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Quel candidato alla presidenza da 400 mila lire (sic)
all’anno di reddito
Province sì, Province no
purchè resti la
poltrona
Dopo Berlusconi, Veltroni e Alemanno, anche per Casini
vanno abolite
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Savona –
L’ultimo capitolo, per la cronaca, è andato in onda a Ballarò. Il
presidente dell’Udc (ex democristiano) Pierferdinando Casini è
sbottato: <Qui si parla di tagli miliardari alla scuola, all’Università,
di lasciare a casa migliaia di insegnanti, bidelli. Non si parla più di
abolire le Province, enti inutili, come li ha definiti prima di me
Berlusconi, Veltroni, Alemanno. Non saranno
proprio inutili, ma dovendo iniziare a risparmiare, non si perda
più tempo. Si taglino le Province e subito. C’è una larga convergenza,
solo il ministro Maroni e pare la Lega Nord sono contrari,
come abbiamo letto. Vogliono cancellare i prefetti…>.
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Trucioli Savonesi
e Uomini Liberi avevano annunciato, il mese scorso, l’adesione
alla proposta del Comitato nazionale “Aboliamo le Province”, e di
un’analoga e motivata richiesta dei giovani della Confindustria,
col presidente Guidi.
Avevamo anticipato un viaggio tra la pletora di
amministratori provinciali e soprattutto i risultati raggiunti dalla
Provincia di Savona e da quella di Imperia.
Si
pensi che il supervulcanico (quando si tratta di sparare cannonate sugli
avversari) Marco Melgrati, architetto sindaco di Forza Italia
ad Alassio, è arrivato a dichiarare al Secolo XIX a proposito del
gravissimo problema dei rifiuti urbani:
<La provincia di Savona sembra essere rimasto l’ultimo posto al mondo
dove non ci si pone il problema dello smaltimento definitivo dei
rifiuti. Si tratta come sempre di fare le cose bene. Oggi esistono
tecnologie poco impattanti e pochissimo inquinanti, tanto che in tutto
il mondo si segue questra strada, il termovalorizzatore>.
Dimenticando che in Provincia di
Imperia, governata dai superazzurri di
Forza Italia, stanno forse peggio, come ha documentato un recente
comunicato della Regione Liguria
(assessorato all’Ambiente) che ha minacciato l’arrivo ad
Imperia
di un commissario ad
hoc proprio per la mancata soluzione dell’emergenza rifiuti.
E’
vero la Provincia di Savona è governata da 15 anni da un centro-sinistra
inconcludente, pasticcione, incapace non solo nei rifiuti, ma anche
nella politica di tutela ambientale.
Un disastro su più fronti, come abbiamo documentato
la settimana scorsa, pubblicando il fallimento di un piano “salva frane”
e idrogeologico, come conferma una pubblicazione della
Camera di Commercio
(Savona Economica)
del dicembre
2002.
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A. Garassini |
M. Bertolotto |
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Dieci anni di
presidenza Garassini, ed una legislatura del suo designato (poi sconfessato, con
pentimento) Marco Bertolotto
non hanno prodotto risultati apprezzabili. Lo hanno detto, ripetuto
e riconosciuto ex democristiani doc, poi
Popolari, quindi
Margherita
(vedi lo scomodo e galantuomo
Alfio Minetti).
Al punto da stendere, per la prossima tornata
elettorale, un tappeto verde al centro destra
di Berlusconi-Scajola, e c’è solo da sperare in Dio,
sulla scelta degli uomini chiamati a governare. Siano messi almeno
al bando i “professionisti della politica”, del resto molto invisi
al premier, quando ricorda i comunisti, gli apparati.
Quel
“viaggio” promesso da Trucioli, l’abbiamo rinviato per non
prestarci, per quanto può valere nel mondo di blog e di internet, a
strumentalizzazioni. Racconteremo i candidati più eroici quando si
conoscerà chi scende in
pista.
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Un piccolo antipasto? Uno tra i candidati alla
presidenza di cui si parla con insistenza, già consigliere
provinciale di vecchia data, presentava una denuncia annua dei
redditi da 400 mila lire (eravamo ancora alla lira); mentre le
dichiarazioni dei redditi, per esempio, di un infermiere del S.
Corona erano di 3.875 mila lire. Di un dipendente comunale 3.750
mila lire. Di un operaio della Piaggio 3.790 mila lire. Il “nostro”
futuro candidato riusciva a vivere con 400 mila lire all’anno.
Questo si che è un viatico da impareggiabile presidente.
Tornando all’abolizione delle Province, lo stesso
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha spiegato
(vedi agenzia Ansa, dichiarazione ufficiale): <Questa esigenza
richiede proposte chiare e coraggiose. Semplificare l’architettura
istituzionale e ottimizzare l’impiego delle limitate risorse
disponibili>.
Il presidente dell’Unione della Province italiane, Fabio Melilli (alla guida della Provincia di Rieti)
non è d’accordo con chi mette in dubbio l’utilità delle province
stesse: <Su una spesa totale di 14 miliardi di euro – ha
colcolato - , 2,3 miliardi sono il costo del personale, 119 milioni
i costi della politica o meglio della democrazia. Il resto 11,6
miliardi sono servizi>.
Nell’elenco delle priorità Melilli enumera
viabilità e trasporti, tutela del territorio (come in Provincia
di Savona dove la sorveglianza ed il controllo hanno fatto cose
strabilianti ndr). Quindi formazione professionale (una manna
per certi interessi savonesi ndr). Non si possono trasferire
queste funzioni, sostiene ancora Melilli, ai Comuni e alla
Regione.
Una partita che la “casta” a parole gioca, ma nei
fatti si guarda bene dal risolvere con un colpo mano, stile Lodo
Alfano. Non sarebbe altrimenti, se il padrone assoluto di un
partito come Berlusconi, dichiara per due volte dalla tribuna
di Vespa e Mentana che fosse per lui le Province le abolisce,
e poi le sue truppe, i generali e soldatini, lo ignorano. Stesso
discorso per Veltroni e Alemanno, Buon ultimo Casini.
A che gioco giocano, quello delle tre carte? Non
sarà cosi semplice, ma se dalla Provincia di Savona si
iniziasse a dare il buon esempio, non guasterebbe. Una volta tanto
un “no alla casta”, da sinistra a destra. Lega Nord, esclusa.
Non è un discorso di crociate o guerre sante. In
un momento in cui si chiede a tutti di tirare la cinghia e gli unici
a non temere la perdita degli stipendi sono proprio i “politici in
poltrona”, mettere in pratica il buon senso ed una buona azione
raccoglierebbe il consenso di tutti i cittadini.
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