AltraSavona, bufera via internet |
il movimento
minaccia azioni legali e accusa: regia politica occulta
Una mail scatena veleni e sospetti: scontro tra il
leader Cappelli e il fondatore Faroppa |
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IL
SECOLOXIX |
GALEOTTA fu una mail e chi la scrisse. Già,
chi la scrisse: firma di fantasia,
firma-paravento o firma reale? AltraSavona
sembra avere pochi dubbi ed urla al
complotto politico. Parla di regia occulta
ai danni del movimento. Adriano Faroppa,
fondatore e primo responsabile di
AltraSavona, aveva lasciato il movimento -
la scorsa primavera - in punta di piedi e
senza troppe parole. «Per motivi personali»,
aveva fatto sapere. I fatti dicono,
tuttavia, che si trattava soltanto di una
miccia ad innesco ritardato. Nei giorni
scorsi, infatti, l'ex dirigente della
Provincia e l'attuale vertice di AltraSavona
si sono avvitati in una polemica che ha
incendiato il sito web del movimento dell'ex
senatore leghista Sergio Cappelli ed ha
coinvolto anche l'avvocato Roberto Suffia
(anch'egli ex socio). Un crescendo
rossiniano caratterizzato da un furibondo
scambio di lettere e prese di posizione,
concluso dalla minaccia di ricorrere ad
azioni penali.
All'inizio fu Emma Prato. La signora, un
paio di settimane fa, ha scritto una mail al
blog UominiLiberi, spiegando i suoi contatti
con AltraSavona e lanciando una grave
accusa: l'aver scoperto dagli elenchi sui
giornali di essere iscritta tra i soci a sua
insaputa e, ancora peggio, di aver votato
(sempre a sua insaputa) in occasione del
primo congresso, lo scorso settembre, che
incoronà leader Cappelli con 174 voti. E
aggiungeva: anche l'avvocato Roberto Suffia
si è fatto cancellare perché iscritto senza
averlo richiesto. La prima reazione non è
violentissima. La segreteria di AltraSavona
precisa che Emma Prato è effettivamente una
loro iscritta, ma ha 84 anni e non 69 come
la professoressa torinese firmataria della
mail. Un'omonimia, forse. Ma aggiunge:
l'anziana è la zia di Adriano Faroppa. Una
sottolineatura che mostra il fuoco che cova
sotto la cenere. La terza puntata della
telenovela è la rettifica (ma solo parziale)
della Emma Prato "torinese": la donna prende
atto che esiste una sua omonima e chiede
scusa per aver lanciato il sospetto di una
falsa iscrizione, ma ribadisce la sua
opinione su AltraSavona e aggiunge: le
dimissioni di Suffia le ho viste con i miei
occhi. Apriti cielo. È a questo punto che la
questione si imbrusca e lo scambio di
lettere e prese di posizione diventa
vorticoso. La reazione di Cappelli e della
sua segreteria questa volta è durissima:
parla di affermazioni «diffamatorie». Quanto
a Suffia: «Le dimissioni sono state
anticipate da una persona conosciuta che
evidentemente si è fatto lecito divulgare a
terzi il contenuto di una corrispondenza
diretta ad AltraSavona». E parla di
possibili reati: violazione, sottrazione,
soppressione, rivleazione di corrispondenza.
E conclude dicendo apertamente che Emma
Prato è«un paravento... parrebbe non
esistere una signora Emma Prato nata a
Moncalieri 69 anni fa». L'aut aut: scuse
complete e integrali dalla «professoressa o
da chi la guida e la dirige». Oppure le vie
legali. A quel punto interviene
pubblicamente anche l'avvocato Suffia.
Confessa di sentirsi a Zelig e aggiunge: «Ho
appreso che una persona a me totalmente
sconosciuta ha fatto uso improprio della mia
lettera di dimissioni». E chiede di sapere
chi le abbia mostrato quella lettera. È a
questo punto che Adriano Faroppa - tirato in
causa, anche se non direttamente nominato,
sia da Cappelli che da Suffia - scende
nell'arena. L'ingegnere rivendica il suo
ruolo di promotore di AltraSavona, la sua
uscita priva di polemiche, la soddisfazione
per la crescita del movimento. Poi dà la sua
versione. Spiega di aver conosciuto sotto
casa una signora esperta di informatica,
proprio mentre il suo computer era in
blocco. Ovvero Emma Prato (non la zia, ma la
signora torinese). Ammette di essere stato
il tramite delle dimissioni di Suffia. E,
sibillino, aggiunge che sul computer ha
ancora la mailing list del movimento. La
signora avrebbe potuto accedervi? Non lo
dice, però aggiunge: «Solo dopo ho scoperto
che è l'autrice di alcune lettere polemiche
e ho sentito parlare di "regia occulta"». La
sua? Si tira fuori, Faroppa, dice: io non
c'entro, basta polemiche, pensiamo a
costruire. Ma AltraSavona non ci sta e lo
attacca a viso aperto: ventila che possa
essere stato lo stesso Faroppa a divulgare
la lettera di Suffia, sottolinea la strana
vicenda della signora Prato «sulla cui
identità abbiamo motivo di dubitare»,
un'omonimia «che riguarda tua zia materna»
ma che non sarebbe stata chiarita nonostante
«il rapporto confidenziale». Cappelli chiede
indicazioni certe sulla signora e conclude
minaccioso: «Non vorremmo poter riscontrare
che le comunicazioni della professoressa
provengano dal tuo Pc». Il presidente
chiude: «In tempi non sospetti avevo
allertato il movimento sulla possibilità di
infiltrazioni da parte dei partiti politici
locali allo scopo di rompere questo
movimento dall'interno». Parole che sembrano
evocare altre epoche e strategie occulte da
guerra fredda. Invece, da Palazzo Nervi alla
vita interna dei partiti, il "nuovo" della
politica avanza. Tra i veleni. I cittadini
gradiranno?
Antonella Granero
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