TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Settima puntata sulla massoneria ligure/Con un interrogatorio mai divulgatoFratelli nostri, ma col cappuccio:dai tempi di
Teardo e… Pertini Le confessioni di un geometra- Viaggio nelle logge e nel Principato di Monaco
Savona-
E’ il 5 dicembre 1983. Ore 16,30, racconta il verbale redatto
dall’allora vice brigadiere Giuseppe Corrado – poi sarà a
lungo comandante la stazione dei carabinieri di Pietra Ligure e
dallo scorso anno dirige la polizia giudiziaria della Procura della
Repubblica – quando viene interrogato per la prima volta Vittorio
Orlandi di Genova, <…sono libero professionista, geometra…>. Proseguiamo questa settima puntata sulla storia della massoneria ligure e savonese, oltre a quella “dei fiori”, in provincia di Imperia.
Orlandi
non era un personaggio qualunque. Vediamo breve passaggio
dell’interrogatorio davanti all’allora giudice istruttore
Francantonio Granero (dal 6 novembre tornato a Savona, a capo
della Procura della Repubblica).
Orlandi:
<Sono amico da lungo tempo di Franco Gregorio che conobbi
alla Camera quando andavo a trovare il Presidente Pertini ed
incontravo Gregorio, che a quell’epoca era addetto come
commesso all’anticamera del presidente e del segretario generale
Francesco Casentino. Questa amicizia risale all’incirca al
’69-’70….>. Più avanti, al pagina 4 dell’interrogatorio, Orlandi risponde ad alcune specifiche domande del magistrato: <…Nulla so di operazioni per l’importo di un miliardo presso la banca Passadore di Genova. Nulla so di un preteso furto di documenti nello studio del Presidente Pertini al Quirinale…se ne sapessi qualcosa sarei ben lieto di dirlon a causa della mia sincera amicizia con il Presidente. Io seppi dell’appartenenza di Franco Gregorio e di Alberto Teardo alla Loggia Massonica P 2 al momento della pubblicazione degli elenchi. Solo allora capii perché il Presidente, un paio di mesi prima, mandò via Gregorio dal Quirinale. In quella occasione- subito dopo il rientro del Presidente da un viaggio in Costa Rica – mi ero recato da lui per perorare la causa Di Gregorio, ignaro dei motivi del suo allontanamento, ma Pertini mi disse molto bruscamente di non interessarmi. Ricordo che parlando subito dopo con la segretaria del Presidente, Dina Rucci, capimmo che il Presidente era stato informato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Nulla so invece dell’appartenenza di Maccanico alla loggia segreta. Il suo nome comunque non compariva negli elenchi ufficiali trasmessi dalla Guardia di Finanza, elenchi che ho avuto modo di vedere… So invece che, all’epoca in cui era Gran Maestro Lino Salvini, questi rilasciò un’intervista ad un giornalista de La Repubblica, il quale scriveva di essere stato introdotto nello studio di Salvini, da un certo Aldo Chiarle di Savona. Io lessi l’intervista e chiesi spiegazioni a Chiarle il quale mi rispose che non era vero…E’ altrettanto vero che Alberto Teardo disponeva di una Range Rover intestata alla suocera di Franco Gregorio, una signora di 72 anni che non ha mai avuto la patente. E’ vero che io
sono amico del fotografo Gino Ferrando di Savona, ma ci
incontrammo solo per stare assieme e non ci sono rapporti
d’affari.>. Il
verbalizzante da atto che entra nell’ufficio anche il sostituto
procuratore Giuseppe Stipo. ANCORA
Orlandi: <Non so spiegare perché il Presidente Pertini mi
abbia esortato senza mezzi termini a chiudere la porta in faccia
alla famiglia di Franco Gregorio. So che i famigliari di
Gregorio hanno chiesto udienza al Presidente, ma non glie l’ha
concessa…So che Gregorio è venuto a caccia in Piemonte 6-7
volte, ma non so chi pagava i viaggi….So che Gregorio venne a
Spotorno nel maggio-giugno per parlare con Vincenzo Tosto…E’
vero che mi recai in un’occasione con Gregorio a Diano Castello per
ragioni personali…Gregorio durante il viaggio mi parlò della
vicenda Teardo e disse di essere molto preoccupato in quanto
era stato chiamato diverse volte a testimoniare e non era riuscito a
convincere i giudici…Non mi parlo dei 19 milioni ricevuti da
Cappello per l’acquisto di monete d’oro a favore di Cappello
stesso e Teardo…E’ possibile che Gregorio ricevesse dai Savonesi
molte pratiche da curare a Roma…Non posso dire se Gregorio
e Marcello Placidi pilota dell’Alitalia, mio
amico, si siano interessati all’esportazione di valuta
e contrabbando di preziosi secondo quanto evidentemente
risulta alla Signoria Vostra…in base alla domanda…> Con altra
puntata, sul ciclone giudiziario del 1983, avevamo già pubblicato il
significativo interrogatorio di Eraldo Ghinoi (vedi….) pure
di Genova, con importanti ruoli nella massoneria di Palazzo
Giustiniani in Liguria. E a conoscenza di parecchie vicende.
Sentito, come teste, al processo “Teardo e C.”. TUTTE LE LOGGE DEL GRANDE ORIENTE IN LIGURIA
( AGGIORNATO AL 1991- Obbedienza di Palazzo Giustiniani)Albenga:
Pirandello e Mazzini- Ameglia: G. Garibaldi-Bordighera:
Mimosa- Cairo
Montenotte: Canalicum- Camogli: S.
Schiaffino Chiavari :
Entella Genova: G.
Rensi, Trionfo Ligure, Aurora Risorta, Stella d’Italia, San Giorgio,
La Fiaccolata, Pensiero e Azione, G. Bruno, Ankh, Eliseo, Tigullio,
A.Doria, W.A. Mozart- Imperia: G.
Garibaldi, Acacia, W.A.Mozart, G.Bruno, Voltaire- La Spezia:
Nuovo Risorgimento, Lord Byron, Orsa Maggiore- Sanremo:
G.Mazzini, A. Cremieux, B. Guglielmi, Lando Conti- Savona:
Sabazia, Cheope, Priamar, XX Settembre, Ligustica- Grembiulini sul principato
L’Espresso
n.26 del 28 giugno 2001 a firma di Francesco Bonazzi e Franco
Giustolisi
ha
pubblicato: Massoneria/ Inchiesta della Procura di Nizza.
Grembiulini sul principato. Si chiama Seborga. E’ in
provincia di Imperia. Qui portano le indagini dei Pm sulle logge
d’Oltralpe. Piene di italiani….Nelle liste della Grand Loge
Nazionale Francaise sequestrate dalla magistratura francese
compaiono 38 fratelli italiani…elencati in ordine alfabetico con
numero di tessere…. Pubblichiamo i
nomi liguri: Castelli Massimo, apprendista…loggia Janus,
Mentone, medico di Albenga- Paradisi Rocco, maestro
massone…loggia Janus, Mentone, architetto di Albenga- Schneck
Roberto, maestro massone, loggia Giuseppe Garibaldi Nizza,
architetto di Albenga. Le dichiarazioni ai giornalisti dell’Espresso. Massimo Castelli: <Non ne sapevo nulla dell’inchiesta dei giudici di Nizza. E pensare che mi ero iscritto alla GLNF perché riconosciuta dalla massoneria inglese, si vede che sono caduto dalla padella nella brace . Mi sono iscritto alla Janus di Mentone visto che in Italia ci sono troppi problemi, diciamo cosi, che hanno coinvolto la massoneria e l’ho fatto, come tanti altri, per non avere guai..ero iscritto al Grand Oriente d’Italia dove risulto in “sonno” (le dimissioni non esistono).>. E ancora: <Alla Janus ci vediamo una volta al mese e ora sono tornato maestro come ero in Italia, dopo essere ripartito da apprendista. In ogni caso la massoneria non è un’associazione segreta, il segreto è solo filosofico>. L’Espresso
(come riportiamo con la foto del “principe Giorgio Carbone”,
detto Giorgio I scrive….<racconta come molti documenti gli
sono stati passati dal Grande Oriente d’Italia e ammette che Seborga
è un luogo sacro per i massoni…>. Come spesso accade, nessuno ha più
scritto, neppure dalle pagine dell’Espresso come finì
quell’inchiesta. In una bolla di sapone, c’è da scommettere. MASSONI ALL’ORECCHIO DEL “GRAN MAESTRO”
Ci sono
elenchi molto riservati (non lasciano tracce scritte in loggia o nel
tempio) di personaggi di “spicco” del mondo delle professioni e
dell’imprenditoria, della banche, dove i “fratelli “ risultano
soltanto “all’orecchio del Gran Maestro”. Una modo per non essere
riconosciuti dagli altri “fratelli” diciamo “meno importanti” per il
loro ruolo nel contesto sociale e pubblico. Lo ammise anche l’ex
presidente della giunta regionale ligure, Alberto Teardo,
davanti alla Commissione d’inchiesta della P 2, presieduta da
Tina Anselmi ed emerge in alcuni interrogatori dei giudici. Chiese la
Anselmi…era all’orecchio del Gran Maestro? Teardo rispose
come da verbale: <Nella sostanza era cosi, onorevole…ma non so dire
chi ha pagato la mia iscrizione…>. Le informazioni discrete di questi anni ultimi asseriscono che sarebbero poco più di una decina i savonesi “vip” che sono all’orecchio del Gran Maestro. Appartengono al mondo delle libere professioni, ma anche con qualche incarico di rilievo nella sfera pubblica e nelle associazioni di categoria. Il ritrovo “riservato” è fuori dai confini della Provincia, tra l’alessandrino ed il cuneese. Bisogna dare atto che la loro “discrezione” è massima. Come la reciproca collaborazione, quando necessaria e richiesta. E comunque bene informati sulla società che conta: banche, giornali, istituzioni nelle loro diverse articolazioni. Con “segreti” a prova “ermetica”. L.C.
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