessandro Scarpati, l’avvocato Gaggero. Bisognerebbe chiedere a loro le ragioni della macchia di leopardo.

Cerchiamo di essere chiari. Il cittadino deve capire. Il piano regolatore è da sempre la “fossa dei leoni”.

Parlo di scelte, non di reati. Io sono per la chiarezza. Da sindaco, nella zona del porto prevedevo un albergo tradizionale. Ora si parla di residence. Non è la stessa cosa. E ancora. Per me l’Ariston doveva rientrare nella valorizzazione alberghiera della fascia della costiera. Invece hanno previsto che il nuovo albergo possa sorgere a Molino Nuovo, lontano dal mare. Chi vogliamo prendere in giro?  Oggi chi può realizzare un residence, non ha dubbi a preferirlo all’albergo tradizionale. Da una parte si manda avanti una struttura con 5 dipendenti, nell’altro caso ce ne vogliono almeno 40, facendo le debite proporzioni. E cambiano radicalmente gli utili di bilancio aziendali.

La Regione Liguria targata Burlando e Ruggeri. Un giudizio.

Più morta che viva, di concreto vedo pochino. Burlando non ha la concretezza e la determinazione di un suo predecessore, Magnani. Politico anche lui che non amava troppo i compromessi.

Le aree dell’aeronautica militare, si sentono voci strane su una delle due aree. Solo pettegolezzi. Qualcuno  ipotizza varianti all’orizzonte.

Posso solo dire che ricadono in zona  SM2 del piano regolatore, dunque di salvaguardia totale.  L’area è in parte abbandonata, in parte destinata ad edifici per il soggiorno. Un altro merito di Momigliano che aveva la proprietà della collina, è stato di averla salvaguardata, pur frazionandola a piccoli lotti. La zona di Pinamare è un fiore all’occhiello ambientale, ha attirato investitori di prestigio, penso ad esempio, all’ex amministratore delegato della Fiat, Testore. E’ una zona con un unico accesso ed un consorzio tra proprietari, attivo e diligente nella tutela del verde, presieduto dalla moglie del notaio Savastano.

C’è chi sostiene che in Liguria, in provincia di Savona, patria di “seconde case” vuote gran parte dell’anno e della chiusura di alberghi (col record negativo), ci sia spazio ed opportunità per altre operazioni immobiliari a suon di monolocali e bilocali.

Direi che ci sono opportunità di espansione edilizia, ma al punto in cui siamo arrivati si creerebbe danno a danno, deprezzando ulteriormente il contesto. Bisogna assolutamente dare la priorità ai servizi. Siamo carenti, il divario è enorme ed occorre prima colmarlo. Poi si potrà pensare a nuovi insediamenti abitativi.

A proposito. E’ stato a lungo assessore all’Ambiente. La Caporetto è totale.

Incapaci, impotenti di assumere decisioni, di superare veti incrociati. In 30 anni le tecnologie sono cambiate. Non si può pensare solo alle discariche, c’è il problema urgente di realizzare impianti e gestirli. E’ assurdo parlare di raccolta differenziata e non avere impianti. I sacchetti, divisi, finiscono tutti in discarica. Un piccolo merito credo di averlo. Sono stato il primo assessore a dare vita alla differenziata, promovendo l’installazione delle campane per il vetro, grazie ad un accordo con aziende della Valbormida. I comuni che avevano aderito non avevano costi aggiuntivi.

Perché anche in questa provincia è mancato un ricambio vero della classe politica.

Abbiamo giovani preparati, in grado di ben operare,  ma la cosiddetta “casta” non li vuole o li tiene a bada, li vorrebbe sempre soldatini. E molti preferiscono stare lontani. Chi ha provato non riesce ad emergere.

Il grande dramma giovanile è legato alla carenza di posti di lavoro, assenza di prospettive, sopratutto in questa provincia.

E’ vero, è la prima tragedia savonese. E non vedo soluzioni a breve e medio termine. Occorrerebbe ricostruire tutto da capo. Puntare ogni scelta in questa direzione. Ad Andora abbiamo investito 20 miliardi di vecchie lire nel porto e creato una struttura che da lavoro. Oggi se si ferma anche l’edilizia, come sta avvenendo da due anni, tirano i remi in barca pure decine di piccoli artigiani.

Se in Riviera ci fossero tante Colla Micheri, avremmo perso o guadagnato turismo di qualità, di richiamo, di cui tutti si riempiono la bocca. Colla Micheri un gioiello, grazie alle lotte e alla tenacia di un benemerito immigrato, come Thor Heyerdahl.

E’ vero. Lui è stato molto attento, come del resto lo sono le sue figlie.

E’ fresca la notizia di un suo ritorno sulla scena pubblica. I giornali hanno scritto della nuova associazione culturale e lei è tra gli ispiratori, “Rinnova Andora”. E’ un piccolo antipasto di un ritorno alla politica attiva e la candidatura, a giugno, alla carica di sindaco.

Non sono iscritto a partiti, non appoggio schieramenti. L’idea mia e degli amici è  quella di scuotere un ambiente cittadino sonnolento. In consiglio manca persino l’opposizione. Finora non abbiamo parlato né di futuro sindaco, né di strategie politiche. Vedremo. Non sono mai andato a chiedere voti, mi sembra un insulto all’intelligenza dei cittadini. Ho un buon rapporto con Francesco Bruno che nel 1995 ho battuto alle elezioni comunali. Ha avuto il merito di pensare all’edilizia convenzionata. Cinque immobili, di cui 3 a Molino Nuovo. Ho grande stima per un giovane emergente, come Mauro Demichelis, responsabile cittadino di Forza Italia.

Pesenti che tira la volata al centro destra per sconfiggere il sindaco Floris? Come la mettiamo con l’operazione immobiliare per eccellenza, le aree Isnardi e indirettamente di un componente della potente famiglia Scajola...

La scelta urbanistica su quelle aree non mi trovava molto d’accordo. E’ stata fatta e non conosco la  motivazione. Se l’area sarà utilizzata per un turismo di qualità e creare posti di lavoro sono d’accordo. La mia preoccupazione è che alla fine vedremo un altro film di quelli già visti. Il privato fa l’imprenditore, non fa beneficenza. Vuole la certezza del guadagno, meglio se senza rischi e lunghe attese.

Un modello di sindaco savonese che più ha ammirato…

Angelo Viveri, a mio avviso, è stato un “grande” per Albenga. Un decisionista vero che ha fatto molto, ammirato dagli umili e votato anche dai ricchi. E lui non si è certo arricchito.

A proposito, quante denunce, quanti avvisi di garanzia, ha ricevuto in tanti anni di amministrazione pubblica.

Fui denunciato dalla famiglia dell’allora questore Molinari, la denuncia fu archiviata.

Luciano Corrado