TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Non è solo questione di cemento: il rischio è quello di guardare il
dito invece che la luna
La prima questione che va sempre rammentata è che quando si parla di
Sindaco e assessori, (così come di presidente e giunta) si
individuano due categorie di persone (chiamate dalla legge
amministratori pubblici) che hanno caratteristiche ben diverse: i
primi sono stati votati, i secondi nominati. E come insegnano i
real-TV, sappiamo che chi è “nominato” deve rispondere a determinati
requisiti altrimenti viene licenziato dall’eletto (facoltà prevista
dalla 267).
La seconda cosa –sempre a mio parere- è che alle volte il ruolo dà
alla testa, e spesso –se ci si sente alla corte del re- si diventa
più realisti del sovrano, e si tende –buon peso- non solo a legare
l’asino dove vuole il padrone, ma persino a legare se stessi.
La terza cosa è che quando la propria attività dipende dalla “bontà”
o dall’elemosina di benemeriti, risulta difficile avere un minimo di
capacità critica.
Assai più interessante è invece la questione sollevata da anni sul
nostro territorio sulla cementificazione brutale e speculativa.
Infatti dobbiamo rammentare che da tempo, e su questo il sindaco
Ruggeri fu un vero capostipite, i massimi esponenti
politico-amministrativi locali hanno deciso di non fare scelte a
loro deputate, per il ruolo assunto, mentre hanno optato per un
ruolo diverso: non pubblici amministratori ma
promotori, e alle volte garanti (con pressioni davvero
innominabili e al limite del “vaso”), di enormi speculazioni
edilizie che non solo non hanno attinenza col territorio, ma lo
sviliscono, lo abbruttiscono, lo castrano.
E con il territorio si volatilizzano potenzialità di sviluppo e di
crescita.
Ciò che si nasconde dietro alla diatriba cementoSI-cementoNO, non
sono né questioni stilistiche né tantomeno questioni puramente
ambientali (seppur preziose).
Se si continua a cadere in questo tranello (magari invocando
referendum specifici) si rischia semplicemente di fare l’elenco
delle scelte operate, schierandoci, a seconda del nostro sentire,
dall’una o dall’altra parte, obliterando completamente un aspetto
troppe volte accantonato: la politica.
E non a caso.
Se si assumesse la politica, ed in specie la politica
amministrativa, quella cioè dell’ente territoriale, sia esso il
Comune o la Provincia, ma anche la Regione, come una linea di
indirizzo sulla quale far marciare un progetto di Città, di opzioni
strategiche e scelte conseguenti, vedremmo cadere o svuotarsi tante
poltrone.
Le prime sarebbero quelle di rifondazione comunista, che accetta di
tenere il bordone ad un centrosinistra che ha deciso da tempo, in
Liguria e non solo, di schierarsi a favore di potentati economici e
finanziari, che si sono trasformati anche in impellenti
immobiliaristi, invece di denunciare e isolare questi traffici, e
fare un’operazione di chiarificazione politica.
Una chiarificazione politica che svelerebbe –tra l’altro- che tra
centrosinistra e centrodestra non vi sono grandi differenze
strategiche.
Sono in atto infatti strategie di rivoltamento del territorio, dove
il ruolo pubblico assunto da questo ceto politico si sovrappone,
sino all’embricazione, a quello privato, anzi privatissimo, con
esiti a dir poco nefandi.
Non solo: deconcentrando l’elettorato, cioè la cittadinanza,
sull’esteticità del territorio piuttosto che su quella di manufatti
architettonici, si nasconde, sempre da parte di questo ceto
politico, l’inconsistenza del proprio ruolo, che –appunto- dovrebbe
essere quello del governo del territorio, di promozione di direttive
di sviluppo economico e produttivo, culturale e sociale a favore
della polis,
perpetuando invece uno svilimento complessivo della politica in
quanto soggetto di rappresentanza, promotrice di idee e di azioni
conseguenti, autonome e indipendenti.
Invece assistiamo a prese di posizione pseudo-politiche, che nulla
hanno a che vedere con la realtà che ci sta affliggendo. Una realtà
che, purtroppo, non è solo savonese.
Patrizia Turchi – A sinistra per Savona-
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