«Il
cemento? Un'idea vecchia» |
il conduttore
interviene nel dibattito aperto dall'assessore molteni e
sulla margonara
Fabio Fazio: «Amo le pantofole. E lo sviluppo è un'altra
cosa» |
IL SECOLOXIX |
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Savona. «Non ho mai avuto il piacere di
incontrare l'assessore alla cultura Molteni,
ma sembra quasi che mi conosca: adoro le
pantofole e la definizione di "pantofolaio"
mi si addice alla perfezione». Il giorno
dopo l'approvazione del progetto preliminare
della Margonara, è Fabio Fazio a far sentire
la sua voce. Lo fa con lo stile che gli è
proprio, quello grazie al quale è diventato
il savonese più famoso d'Italia attraverso
gli schermi televisivi: ironico, lieve. Ma
deciso nella sostanza. Il conduttore - fuori
Savona per lavoro - non conosce gli ultimi
sviluppi amministrativi della vicenda
Margonara e neppure i contenuti del
progetto, ma vuole intervenire sul cuore del
dibattito aperto dall'assessore. E lo fa a
partire da un concetto chiave: «Trovo
deludente e discutibile far coincidere il
progresso con il cemento. In pantofole o in
mocassini non cambia».
L'amministrazione Berruti ha parlato del
progetto Margonara come un'occasione di
sviluppo centrato su nautica e turismo.
«Io non conosco il progetto. Dico, a
proposito delle parole dell'assessore
Molteni, che l'idea di sviluppo coincide
sempre, come da sempre, con la costruzione
di nuove cubature. La trovo un'idea
vecchissima».
Qual è, per lei, un esempio di sviluppo?
«Lo sviluppo è qualcosa di molto più ampio
del cemento. A Savona, per esempio,
un'iniziativa di sviluppo è sicuramente
quella dell'Università, che significa
crescita, energie intellettuali,
formazione».
La torre di Fuksas non le piace?
«Non è questo il punto. Trovo singolare che
tutte le torri che vengono proposte, oggi,
debbano essere storte. Ma, al di là di
questo, il punto è: a chi servono? Nel
migliore dei casi a chi ci va a stare
dentro. Non so se questa sia una priorità.
Intanto abbiamo l'Aurelia intasata e il
porto alla Margonara peggiorerà la
situazione».
Peròè in fase di partenza l'Aurelia bis.
«Ma basterebbe realizzare i tre sottopassi
per l'attraversamento pedonale ad Albissola,
a quanto mi dicono, per ridurre il traffico
del 30%. Eppure non si fa. Io non sono
contro il cemento a prescindere, mi pare
però che sarebbe interessante chiedersi non
se sì o se no, ma perchè».
Si è riconosciuto totalmente nel profilo
del "pantofolaio". Anche in quello di
"rivoluzionario" e "ricco"?
«Lasciamo stare il rivoluzionario. Il
discorso dei soldi può essere sgradevole, ma
certamente mi riconosco nella categoria dei
benestanti. Mi pare l'assessore abbia
parlato di "denunce dei redditi
impressionanti". Ebbene. Se a parlare sono
quelli dalle "denunce dei redditi
impressionanti", un motivo ci sarà».
Ovvero?
«Intanto perché se si costruiscono case di
un certo tipo e di un certo costo, è
difficile, ahimé, che possano essere
interessati gli operai da mille euro al
mese. Ma, soprattutto, il fatto è che quelli
come me hanno una visibilità, i giornali ci
danno spazio. Andate tra la gente, tra gli
operai, sarebbe davvero interessante fare
quello che suggerisce l'assessore Molteni:
sentiamo cosa ne pensano per davvero, gli
operai, di un certo tipo di operazioni».
L'amministrazione di Palazzo Sisto ha
presentato la Margonara come un progetto di
sviluppo, senza residenze.
«Ai tempi del compianto sindaco Gervasio, io
dissi che secondo me l'autisilo era da
buttare giù. Gervasio mi diede del
bolscevico. Il risultato è che lo hanno
tirato giù, ma è stato costruito dell'altro.
Non riesco ad accettare che la cubatura sia
considerata di per sè sviluppo».
La Rta al posto degli alloggi. Ha detto
l'assessore Di Tullio: "la nuova legge
regionale vieta il cambio di destinazione
d'uso".
Mah...
Cos'è lo sviluppo, per lei?
«Io non so nulla delle ragioni del sì o del
no alle varie operazioni. Mi spaventa che
non ci si chieda il perché si fanno. Viviamo
in un paese dove vige un'idea di
contemporaneità e di sviluppo arretrata. Al
centro c'è lo sfruttamento: delle persone,
del tempo, del territorio».
Una bocciatura senza appello, insomma.
«Lo ribadisco: non entro nel merito. So che
ad andare da Albissola a Savona si impiegano
40 minuti. Con la piattaforma a Vado e tutti
i camion che porterà con sè, e con il porto
alla Margonara, non so cosa accadrà».
E così torniamo all'Aurelia bis il cui
iter è vicino alla conclusione.
«Si aggiunge sempre anziché togliere. Perché
non si pensa a demolire, a restituire spazi
di cielo, di verde. L'edilizia in questo
senso può migliorare il territorio, metterlo
in sicurezza, sistemare i terreni che
franano, fare cose che servono, rimangono. A
questo sì, il cemento può servire».
Non crede quindi alla Margonara come polo
produttivo della nautica e del turismo?
«Non si può ridurre la possibilità di
sviluppo a costruire o a non costruire, a
una torre in più o in meno. Lo sviluppo è un
concetto ben più ampio. Non so se la Torre
porterà o meno sviluppo, secondo me non è
una priorità».
Il suo è quasi un appello.
«Solo perchè la politica e l'informazione
ascoltino tutti, non solo quelli "dotati di
voce". Facciamo questa verifica. Può darsi
che alla fine abbia ragione l'assessore
Molteni. Certo io vedo lo sviluppo come
qualità della vita, qualità delle risorse,
qualità dei servizi».
Antonella Granero
granero@ilsecoloxix.it
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