«OGNI volta che parlo della Margonara, per me è un
dolore, una sofferenza. La cosa che più non sopporto è
che mi diano del cementificatore, perché non corrisponde
alla verità. Io non faccio parte di quella categoria».
Massimiliano Fuksas è all´aeroporto di Roma, di ritorno
da Parigi, dove ha firmato il progetto del nuovo Centro
degli Archivi nazionali di Pierrefitte-sur-Seine. Il
progetto, battezzato dai francesi "Le coffre de Fuksas",
si presenta come un grande baule dalla instabile
luminosità, data all´interno da un gioco di luci e
trasparenze e all´esterno da uno specchio d´acqua,
ovvero il laghetto accanto al quale sorge la struttura:
«Un progetto al quale abbiamo lavorato con grande
soddisfazione ? dice ? ma purtroppo quando uno rientra
in Italia, si ritrova immediatamente a che fare con una
realtà ben diversa, e sotto certi aspetti, molto triste.
L´unica cosa bella oggi è che qui a Roma c´è sole e fa
caldo, mentre a Parigi faceva un freddo cane e sembrava
di essere in pieno inverno».
Non ha ancora letto i giornali, Fuksas, ma l´eventuale
stop della Regione sul progetto del porticciolo
turistico della Margonara dice di considerarlo
«l´ennesima goccia di uno stillicidio che va avanti da
tempo. Eppure ? aggiunge ? non sono stato certo io a
voler fare il progetto Margonara, ma un bel giorno è
stato il signor Canavese (attuale presidente
dell´Autorità portuale di Savona ndr) che mi ha
chiamato, chiedendomi di occuparmene. Il progetto
precedente era già pronto e molto più invasivo,
prevedeva anche i parcheggi sulla spiaggia. Mi è stato
chiesto di pensare qualcosa di differente, di meno
impattante, e lì mi è venuta l´idea di quella torre che
ho chiamato una puntura di spillo luminosa, senza che
volessi con ciò offendere nessuno o fare riferimenti ad
altre architetture. Ma certo, il progetto non era solo
quello, ho pensato alla passeggiata degli artisti, mi
sono preoccupato che non si costruisse sull´Aurelia, che
la si lasciasse libera. Ciononostante, mi sento dare del
cementificatore».
Le perplessità di molti vertono sulla compatibilità
della torre con il contesto circostante, ma per
l´architetto il discorso è più complessivo. «La verità è
che in Italia è impossibile fare ciò che si fa
all´estero. Ogni volta che tenti di realizzare qualcosa
di diverso, ti attaccano e ti danno del cementificatore.
Storia buffa nel caso del sottoscritto, che non ha mai
lavorato per quelli che sono considerati per definizione
i grandi cementificatori, ovvero Ligresti e Zunino.
Scelte mie, per carità, altri preferiscono lavorare con
loro. Io no, ho le mie idee e le porto avanti. Tutto mi
interessava sulla Liguria, fuorché fare un´operazione
invasiva. Lo spirito era e resta esattamente il
contrario. Ma evidentemente non tutti la pensano allo
stesso modo».
Il problema è forse anche che il caso-Margonara si
inserisce in una stagione controversa sul tema
dell´ambiente e dell´urbanistica in Liguria. Tanti i
progetti in campo da levante a ponente e molti
contestati, senza dimenticare il dibattito
sull´opportunità di continuare ad aprire porticcioli
turistici. «La discussione sui posti barca è curiosa ?
sottolinea Fuksas ? il fatto che le barche inquinino non
mi sembra un motivo per non trovare loro dei posti.
Bisogna anche prendere atto della realtà e di come
funziona l´economia. Mi sembra che quando una fabbrica
inquina, in Italia non la si chiuda, ma anzi si tenti
sempre di fare di tutto per tenere aperte le industrie,
anche magari con aiuti pubblici».
Adesso resta da capire cosa succederà nei prossimi mesi,
se cioè questa frenata della Regione sia solo un segnale
fine a se stesso o il prologo di una retromarcia.
«Guardi, io sono disponibile a qualsiasi soluzione. Fare
la Margonara o non farla non mi cambia certo la vita. Se
decideranno diversamente, ne prenderò atto e mi ritirerò
in buon ordine».
|